Sara Boldetti visighéri
La tua ultima raccolta di poesie è un piccolo scrigno da cui attingere a piene mani storie di vita quotidiana, di amore per la propria terra e per le proprie tradizioni, ma anche per mondi lontani e all’apparenza irraggiungibili. La bellezza e la musicalità delle tue parole riescono a trasmettere emozioni profonde e autentiche, che risuonano a lungo nell'anima di chi legge.
I versi scorrono dolcemente, creando immagini vivide e suggestive, che riescono a catturare l'essenza della vita di un tempo nella sua semplicità e sono intrisi di nostalgia per un mondo ormai perduto, ma allo stesso tempo sempre vivo e presente nel tuo cuore.
A mano a mano che si procede nella lettura, si comprende, inoltre, quanto vaste siano la tua erudizione e la tua conoscenza dell’animo umano.
Molte delle tue riflessioni, che ho apprezzato sia in dialetto che in italiano, mi hanno fatto tornare alla mente ricordi d’infanzia, che credevo di avere dimenticato, a causa del trascorrere impietoso del tempo, che certamente ci muta e trasforma ma che, nonostante tutto, non può cancellare ciò che siamo stati nelle varie epoche della nostra vita.
Il tempo ricorre molto spesso nelle tue poesie e le scandisce con il suo fluire, che si arresterà solo (parole tue) ‘quando il traghetto che ci porterà sull’altra sponda avrà compiuto la sua traversata’. Probabilmente, col trascorrere delle stagioni della vita, il tempo diviene una sorta di ossessione, della quale non è più possibile liberarsi e il passato e il presente si fondono in un abbraccio, da cui si dipana quell’incerto futuro che ancora ci attende e non si può fare a meno di osservare che tutto si ripete, come in una via crucis senza soluzione di continuità, in cui gli errori del passato vengono continuamente riproposti nel presente, a dimostrazione che la storia non insegna nulla.
E’ probabilmente da questa triste consapevolezza che nascono le tue profonde considerazioni sulla sofferenza di tutti gli innocenti che, ancora oggi, sono costretti a subire le violenze disumanizzanti delle guerre che devastano parecchie zone di questo disgraziato mondo.
Davvero molto suggestiva la sezione dedicata a Cipro e in generale a quelle terre in cui Oriente e Occidente si incontrano e si fondono nel variegato crogiuolo da cui è scaturita la nostra civiltà e che Francesco Guccini, nella sua bellissima canzone ‘Bisanzio’, definisce ‘…sospesa tra due mondi e tra due ere…’
Sara Boldetti