Guido Bertini
Milano, 1 febbraio 1872 - Luvinate (Va) 3 giugno 1938
Milanese di nascita (1872) varesotto d’adozione (1907) Guido era discendente da una famiglia che per tradizione eseguiva pittura su vetro. Ma la muffola per la cottura del vetro che il nonno Giovanni aveva impiantato in via Guastalla a Milano disturbava e non poco con i suoi fumi maleodoranti e tossici i vicini di casa. Per questo motivo Guido decise di trovare una sistemazione più adeguata al suo lavoro. E la trovò a Luvinate nella cascina Nicò alla Zambella, battezzata ironicamente “Villa Anzone”. Qui si dedicò alla sua arte e qui, negli anni del primo novecento divenne ritrattista riconosciuto ed in seguito, negli anni venti e trenta, commediografo rinomato.
I suoi ritratti sono per lo più raccolti in collezioni private, ma alcune tele le possiamo ammirare anche a Villa Mirabello. In alcuni di quei dipinti Bertini sottolinea non solo il carattere del personaggio ritratto bensì l’ambiente che lo circonda, attraverso sfondi che ne fanno intuire la locazione sociale. E sono specchi dorati, ampi e confortevoli divani o caminetti. In altri ritratti le figure risaltano per se stesse, nel loro aspetto psicologico e umano. In tutti si nota il realismo di fine ottocento, sicuramente non fine a se stesso e comunque sempre attento a raffinarsi e mai ripetitivo.
Per questo, una volta insediatosi in quel di Luvinate e trascorrendo il suo tempo libero a Varese, ben presto entra in contatto con il panorama culturale varesino di quegli anni e diventa amico e sodale con i pittori De Bernardi e Montanari, lo scultore Scola e il poeta Speri Della Chiesa, diventando socio degli Amici dell’arte.
autoritratto
in una xilografia apparsa sul settimanale "Il Matocco"
La cascina Nicò
Anna Carena in una scena de
"Il delitto di via Spiga"
ritratto di Giuseppe Baratelli
ritratto di Luigi Sommaruga