Francesco Fiumara
LA PROCELLARIA
“L’autore prende a soggetto della sua esposizione la vita di un casato, quella delal famiglia Di emme, che diventa protagonista delle vicende narrate. Ma più che vicende si tratta di situazioni che si svolgono quotidianamente nell’ambito della convivenza: genitori, figli, persone di servizio, incontri con preti, con dottori: una vita piatta, monotona, fatta di stravaganze, come la dedizione sfrenata del capofamiglia alla coltura dei gelsi, una vera mani; atteggiamento ribelle e scapestrato del secondogenito Andrea, desideri e sogni infranti e sospiri e pettegolezzi di domestiche, illazioni e spiate su eventuali trasgressioni, presenti o passate, di coniugi che ormai stanno insieme per abitudine alla convivenza, e con la mente rivolta a certe intime circostanze d’altri tempi, sepolte ormai sotto la coltre delle attuali convenzioni, e che forse avrebbero potuto rendere la vita diversa. Tranne il funerale del nonno Terenzio, tutto il resto è una rassegna di pensieri, di memorie, di vanti antenati illustri e preclari, benemeriti della patria e della storia. E la penna dello scrittore trascorre, con scaltrita abilità e malcelata ironia, sull’ampio canovaccio di usi, costumi e tradizioni, ma anche di debolezze e vizietti che s’appartengono alla vita d’ogni giorno e alla varia tipologia dei personaggi che figurano sulla scena. Un orizzonte di ambizioni e miserie che viene esplorato con acume, versatilità e conoscenza dell’ambiente, della mentalità e delle gergali e popolari espressioni, anche dialettali, alla svariate comparse. Ed è con vero piacere per il lettore seguire gli umori dei vari personaggi attraverso la naturalissima decifrazione dello scrittore (…) ed non v’è chi non veda il burlesco dell’autore che cela il faceto fra le righe.”
(Francesco Fiumara, Reggio Calabria)