Diritto e rovescio // Drizz e invers - "Arte e Cultura: Poesia, Romanzo, Scrittura, Musica e Teatro"

Vai ai contenuti

Diritto e rovescio // Drizz e invers

DIRITTO E ROVESCIO

Commedia in tre atti
di GIULIANO MANGANO

 
Dramatis personae
 
ALDO, bottegaio
GERTRUDE, la moglie
ANTONELLA, sua figlia
BENEDETTO, un amico
NINO, figlio del Benedetto
VENANZIO, rappresentante
SIGNORA FERRI, una cliente
SIGNORA MOIOLI, una cliente
ROSA, sorella di Gertrude
TROMBETTA, avvocato
ERNESTO, postino
CALCATERRA, un altro rappresentante

 
L’azione si svolge nella periferia di Varese, negli anni sessanta.
Primo atto
La scena rappresenterà una bottega di alimentari. Ci sarà un banco  dove si venderà al dettaglio, una porta che condurrà sul retrobottega, mentre la comune sarà  utilizzata come  ingresso principale  . Il  banco  dovrà essere sistemato in modo che gli attori non diano in continuazione o con facilità le spalle al pubblico.
Secondo e terzo atto
La scena  rappresenterà un  salotto  borghese. Sul  fondo la  comune,  a destra e a sinistra le porte, che condurranno rispettivamente una in una camera, l’altra in retrobottega. In mezzo  ci sarà un tavolo, quattro  o cinque sedie ( ma che  non siano d’ingombro )  e uno  scrittoio-credenza sul fondo (a destra o a sinistra ). Sullo scrittoio primeggerà una  foto del capo famiglia. Qualche vaso di fiori. Un brutto quadro.

  
ATTO I
Scena prima
(Aldo e Nino)
Aldo: Mi raccomando! Non stare in giro a giocare come il tuo solito!
Nino : Quel che comanda, signor Aldo!
Aldo: Ma sul serio, neh!? Non come l’ultima volta che ti ho sorpreso a giocare al pallone insieme ai ragazzi dell’oratorio!
Nino : Quel che comanda, signor Aldo!
Aldo: Quel che  comanda, quel  che  comanda! Sei  capace di  pronunciare  solo queste due parole. Ma poi fai quello che vuoi tu lo stesso! Ricordati che ti tengo qui al mio servizio per fare un piacere  a tuo padre, che è  un mio grande amico...e...( colpo di  tosse ) ...e...per  fare un  piacere anche...(colpo di  tosse ) ...anche  a mia  figlia che è  cotta di  te!  Povera scema! E poi, sinceramente, mi piacerebbe anche a me che,  quando non ci sarò  più, continuassi  tu questo mestiere  d’oro...Hai  capito!?  E...e adesso va’,  muoviti, che sono  già le  nove e ho  bisogno che  tu finisca il giro prima delle undici, che ho da farti fare altri  piccoli mestieri...Va’...va’!
Nino: Quel che comanda, signor Aldo!
Aldo: Ma impiccati con il tuo comanda! Dico io! Che rapa d’un ragazzo che sei!
( Nino via )
scena seconda
( Ferri- Moioli - Aldo )
Ferri: ( a Moioli, entrando ) Mi deve credere,  cara la mia signora Moioli!  La fonte è sicura  al cento  per cento! Glielo  giuro! Glielo  posso  anche rivelare...in una orecchio, tè! ( sussurra )
Moioli: Oh! Se è quella la  fonte non è necessario giurare:  le credo, come  se fosse il vangelo! (segno di croce affrettato )
Aldo: ( al pubblico )   Ore  9.30: edizione mattutina  del Gazzettino  padano.
(alle donne ) Buongiorno, donne! Cosa posso servirvi?
Ferri : Buongiorno!
Moioli: Giorno!
Ferri: A me mi dia il solito pane all’olio, e in più un paio d’etti di bologna, di quella che non fa venire su il sapore, come se avessi dentro allo stomaco un ascensore!
Aldo : Bologna sensa sapore!  E  senza ascensore!(esegue)
Moioli: Del resto, era così anche  la sua mamma. Come si  dice: tallis  mattris, tallis fillia!
Ferri: Ma non  vada mica  in  giro  a spifferare  che  questa  storia  gliel’ho raccontata io! Lo sa, sono una amica di famiglia di vecchia data e...  e non vorrei che ....!
Aldo :( al pubblico ) Bella amica, ohei!
Moiol:Io, comunque, sono la discrezione in persona.
Aldo: ( al pubblico ) Quando  dorme.
Moiol: Lei mi conosce! Quando mai vado in giro a zabettare i fatti degli altri?
Aldo: ( al pubblico ) Sempre!
Ferri: ( con  intenzione )  La  conosco! La  conosco! Ma  sa,  alle  volte,  la lingua... chi la tiene? A lasciarla  andare, dice il proverbio, dice  la verità.
Aldo: ( al pubblico ) Io, alle donne,  la lingua  gliela taglierei  volentieri!  (alle clienti, gentile  ) Ecco  servita la  signora! E’  abbastanza  per oggi?!
Ferri: Per me sì!
Moioli: Tagli anche a me due fettine di  bologna, vedo che ha un  bell’aspetto, stamattina. Ma due fettine di numero, eh?! Non di più!
Aldo: Sarà fatto ( esegue )
Ferri: Comunque, mia  cara,  non  c’è  niente  da  fare!  Quando  la  radice  è ammalata, cresce bell’e che marcia anche la pianta!
Moioli: ( annuisce ) ( poi ad Aldo ) Avrei bisogno  anche di un litro di  latte, quello pastorizzato, e una scatola di biscotti, di quelli secchi, che si possono pucciare nel caffelatte alla mattina.
Aldo ( esegue )
Moioli:( assaggiando dal banco ) Oh! Come sono morbide queste polpettine ...che le assaggi, signora Ferri.
Aldo: ( mentre Ferri assaggia )  Non riesco  a trovare la  marca dei  biscotti secchi che lei preferisce, signora  Moioli... scusate un attimo,  donne, che vado di là in retrobottega a cercarli... ( Aldo via )
Ferri:Prenda ad esempio l’Antonella, la figlia del signor Aldo. Ci ha dato, ci ha dato  finché  è  riuscita  ad aver  qui  in  bottega  il  suo  (  con affettazione )  ragasso...
Moioli:Ragasso... ? Per  modo di  dire: avrà  una trentina  d’anni...Altro  che ragasso!
Ferri:Ne dimostra di più, ma trent’anni non li ha proprio!
Moioli: Sembra più vecchio di suo padre, però!
Ferri: Saranno tutti i suoi studi che fa.
Moioli: Perché? studia ancora? Alla sua età? Non lo sapevo!
Ferri: Non lo sapeva? E sì che il signor  Aldo continua a ribadirlo, fino  alla nausea ...
Moioli: Come mai?
Ferri: Dice che a studiare si diventa scemi nella testa: è il lavoro che conta, non i libri, secondo lui.
Moioli: Oh! Allora è per questo che lo tiene qui in bottega: gli fa imparare  il suo mestiere e la sua abilità( gesto significativo che indica rubare )
Ferri : Bisogna pur  rispettare la  tradizione...  e tramandarla:  da  padre  in figlio...
Moioli :E da suocero in genero...
Aldo:( rientrando )  E dagli e dagli sono  riuscito a trovare i biscotti  per la signora Moioli.  Voilà! Eccoli  qui! Vede come  noi trattiamo  bene  i nostri clienti, noi piccoli commercianti? Altro che i giesse, le stande, e i vari supermercati del cavolo, cara lei! Botteghe piccole e poi più!
Moioli: ( falsamente gentile ) Sa farsi in quattro il signor Aldo per noi, eh!?
Ferri:Tra tutti  i bottegai  del  viale Valganna,  il signor  Aldo  è  il  più simpatico e...onesto!
Moioli: Bisognerebbe segnalarlo alle autorità perché  gli facciano un  monumento in piazza
Aldo:Piano, piano,  o donne!  Chi  ti loda  più  di quel  che  suole  o  t’ha ingannato o ingannar ti vuole.
Ferri e Moioli : Noi!?
Moioli:Io no di certo!
Ferri:Cosa dice mai?
Moioli:Cosa gli salta in mente?
Aldo: Niente paura, donne, è solo un proverbio!
Moioli:Allora, quanto le devo?
Aldo:( fa i conti ) Trentamila lire giuste.
Moioli :( rifà i conti fra sé ) ma... è aumentato qualcosa?
Aldo:I biscotti, signora Moioli. I  biscotti: sono aumentati stanotte. E’  su tutti i giornali, in prima  pagina, ecco qua  ( estrae un  giornale )  a lettere cubitali!
Moioli ( sulla comune ) La mia pensione però non è aumentata stanotte!  Nemmeno a  piccole lettere! Altro che cubitali!
( Moioli via )
Aldo:Che cosa pretende? Ha la pensione di tre mariti: non vorrà che le faccia lo  sconto della triplice vedovanza, no?
scena terza
( Antonella e detti )
Ferri:( porgendo un libretto blu ) A me segni pure: pagherò la prossima  volta tutto in un conto solo.
Antonella:E’ ritornato Nino?
Aldo:Non vedi che non è qui?
Ferri:Scusate se interrompo: ma prima  di andàr via, intanto  che mi  ricordo, avrei bisogno, per domenica che viene, un  paio d’etti di misto, con  il solito salame di  grana grossa  che assomiglia  a un  burro: me  lo  può mettere via, per favore?
Aldo:Certamente
Ferri:Grazie! Allora... allora io vado. Arrivederci ( via )
Aldo:Di niente. Sono qui per servirla. Saluti!
Antonella:E’ un po’ di giorni che tratti male il Nino. Perché? Cosa ti ha fatto?
Aldo:Che cosa mi ha fatto?... Niente...Niente mi ha fatto!
Antonella:E allora perché ce l’hai a morte con lui?
Aldo:Io?  A  morte  ...  con  lui?  Io  voglio  solo  fargli  imparare   il mestiere...perché... perché lo tengo come  se fosse mio figlio..  dunque gli voglio  insegnare a  stare al  mondo,  che non  è facile  al  giorno d’oggi. Ti dico la verità: a me mi piange il cuore vederlo sempre lì con la testa nei libri e i libri nella testa...  Certe volte, te lo dico  in tutta  confidenza,  non  riesco  a  capirlo,  a   comprenderlo...questo Benedetto ragazzo!...Guarda, te lo giuro,  gliela brucerei tutta  quella cartaccia che ha davanti. Ha  quasi trent’anni e  studia  ancora! Non  è possibile! Credimi che ho vergogna per lui!
Antonella:Forse stai esagerando un po’, papà! A parte il fatto che il Nino ha solo venticinque anni, e non trenta,  come dici tu, e che  fra tre o  quattro mesi è già bell’e laureato, io non so perché disprezzi così tanto i suoi studi...o la cultura... perché? Non è per caso che ne provi gelosia?
Aldo:E tu chiami cultura buttar via la testa  nei libri? La scienza, cara  la mia ragazza,  non  sta  nei  libri,  ma  nella  vita...non  è  fatta  di astruserie, ma di cose pratiche, concrete, che si toccano con le mani...
Antonella:Come i denari!
Aldo:Brava! Come i denari
scena quarta
( Gertrude e detti)
Gertrude:( cantando ) Marina, Marina, Marina, ti voglio al più presto sposar...
Aldo:Uccel che canta in gabbia o canta per amore o canta per la rabbia. Visto che alla tua età di amore ce n’è restato  ben poco, per non dire  niente del tutto, allora vuol dire che è la rabbia che ti fa cantare...
Gertrude:Sì! La rabbia! Che mi fai prendere tu quando parli così da stupido...!
Aldo:E’ un parlare onesto, veritiero. Ma già: la verità, si sa, la fa male!
Antonella:Stamattina il papà ce la su con tutti.
Aldo:Mettere la gente davanti alle sue responsabilità non significa averla su con tutti.
Gertrude:Ma bisogna essere anche obiettivi nei giudizi
Aldo :Più obiettivo di così!
Antonella:Adesso! Non mi sembra proprio che la  mamma sia tanto vecchia come  vuoi descriverla tu!
Aldo:Tu, carina, parli per il tuo interesse. (reazioni da parte di Antonella) ...Adesso ti spiego: giovine lei,  più giovine te!  Chiaro? E  comunque, prevengo ogni tua protesta,  se tua  mamma non fosse tanto vecchia,  non starebbe di sopra delle ore intere in camera da letto a pasticciarsi  la faccia... E mettere su di  qui... e tirar  via di là...  e una  rughetta qui... e una là... e una lisciatina ...e una pennellatina...Non l’hai mai vista quando si libera della panciera? pare incinta di quattro mesi!  Che a volte, quando non sono ben sveglio, mi prende una paura, ma una paura!
Gertrude:Quando tu hai l’occasione di parlare  male di me, sei tutto  contento. Sembra addirittura che ringiovanisci... di tanto diventi un gallo!
Aldo:Magari   fosse vero!  Venderei  il brevetto  al mondo  intero...E  sarei sommerso da una valanga di soldi ...danee...danee ... danee!
scena quinta
( Benedetto e detti )
Benedetto:Danè, danè,  danè! Ma  perché  non  erigi un  monumento  ai  danè?  Sono diventati il tuo Dio, il tuo padrone, la tua filosofia...
Aldo:Forse il paragone è un  po’ esagerato,  ma sei andato  vicino lo  stesso alla verità
Benedetto:Allora, quando muori, di’ a  tua moglie  di farti fare  una cassa  tutta tappezzata di biglietti da centomila...
Antonella:No! No! I soldi servono a me!
Aldo:Hai sentito? Nemmeno dopo morto mi vogliono accontentare
Gertrude:Già! Ma intanto però non muori lo stesso!
Aldo:Hai così premura?
Gertrude:Sono ormai dieci anni che ti sento piangere: mi fa male il cuore, ho  le coronarie che  non funzionano  più...e  le vene...  non  sai  come  sono fragili le mie vene... e la flebite... la circolazione del sangue...  il diabete... Muoio, Gedìn... Gedìn sarei  io, mi chiama così  quando è  in vena di tenerezza... muoio...E poi non muori mai!
Benedetto:Ti vuole un gran bene tua moglie, eh! Un bene da morire!
Antonella:Son cose che si dicono così, signor Benedetto, per stare, come si  dice, un po’ allegri.
Benedetto:Mi pare un’allegria un po’ macabra, cara. Ma intanto che sono qui, e per cambiare  discorso,  fammi  un  piacere:  tagliami  un  paio  d’etti  di formaggio, di quello svizzero, con la  goccia, e un etto di  stracchino, di quello dolce...
Antonella :Questo? Va bene? ... E questo?
Benedetto:Brava, proprio quelli. ( ad Aldo ) E mio figlio?  Si può sapere come va  nel suo nuovo ruolo de garzone di bottega?
Aldo:( incerto ) Ma... non  si può parlarne male...  Ma se fosse  un po’  più sveglio e un po’ più furbo... andrebbe meglio...
Antonella :( premurosa, rimproverando ) Papà!
Benedetto:No! No! Non difenderlo! Voglio sapere la verità!
Aldo:Mi pare, se proprio vuoi sapere la verità, che tuo figlio viaggi con  la testa nelle nuvole... o  meglio... nei  libri: te lo  confido con  tutta franchezza, vorrei vederlo  un  po’ più  pratico, concreto,  attento  ai fatti materiali...
Benedetto:Se ha la testa nelle nuvole forse ha imparato da me. Ma almeno lavora  o no? O è iscritto alla società del guai a chi suda?
Aldo:Per lavorare, lavora.  Soprattutto quando  è ‘insieme a  mia figlia:  si ficcano là, nel retro, da soli, e stanno lì delle ore intere a lavorare.  Sbattono, frugano, fregano, pasticciano, fanno e disfanno: insomma, alla fine della fiera, la merce è pronta per la consegna.
Antonella :Due etti e trenta grammi: va bene così?
Benedetto:Benissimo! Segna sul libretto che alla fine del mese vengo a pagare.
Gertrude:Non segnare nulla,  Antonella. Il  Benedetto  è un  amico: per  un  paio d’etti di formaggio non è il caso.
Aldo:Che il  Benedetto sia  un amico  è  la sacrosanta  verità. Ma  se  vuole pagare, lascia che paghi: sarà  un pagare da amico...E poi...gli  affari sono affari! Si vede proprio che i soldi non li maneggi tu!
Gertrude:Lo scusi, signor  Benedetto! A  mio  marito non  c’è come  parlargli  di sconti e di regali per  fargli dimenticare i sentimenti (tragicomica  ): sei un giuda! Un...Un giudeo del Sacro Monte!
Aldo:E già! Perché le tratte non le tratti tu! Io, io le maneggio le  tratte!  Io le ho sulle mie spalle! Altro che! Prova tu ad andare da quello della Galbani, a pregarlo di concederti uno  sconto o addirittura di  regalarti uno scatolone di formaggini mio! Guarda qua! Guarda! ( apre il cassetto)
Queste sono tutte  tratte da  pagare, al primo  lunedì del  mese...  Don   Enrico  festeggia  il  primo  venerdì  del  mese,  a  me  invece   tocca   festeggiare  il  primo   lunedì...in  banca...  domandalo   un  po’   al   cassiere...  siamo  persino   diventati  amici...   da  tanto   che   ci frequentiamo...
Gertrude:Il Benedetto sì che ti  è amico! Possibile che non  lo sai  riconoscere? Possibile che non puoi offrirgli un paio d’etti di formaggio?
Benedetto:Lasci perdere, signora Gerrtude, conosco il mio amico Aldo e so che  cosa vuol dire ...non me la prendo, di certo ...
Gertrude:Oh! Ma è una figura troppo grande!
Antonella:Papà! Non sei capace nemmeno di rispettare i sentimenti
Aldo:Oh! Bella! Ma  se è  lui che vuole  onorare il  suo debito?  Perché  mai proprio io dovrei rifiutare? Se rifiuto, potrebbe offendersi.. ed io non voglio offendere degli amici...Certo che  se dovessi imitare gli  esempi di tua madre...! Beh! Con  le sue amicizie, lei  farebbe mangiare  gratis tutti gli  operai  del  Dansi...  a  patto  che  siano  belli,  forti  e robusti...e soprattutto alti, almeno una spanna più di me!
Benedetto:Via, via! Non è il caso di mettersi a litigare (ad Aldo) vieni al bar che ti offro un caffè.
Aldo:Sì. Sento proprio la necessità di un calmante!
( via entrambi )  
scena sesta
( Gertrude e Antonella )
Gertrude:Allora il Nino si è deciso finalmente a fissare l’anno del matrimonio, o è ancora tutto in alto mare?
Antonella:Non abbiamo ancora parlato di questo.
Gertrude:Ma che tipi  che siete, voi  due! Che  cosa aspettate? Quando  è ora  di portarvi al Molina?
Antonella:Penso che prima di prendere  qualche decisione, Nino debba  per lo  meno essere laureato e a posto col lavoro.
Gertrude:Ma se sono già tre  anni che  continua a promettere  di prendere  questa benedetta laurea e poi non si laurea mai?
Antonella:Via! Non esagerare anche tu come papà. E solo un anno fuori corso...
Gertrude:Io, quelle cose  non le  capisco... ma mi  sembra che  fra tutte  e  due formiate una bella coppia! Va’ là!
Antonella:Del resto, è meglio aspettare che sposarsi senza ben  conoscersi...senza un avvenire... Mi pare di sentirlo arrivare. Chiedilo a lui, se vuoi...
scena settima
( Nino e dette )
Gertrude :Nino! Nino, sei tu?
Nino:(d.d.) In persona.
Gertrude:Mi ha detto Antonella che dopodomani dopo avresti un esame: è poi l’ultimo?
Nino:(entrando ) Se Dio vuole, sì! E poi la tesi, finalmente!
Gertrude:Sicuro?
Nino:Certo!
Gertrude:Meno male! Così dopo potrai pensare a sistemarti.
Nino:Eh, sì! Sto già cercando  una qualche sistemazione,  magari a  part-time, presso lo studio di qualche avvocato...
Gertrude:E sistemarti dalla parte del cuore, ancora non ci pensi?
Nino:Da quella parte sono già sistemato. E comodamente, devo confessare.
Gertrude:Cerca di non fare il furbo con me!
Nino:Faccio quel che  posso...ma  adesso, con  permesso, vorrei  ritirarmi  a studiare, mentre aspetto il padrone...
Antonella:Mi ritiro anch’io...
Gertrude:No! Tu sta qui Gli fai perdere la concentrazione nella materia.
Antonella:Ma se l’ho sempre stimolato, io, con la mia materia!
Gertrude:E’ vero?
Nino:Non posso  negare.  La  sua  presenza  è  stimolante  e  di  conseguenza favorisce l’apprendimento della materia stessa. Se non avessi timore  di plagiare nostro padre Dante, direi che la donna è come un angelo che  ci guida alla scoperta della verità...
Gertrude:Bene! allora va di là a stimolarlo: di materia mi sembra che ne possiedi a sufficienza.
scena ottava
( Venanzio e Gertrude )
Venanzio:Buondì, signora Gertrude. Il maritino non c’è?
Gertrude:E’ uscito un attimo fa con un suo amico
Venanzio:E non ha paura di lasciare da sola una così gentil beltade?
Gertrude:Ha voglia die scherzare, stamattina, il signor Venanzio...
Venanzio:Non sono mai stato così serio come in questo momento!
Gertrude:Via,  via! Non sono complimenti che si possono fare ad una donna sposata!
Venanzio:Anzi! E’ proprio perché è sposata che li merita questi complimenti!
Gertrude:Sta diventando  matto?! E  poi  ci troviamo  qui in  bottega,  potrebbe venire  gente,  potrebbe  entrare   improvvisamente  mio   marito...cosa penserebbe?
Venanzio:Può pensare quello che vuole!!  E’ più  di quindici anni  che faccio  il viaggiatore, e sono più di quindici anni che la vedo, signora  Gertrude, sotto le grinfie di quel bruto d’un  Aldo, suo marito. Altro che  angelo della casa...lei  è una  schiava...  glielo dico  io, e  mi  dispiace...  Quindici anni che è sempre lì, dietro  la cassa, a segnare sui  libretti dei clienti, a prendere i  soldi, a restituire il  resto, sottomessa  in tutto e per tutto a quello  schiavista d’un marito... ( proteste  deboli da parte di Gertrude )  Che me  lo lasci dire,  signora Gertrude, che  mi faccia parlare: è ora di  cambiare vela, di  ribellarsi... Una  bellezza pari alla  sua non  è stata  creata  per ascoltare  i clienti,  le  loro lamentele, i loro capricci... Lei è  fatta per le nobili altezze...  per salire in alto sempre più in alto...ma per questo ci sono qua io che  la porterò fuori  da questo  immondezzaio,  verso le  altitudini  pure  del cielo, verso le vette sublimi della nobiltà...
Gertrude:Piano, piano, signor Venanzio! lei mi confonde, tanto che vede,  adesso, non riesco nemmeno più a ragionare....
Venanzio:Non è necessario ragionare... non c’è nulla da capire...( in  ginocchio) per l’amore sconfinato che ti porto, per questo cuore malandrino che  ti vuole, per il mio spirito solitario che ti cerca, Gertrude, (comicamente tragico ) fuggiamo,  fuggiamo verso  lontani lidi, esotiche  sponde,  la nostra alcova preparata è  già, nessuno  può fermarci: né  il tempo,  né l’ora, né i falsi affetti...fuggiamo, l’ora dell’amore, del vero  amore, è  scoccata  anche  per  te   (  s’inchina  verso  terra  nell’atto   di abbracciarle i piedi )
scena nona
( Aldo e detti )
Aldo:(entrando) Ha perso qualcosa signor Venanzio?
Gertrude:Una lente a contatto
Aldo:Teh! Non lo sapevo che portasse quelle cose lì!
Gertrude:Adesso lo sai!
Venanzio:Ecco: l’ho trovata ( da parte, finge di rimettersi la lente)
Aldo:( dopo aver scrutato incuriosito Venanzio ) E’ tornato quel fannullone d’un Nino?
Gertrude:E’ andato nel retrobottega con Antonella, deve studiare per un esame  di domani.
Aldo:Di che esame si tratta? Di anatomia, forse?
Gertrude:Non lo so, non parla molto volentieri dei suoi studi ...
Aldo:E tu non ti sei informata? Ma che mamma sei? Domandaglielo! Anche perché sono curioso pure io di saperlo.( Gertrude via ) ( a Venanzio ) E lei, signor Venanzio, come mai è venuto qui anche oggi? Non è il suo giorno di riposo?
Venanzio :Non viaggiatori no  abbiamo nessun  giorno di  riposo, non  siamo  certo equiparati a  degli  statali. Volevo  semplicemente  sapere  se  avesse bisogno dei biscotti latte e miele, che vanno così a ruba...
Aldo:Andranno a ruba nelle altre botteghe, qui no. Al giorno d’oggi quello che rovina i piccoli commercianti, e  il commercio in  generale, sono  tutti questi grandi magazzini,  questi supermercati dell’ostrega  che si  sono moltiplicati come funghi. Oltre  alla concorrenza sleale  nei prezzi  ti portano via  il  liquido  contante.  La gente,  quando  la  resta  senza liquido,  viene  da  noi  piccoli   negozianti  e  fanno  segnare   sui libretti... naturalmente  Venzio E lei venda la merce pronta cassa...
Aldo:Non arriverebbe più  nessun cliente  ... Si squaglierebbero  tutti  come uccel di bosco ( entra Gertrude )  ...Ma ecco mia moglie...Gertrude, fammi un  piacere: va’ di là a  fargli vedere tutta la  quantità di  scatole di biscotti  latte e  miele che  è rimasta invenduta... Il  signor Venanzio  non ci  crede... E’  come  san Tommaso in persona: toccare per credere...
Gertrude:Ma... non è il caso ...
Aldo:( a Venanzio  ) Vada  nel retro...  e tu  accompagnalo, su,  non  essere maleducata...
( Venanzio e Gertrude via )
Intanto io ne  approfitto per  fare due conticini...Prevedo  che  questa settimana ho guadagnato molto  poco, anzi  ci ho perso  ...Il giesse  ha fatto il ribasso  di tutta  la carne  di  maiale ed  io sono  rimasto  a secco...  Fortuna  che  c’è  ancora  l’abitudine  di  farsi  servire   a domicilio... Sul servizio aggiungo il  dieci per cento e  con questo  mi rifaccio un po’ le ossa...
(squilla il telefono )
Pronto!...Sì! Sono io...chi  parla, prego? Ah!  la signora  Bottasini...  sì, che la  mi dica...Tre  etti di ravioli  freschi di  giornata...  per oggi?... Ah! ecco...perché se li avesse avuti bisogno per oggi avevo già finito la scorta...  lo  sa?...Vanno, vanno...  Sarà perché  sono  fatti dalle mani delicate  della mia  dolce  metà ...  Il solito  misto...  le inserisco anche la lingua?... E’  arrivata fresca proprio  stamattina  ( fa un gesto come per dire: non è vero, ma  non importa ) Poi?... Non  ho capito mi scusi, ma sto diventando  un po’ sordo... La cannella?...  Sì, ho la  cannella... e  come!...Va  bene...inserisco anche  quella...E  un chilo di pane...A ben vedercela  signora Bottasini, i  miei rispetti  al signore. Ecco fatto ( soddisfatto ). Nino!? Nino! Fa’ in fretta,  vieni, che ho un servizio da preparare! Su, muoviti!
scena decima
( Nino e Aldo)
Nino:(entrando) Eccomi! Quel che comanda, signor Aldo!
Aldo:( mostrandogli il foglietto )  Tieni! Prepara tutta questa merce e cerca di non  dimenticare  nulla,  hai  capito?  La  signora  Bottasini  abita lontano... fin quasi alla Valgella, e la benzina costa, andare su e  giù due volte è uno spreco che non posso permettermi. Hai capito?
Nino :Sarà fatto.
Aldo:Bene, vai  pure... Ah!  no,  Fermati un  momento...  Mi  dimenticavo  io adesso...che esame stai preparando?...Di anatomia  forse? Visto che  hai voluto ostinatamente la consulenza di Antonella...
Nino :Sociologia del diritto...
Aldo:Oela! Roba da diventar matto...veramente!  E la sociologia del  rovescio non la si studia più, mio caro figlio?
Nino :Non esiste una simile materia.
Aldo:Ah no!? E allora dovrebbero  inventarla... Possibile che a tutti  questi genioni di gran  professoroni di  cattedratica non si  a mai  venuto  in mente che  insieme al  diritto  bisogna accoppiare  anche  il  rovescio? Eppure è così facile da capire! Diritto e rovescio, rovescio e  diritto: su e giù giù e su...
Nino:Ma il diritto che si  studia all’Università non ha niente  a che  vedere con queste sue teorie strampalate, tanto che sembrano barzellette...
Aldo:Non sono barzellette, caro figliolo! E’ la realtà! Oggi ti va bene  tutto ...e siamo davanti al diritto... domani ti va tutto di traverso... ed  è il rovescio...no?
Nino:E’ una filosofia un po’ troppo semplicistica, questa...E poi il  diritto che  studio  io  ha  a  che  fare  con  i  grandi  nomi  della   cultura umana...Weber, Durkeim, Rousseau...
Aldo:( fermandolo ) E questi  grandi professoroni dell’umanità, come  affermi tu, non hanno mai pensato che una vela,  in mare aperto, quando c’è  una bella burrasca, ma di quelle  giuste, va a  gambe per aria  e mostra  il culo al cielo al posto dell’albero maestro?
Nino:Lei sta confondendo le carte in tavola.
Aldo:No! Proprio no!
Nino:Io dico di  sì...perché vuol  dimostrare che i  miei studi  non  valgono niente... vuole confondermi... ma si sbaglia
Aldo :Dimostramelo!
Nino:Glielo proverò! Intanto vado a preparare il servizio...
scena undicesima
( Gertrude, Venanzio, Aldo)
Gertrude:(entrando) Vede, dunque,  che  per il  momento non  possiamo  effettuare ulteriori acquisti...
Venanzio:Sarà per la prossima volta...
Aldo:Allora, signor  Venanzio, ha  visto,  ha toccato  colle  mani  come  san Tommaso? Gertrude,  gliel’hai ben  mostrata  la merce?  Gliel’hai  fatta toccare? ( a Venanzio ) Ha toccato, ha toccato?
Venanzio:Ho toccato!
Aldo:Allora è soddisfatto? Non voglio che  domani mattina venga ancora qui  a pretendere di vendermi  i biscotti  latte  e miele!  Ha saziato  i  suoi occhi? Ha visto bene? Mi scusi se insisto, ma non vorrei proprio  averlo tra i piedi, mi scusi, qualche altro giorno...
Venanzio :Ho visto, ho toccato, e mi sono saziato!
Aldo:Bravo! Così si fa! Queste sono le frasi storiche che bisogna sentire!
Venanzio:Dunque, ripasso fra una qualche settimana?
Aldo:Dica pure fra  un paio  di  mesi! Gertrude,  per favore,  accompagna  il signore alla porta mentre io continuo le operazioni carico e scarico ...  Grazie!
Gertrude:Venga, signor Venanzio che l’accompagno fino alla macchina ...
Aldo:Fra un paio di mesi... Ci siamo capiti?
Venanzio:Ho capito... Addio!
( Venanzio e Gertrude escono )
Aldo :Rivederci...
( esce da una parte laterale, dopo aver preso carta e matita)
scena dodicesima
(Antonella e Nino )
( inizialmente la scena rimarrà  vuota per qualche  secondo, rumori  dal fondo, e un’automobile che parte)
Antonella:Devi proprio avere una pazienza di Giobbe per sopportare quel rustico di mio padre!
Nino:( melodrammatico  ) E’  il  tuo amore  cara che  mi  dà la  forza  e  il coraggio...
Antonella:Oh! Nino
Nino:Se non avessi te, se non ti amassi, di sicuro l’avrei già aggredito,  se non con le mai, certamente con le parole. Ma...pensando a te, mi  freno.  Vedo tutto sotto un altro  aspetto... e... e riesco  a sopportare  anche tuo padre... e un po’ anche tua madre...( Antonella cerca di riprenderlo ) ...Sì, anche tua  madre...che spesso  mi soffoca,  mi opprime  con  quel suo:( scimmiottando) quando la sposi,  quando la sposi...?  Non c’è  noia maggiore  e peggiore di questo ritornello
Antonella:Ma almeno mi vuoi bene?
Nino:E come potrei altrimenti?
Antonella:( fingendo serietà) E allora quando mi sposi?
Nino:( La guarda un po’ stupito, poi intuisce lo scherzo ) Mai e poi mai!
Antonella:( fingendosi risentita ) Malvagio e crudele!
Nino:( stanco delle finzioni ) Ti amo!
Antonella :( tenera ) Anch’io, sai? Molto!( si abbracciano e baciano a soggetto )
scena tredicesima
(detti e Aldo )
Aldo:Ah! E’ così che si studia? Quasi  quasi mi faccio studente anch’io.  Che facoltà mi consigli? Quella di anatomia? E’ interessante?
Antonella :Via! Papà!
Nino:Signor Aldo, lasci che le spieghi...
Aldo:E perché bisogna spiegarsi? Lo  sai, caro il mio  giovanottello, che  mi piaci un mondo quando ti vedo accanto a mia figlia che l’accarezzi e che la baci? Io sarò un  po’ rustico ed ignorante, non  ho studiato io,  ma ragiono così:  abbracciala, baciala,  sposatela  e portatela  in  letto!  Ragiono male? Non mi sembra...Se sbaglio correggimi tu che hai studiato...  E poi, non per dire, l’ho messa la mondo io l’Antonella: è mia figlia...  e qui di roba da  studiare ce n’è un sacco  e una sporta... altro che  i libri...!  I  libri...sì!  Tutte  fantasticherie,  tutte  falsità...roba marcia...Eccola qui la verità...questa è  la vita! Goditela intanto  che sei giovane...intanto che c’è tempo, voglia e fisico. Perché dopo a  una certa età...(  gesto significativo  )  ti resta  poco  o  niente...si  è stanche, affranti, non  si ha  più voglia...Cogli la  Rosa mentre  è  in fiore,  sennò  ...   dammi  retta,   ho  esperienza  e   cognizione   di causa...abbandona tutti i  tuoi libri,  tutta quella cartaccia  buona  a niente...Ti  regalo   la  bottega,   va’,   se  mi   ascolti.   Insieme, naturalmente, a mia figlia...
Antonella:( tra il rimprovero e la gratitudine )Papà...
Nino :Grazie, ma non posso accettare.
Aldo:( riscaldandosi ) E perché no? si può saperlo, eh!?
Nino:Primo perché, senza offesa, non ho la stoffa del commerciante...
Aldo:Di questo mi sono già accorto, ma con un po’ di pratica ...
Nino:Secondo perché sarebbe sciocco, mi scusi, da parte mia, interrompere gli studi  proprio   ora   che   ho   quasi   terminato,   che   sono   agli sgoccioli...Terzo
Aldo:Calma! (  pensieroso )  Parli  bene tu...  è vero...  quasi  quasi  sono tentato di  darti ragione...  ma  (accalorandosi  ) la  mia  esperienza dice...
Antonella:( tappandogli la bocca gentilmente)
Lascia  perdere  la  tua  esperienza,  papà...lasciaci  fare  di   testa nostra...non siamo più bambini...
Aldo:Ma...
Antonella:Non c’è ma che tenga... Consigli di questo genere  il Nino ed io non  li accetteremo mai...
Nino :Oggi come oggi, una laurea...
Aldo:No, no! Porca  malora! Ma  non  avete capito  niente!  ...  Niente  ...La laurea...sì! E’ carta straccia. Quella che vale  ( va nel cassetto e  ne estrae moneta )  è questa  di carta...E  poi...(accalorandosi )  se  non volete darmi ascolto, andate pur via, fuori dalla mia casa  ...sposatevi pure... ma senza il mio consenso...Allora sì vi accorgerete come  vale la mia esperienza in confronto della vostra cecità!... Vi viene in tasca tanto con i vostri libri! La vostra scienza... i vostri  diplomi...Puah!  (  finge  di   sputare  )   Roba  buona  solo   da  sulle   pareti   del cesso...Ricordatevi che... (  alza il braccio  quasi profeticamente,  ma viene fermato dalla figlia )
Antonella:Basta! Papà,  basta! Sono  stanca  di sentirti  fare questi  discorsi  ( accenna al pianto )
Aldo:Adesso cosa c’è? Non si può sostenere un piccolo ragionamento in  questa casa che subito si mettono a piangere ... E’ tutta sua madre!  ( a  Nino )  Hai  visto?  Adesso  l’hai fatta  anche  piangere,  la  mia Antonella, con i tuoi discorsi campati in aria, fuori proposito...
Nino:Ah! sarebbero miei i discorsi fuori proposito!?
Aldo:Certo! E di chi altrimenti? Io sono ben capace di ragionare, cosa credi? Con tutta la ...
Nino e Antonella:( all’unisono, ma con toni differenti ) la mia esperienza...
Aldo:Ma tu...tu sei senza cervello,  una testa in aria... tra  nuvole...anzi: tra i libri...Studia, studia che in questo modo riempi la casa di soldi!  Stupido che non sei altro!( prende Nino  per le  spalle e lo  butta violentemente  tra le  braccia della figlia. Poi se ne va )
TELA
 
 

ATTO II
scena prima
( Gertrude e Aldo )
 
Gertrude:Come? Non hai ancora terminato di far  i tuoi conti? Tutte le  domeniche che ha creato  il Signore  tu le impieghi  in questa  bel modo:  fare  i conti!
Aldo:E tu invece tutte le domeniche che ha creato il Signore le impieghi  per rompermi le scatole!
Gertrude :Villano al quadrato!
Aldo:Hei! Siamo ormai  sposati da  vent’anni e sono  vent’anni che  mi  sento ripetere codesto ritornello, con conseguente abominevole turpiloquio
Gertrude:Infatti, sono vent’anni che mi  rispondi in  malo modo, come  se io  non fossi tua moglie,  ma il  tuo cane,  o  peggio ancora  il tuo  asino  da soma...
Aldo: Sempre di bestia si tratta...
Gertrude:Ecco! Vedi? Sei solo capace dio offendere!
Aldo:( cantando  )  Vieni  piccina  mia, vieni  dal  tuo  papà...  (cerca  di avvicinarsi alla moglie per stringerla ai fianchi )
Gertrude:E sta fermo! Per chi mi hai preso? Per la tua schiava personale?
Aldo:Non sarebbe poi un’idea malvagia
Gertrude:Ma non lo sai che lo schiavismo è abolito su tutti i mercati del  mondo? Lo sai o non lo sai? Dì...
Aldo:A dir la verità lo sapevo, certo, ma  se vai avanti a chiacchierare  per niente non posso concentrarmi nelle operazioni... E poi cosa sarebbe mai tutta questa storia  dello schiavismo:  è già  da un  po’ di  tempo  che avanzi certi idee!? Mi nascondi qualcosa?
Gertrude:( incerta ) No...ma... ( suono di campane  ) Senti: suona messa. E’  già il terzo: vuoi arrivare tardi a messa anche stamattina?
Aldo:Che cos’è tutta questa fretta di  cacciarmi via? Non aspetterai mica  il moroso, delle volte?
Gertrude:( imbarazzata ) Aldo...dai!?... E’ già la terza domenica consecutiva che perdi messa...perché arrivi in ritardo
Aldo E’ sufficiente arrivare al Vangelo: la messa ha lo stesso valore, tutta intera...
Gertrude:Su, su...piantala lì con i tuoi conti...miscredente...
Aldo:Oh! Ma allora è vero: tu aspetti l’amante!
Gertrude:No,  no! ( ancora imbarazzo ) mi preoccupo... mi preoccupo della tua anima piuttosto...adesso  stai anche diventando vecchio e ....
Aldo:Della mia anima? Non voglio morire oggi! ( guarda l’orologio ) Ho ancora tutto il  tempo di  fare un ultima  operazione di  matematica applicata... applicata naturalmente ai miei interessi...
Gertrude :Ma farai tardi, lazzarone!
Aldo:Ti dico di  no...E poi anche  se arrivo  dopo il Vangelo  basta che  nel bacile infili dentro qualche soldino... e la messa vale come se l’avessi ascoltata interamente...
Gertrude:Non sono ragionamenti da fare! Prova a dirlo anche a don Franco e poi mi saprai rispondere...
Aldo:Ma se è stato proprio lui a  consigliarmi questa penitenza per tutte  le volte che arrivo in ritardo in Chiesa?
Gertrude:Non ci  posso credere  e...  e comunque  non  aggravare  la  situazione, adesso...
Aldo:( si alza a fatica, guarda l’orologio, indugia ) Bene vado...( prende il cappello, poi quando è sull’uscio )
Mi raccomando  il  risotto:  non  farmelo crudo,  perché  non  riesco  a digerirlo...            
Gertrude:Lo farò  diventare colla dei  manifesti,  se  Se è  così  che  ti  piace, ma sbrigati ora se non vuoi arrivare tardi a messa...Aldo Oh! Che fretta!  Vado vado!(via)
scena seconda
( Gertrude e Antonella )
Gertrude:( rimane un po’  pensierosa, poi va  all’apparecchio telefonico.  Mentre sta  per   prendere  il   ricevitore   entra   Antonella,   visibilmente addormentata. Riattacca il ricevitore )Le ore piccole anche stanotte eh!?
Antonella:( sbadigliando ) Insomma, mamma non siamo più dei bambini!
Gertrude:Non è questo! Ma se vai avanti così ti rovinerai la salute.  Conservati, dai, che è meglio per te!
Antonella:A chi volevi telefonare?
Gertrude:Mi era venuto in mente di invitare la Rosa
Antonella:Oh! sì! La zia Rosa! Sono contenta di rivederla!
Gertrude:Lo sai che dopo che  le si sono sposati i  figli mi sembra più sola  che mai. Bisognerà pure farla sentire viva, povera donna!
Antonella:Mah!?...Telefona, allora...perché non telefoni?
Gertrude:Ma... forse, non so, non è in casa ....
Antonella:Dove vuoi  che vada?  Certo  non dalle  nuore... Dicono  che  noi  siamo bottegai... quasi con disprezzo....come se fosse meno nobile vendere che comprare...
Gertrude:Hai ragione! E’ grazie alla bottega che la Rosa ha potuto allevare  bene i suoi figli!
Antonella:Però che strano! Possibile che  il Gianni  e il Nando  non pensino  alla loro madre?
Gertrude:Eh! Cara mia! C’è tanto egoismo oggi,  nelle famiglie che non si  guarda in faccia più a nessuno...nemmeno alla madre...!
Antonella:Io non agirò così! Te lo giuro!... E nemmeno il Nino...
Gertrude:Non giurare che si fa peccato! ...E poi domani non si sa come si vada  a finire... ( pausa ) I giuramenti... (pausa ) la fedeltà... (  riflette pensierosa ) Via, via... non  è il momento...  (scaccia con  la mano  i pensieri) Piuttosto... c’è una qualche novità fra te e il Nino o no?  Per esempio quando vi  deciderete una  buona volta a fissare  la data  del matrimonio?
Antonella:Oh! Adesso mi  viene in  mente... e sono  in ritardo...Devo  uscire  con Nino...che mi aspetta in piazza...forse è già là ad aspettarmi...  ( via )
Gertrude:Quando  tocco  certi  argomenti  mi  scivola  via  come  una   saponetta bagnata....Mah!
scena terza
( Gertrude e Venanzio )
Gertrude:( ritorna al telefono e compone il numero )Pronto? Rosa?... sono  io, Gertrude...  Ciao...Come stai?...Bene...  sì, anch’io...Eh? ...Mah?! Non lo so...  Non lo so quando la  sposerà...sarà quando Dio  vuole...Certo, io  ho  piacere di  vederla  sistemata...  Il Nino?...Ah! E’  un  bravo  ragazzo...  lavora... studia...eh! già!  E’  un grande dono questo, Hai ragione!....No...Sì...sì...certo...  ( suona il campanello )
( forte ) Vengo subito!( al telefono ) Suonano alla porta,  ti devo lasciare, ciao!... Oh!  Che oca! Dimenticavo il  vero motivo  della telefonata...Oggi vuoi  venire  a pranzo da noi?...Sì? Bene, ti aspetto, allora!...Ciao, ciao...  ( riattacca, poi di fretta corre ad aprire) Arrivo!( apre la porta e appare Venanzio )Lei!? Lei qui!? Ma che cosa vuole ancora da  me? le ho già spiegato  che non voglio più aver nulla a che fare con  lei! Quello che c’è stato  c’è stato fra noi, ma adesso è tutto terminato! Basta! E’ tutto finito...  E poi che faccia tosta, venire fin qui ... in casa mia!...
Venanzio:Lascia che ti spieghi,  calmati! Io,  come vedi, mi  permetto ancora  di darti del  tu, non  della  signora... dopo  quello che  abbiamo  passato insieme.... (  romantico, ma  forzato  ) Tu  ed io.. Insieme! Non  ho dimenticato quei bei momenti che  abbiamo vissuto... i  tuoi baci,  come erano dolci...  Gertrude, più  dei  biscotti latte  e miele  che  ti  ho venduto i tuoi occhi, le tue dita, le tue mani... i tuoi...
Gertrude :Basta! Taci, taci! Così mi fai soffrire!
Venanzio:No! Voglio proseguire!  Sono ricordi,  certo, perché  ormai  ...(triste, recitativo )...Ormai tu hai cambiato atteggiamento nei miei confronti
Gertrude:Sono sposata,  Venanzio...  Ho  i  miei  doveri...  i  miei  compiti  di responsabilità...
Venanzio:Ma eri  ben  sposata  anche  tre mesi  fa  quando  nel  retrobottega  mi accarezzavi... mi baciavi... con tutta la tua passione... e  l’ardore...  e ti accaloravi... e la tua bocca era un’armonia piena di...
Gertrude :Taci! Per favore! Basta!
Venanzio:Non dire basta!  O eri  bugiarda allora,  quando mi  sussurravi:  t’amo, Venanzio, più  della  mia  vita!...O  sei  bugiarda  adesso  nel  dirmi: basta...
Gertrude:Non mi faccia questi discorsi... Come vede,  io le do ancora del  lei...  anche  perché   sono   successe   certe  cose,   ho   capito   di   aver sbagliato...sono stata  troppo  una sciocca,  stupida...  ho  agito  con leggerezza ...Sì, sì... non mi interrompa,  per favore, lo so quello  che lei vorrebbe  rispondermi:  la  colpa  è mia,  tutta,  tutta  mia...  ma adesso... mi  assumo  bene consapevolmente  le  mie  responsabilità  ...  Veramente... Però, adesso, basta!... Ho chiuso i conti col passato...
Venanzio:No,  no! Non è possibile una storia come questa! Lo vedo solo  guardandoti negli occhi... non è finito nulla... è ancora tutto aperto, per te...  e per me ....  quello che  c’è stato tra  noi ha  lasciato un  segno...  e visibile... Un segno su di te... e su di me...Ed è per questo che mi sono deciso di venir qui, da te, per farti una proposta...
Gertrude :Una proposta!?
Venanzio:Sì! Scappa insieme a me, Gertrude! E’ da un mese, da quando non ci siamo più rivisti, che non riesco  più a dormire, che penso  sempre a te...  ai tuoi occhi così dolci, alle tue mani  tanto tenere, ai tuoi baci...(la guarda teneramente )
Gertrude:Non mi guardi in quel  modo che mi fa accapponare  la pelle! (campanello )Stanno suonando alla porta... Adesso cosa dovrà dire la gente se lo trova qui, in questa casa? Lei ed io, insieme, da soli?
Venanzio:Che dica pure ciò che vuole...quello che bisogna dire: la verità!  ( cerca di  afferrare una  mano di Gertrude  che si  divincola e  va  ad aprire )
scena quarta
(Ferri e detti)
Ferri:(entrando)  Oh! Ha visite! ( con malizia ) Buongiorno, signor  Venanzio, come mai da queste parti?
Venanzio:Sono venuto a portare della merce mancante
Ferri:Che bravo lavoratore! Lavora anche di domenica!
Venanzio:Si fa quel che si  può...Con i chiari di luna  del giorno d’oggi non  si può certo rimanere con le mani in mano!...
Gertrude:( seccata ) Ha bisogno?
Ferri:Sì! Sono  venuta giusto  per  prendere quel  pacchetto  che  suo  marito avrebbe dovuto mettermi  da  parte...Si tratta  del misto...  tanto  per avere a disposizione un po’  di prosciutto  per fare un  sandwich a  mio figlio...
Gertrude:Vado in bottega a vedere. Chiedo scusa signor Venanzio..( via )
Venanzio:( visibilmente imbarazzato ) Bella giornata, oggi...vero?
Ferri:Come tutte le altre: né bella né brutta...
Venanzio:Volevo dire: finalmente un po’ di sole...
Ferri:( maliziosa )  Da un  mese a questa  parte il  sole non è  mai  mancato, almeno dalle nostre parti...Non so se a casa sua, nel suo paese....
Venanzio:( deciso ) No! ecco: al mio paese no!...C’era una nebbia fino  all’altro ieri...
Ferri:Nebbia? Ah  sì? Anche  d’estate?  Ma  in che  paese  vive  lei,  signor Venanzio?
Venanzio:Sì, sì! Nebbia anche d’estate! E’ una specialità di Magenta
Ferri:Ah! Perché lei è di Magenta? Non lo sapevo!
Venanzio:Sì, di Magenta, magentino...
Ferri:E a Magenta, vero?, a  Magenta, come lei afferma, il  tempo è  schifoso, non come qui da noi in viale Valganna?
Venanzio:Proprio, proprio...  il sole,  qui  a Varese,  è diverso  da  quello  di Magenta...
Gertrude:( rientrando ) Ecco il suo pacchetto ... Speriamo che vi sia tutto...
Ferri:E perché no?  Il signor  Aldo è  un tesoro  di bottegaio!  (maliziosa  ) Fortunata lei, che ha un uomo d’oro, signora Gertrude...
Gertrude :(che non raccoglie ) Già fortunata...
Ferri:Mi può segnare la spesa  sul libretto? ( le porge  un libretto blu )  lo salderò domani il mio debito...non è poi molto, vero?
Gertrude:( controlla ) Sessantamila e trecento cinquantacinque lire
Ferri :Va bene... Grazie!...Arrivederci...
Gertrude:A lei...
Venanzio :Buongiorno... ( Ferri via )
scena quinta
( Gertrude e Venanzio )
Gertrude:E adesso? Ha visto? Adesso la Ferri informerà tutto il viale Valganna!
Venanzio:E lascia che informi tutta Varese...! Non  me ne importa proprio un  bel niente... a me importa solo di te!
(Tenta di abbracciare Gertrude, che si oppone con forza )
Gertrude:Non mi tormenti più! Gliel’ho già detto! E’ finito tutto tra noi! Tutto, tutto! Tutto finito!.
Venanzio:Non è finito niente invece!  Ed io ti voglio bene  ancora più di  prima! (tenta di nuovo di abbracciarla. Gertrude si oppone, ma più debolmente )
Gertrude:Non parli in questo modo! Pensi che sono una donna sposata!
Venanzio:Brava! Ed è  proprio questo  che mi  manda in  bestia! Pensarti  fra  le braccia d’un bruto simile!...(accenna a una foto del marito )
Gertrude::Ho sbagliato e adesso sto purgando i miei peccati...Ma vada via da  qui, se veramente mi vuole bene...se vuole vedermi felice...
Venanzio:Ti voglio bene,  sì! Ti  voglio bene  ( l’abbraccia  e Gertrude  non  si oppone più )
Gertrude :( con uno scatto )O Dio! Che  sto facendo?  Venanzio! No! Che  stiamo facendo!?...  mi  fa perdere di nuovo la testa! Una seconda volta!
Venanzio:Lascia dar sfogo al tuo  sentimento...perché, vedi, è il sentimento  che parla...
Gertrude:No! Non dica delle atrocità! E’ il demonio!
Venanzio:Via...via... ( cerca di riabbracciarla )
Gertrude:No!...ti  ho  ceduto...è   vero...  ma  adesso   voglio  acquistare   la pace...Voglio rimanere sola con i miei peccati, nel mio dolore, nel  mio sbaglio...Devo già sopportare una penitenza  solo al pensiero di  averti dato retta una prima volta  .... e di  aver tradito mio  marito, la  mia famiglia...
Venanzio:Che gran peccato! Tradire un  marito... E  quello per giunta!  Non è  un marito chi fa vivere la moglie nella ... nella palta...  ( Gertrude ha un debole cenno di protesta )
Bel marito quello!...Pensa solo a se stesso, alla sua bottega...che vale più di sua moglie... pensa ai soldi ...Ma questi sono orizzonti limitati da... ( campanello )
scena sesta
( Moioli e detti )
Gertrude:C’è ancora gente, se la trovano qui addio! Vada di là nel  retrobottega: non si faccia vedere qui per l’amor di Dio!
Venanzio:Vado, ma solo a un patto ....( campanello )...che dopo...
Gertrude:( spingendo fuori di forza Venanzio )Via...Via...!( va  ad aprire  ) Che  si  accomodi signora  Moioli...Di che  cosa  ha bisogno?
Moioli :( guardandosi attorno ) Sola?
Gertrude :Sì, perché?
Moioli:Mi pareva di aver sentito delle voci ....
Gertrude:Delle voci...? ( tra sé ) Pettegola! ( ad alta voce ) Forse avrà sentito la radio...
Moioli :Ma se non è nemmeno accesa?
Gertrude:L’ho spenta or ora... prima di venirle ad aprire
Moioli:( titubante ) Sarà...Mi sarò sbagliata... Però, quella voce ....
Gertrude:( energica ) Allora, cosa posso servirle?
Moioli:Sono rimasta senza pane e ho  degli ospiti...Sa...? Mio figlio invita  i suoi amici senza avvertirmi e così...
Gertrude:Vado nel retro a vedere se caso mai ne è avanzato un po’
Moioli :La seguo...
Gertrude:( spaventata ) No,  no! Che non si incomodi, via!...
Moioli:Ma di chi ha paura? Nasconde forse un amante?
Gertrude:Ma cosa sta dicendo? Vuole offendermi?...Il fatto è...il fatto è...
Moioli:Il fatto è...?
Gertrude:Sa... essendo domenica... se capita la finanza...
Moioli:Se è  per  quello...  allora  mi fermo  qui...Non  voglio  metterla  nei pasticci...
Gertrude :Ecco...Grazie!...Vado e torno...
Moioli:( al pubblico ) Sì,  sta fresca, se le credo...La  finanza!...Non me  la dai a bere tanto facilmente!...( va a spiare attraverso la porta )  Non so come si faccia ad  essere così sfacciata!...Povero  signor Aldo!  Che razza d’una donna s’è scelto!? ...La finanza! sì! ...Ma non dirne più di storie, non dirne!( Sta per affacciarsi di nuovo quando Gertrude torna )
Gertrude:Ho fatto presto? Ecco il suo pane...Speriamo che basti. Se caso mai  non bastasse ... o se  avesse bisogno  di qualche cosa  d’altro, non  faccia tutta la strada per niente,  oggi il  Nino si ferma  qui a  mangiare . E’ abbastanza una telefonata  e  le faccio un  bel servizio  a  domicilio senza sovrattassa, per lei, che mi è così simpatica ...
Moioli:Grazie...Ma credo di non aver più bisogno di nulla... quanto le devo?
Gertrude:Duemila lire...
Moioli:( dà  il dovuto  )  Grazie ancora...E  che mi  scusi  se sono  venuta  a disturbarla ...
Gertrude:Si figuri! Non è nemmeno il caso di scusarsi! ( tra sé ) Bisbetica!
Moioli:Arrivederci. ( tra sé ) La finanza, eh!? ( via)
Gertrude:Arrivederci. (  aspetta  che  Moioli  sia  uscita,  poi  va  a  chiamare Venanzio) Cessato allarme...Può tornare. (Venanzio esce )Ecco! Vede? Alla Ferri si è aggiunta  la Moioli: è completo il  panorama delle malelingue! Quelle due donne insieme sono capaci di far dimettere anche il presidente della Repubblica!
Venanzio:Io, per me, me ne frego!...
Gertrude:E a me non pensa! Se ne frega anche di me?
Venanzio:E come potrei?
Gertrude:E allora che lasci tranquilla, non mi tormenti più!
Venanzio:Non voglio tormentarti, voglio solo che tu venga via con me!
Gertrude:Una piccola cosa, per lei!
Venanzio:E’ l’amore!...
Gertrude:Sta parlando a vanvera ...
Venanzio:Parlo con cognizione di causa...
Gertrude:Basta! Sono costretta a buttarla fuori di casa mia...
Venanzio:Me ne andrò...Visto che non ho più niente da sperare...
Gertrude:Non c’è mai stato nulla da sperare
Venanzio:Visto che le porte del tuo cuore sono chiuse ermeticamente, che  nemmeno la carica dei mille potrebbe sgominarle....E’ l’ultima parola? (Gertrude nasconde la faccia) Ti ho chiesto se si tratta dell’ultima parola.
Gertrude:( senza alzare il volto ) Che se ne vada via per piacere...
Venanzio:Andrò...andrò...L’ho promesso... e quello che prometto mantengo...io! ( Gertrude vorrebbe intervenire, ma Venanzio la ferma )Ma... almeno per  questa volta...  per l’ultima volta,  permetti che  mi porti via un bel ricordo di te...Prima di tutto... sorridi... dai  su...  sorridi...(  Gertrude  abbozza  un  sorriso  un  po’  freddo,  poi  via  via   più convincente) Ecco, così, brava, brava... vedi che sei ancora capace di sorridere...?  ( adesso Gertrude sorride apertamente ) e...( Venanzio  le si  avvicina  e  la bacia.  Gertrude  dapprima  cerca  di respingerlo, poi cede, affettuosamente ) Addio, Gertrude, addio! ( Venanzio via )
scena settima
( Gertrude e Rosa)
Gertrude:( rimane sulla scena evidentemente commossa. Poi va ad un cassetto dello scrittoio e ne  estrae un  involucro di lettere,  ne scorre  alcune...Si commuove maggiormente fino alle lacrime... Poi tra sé...) Venanzio, Venanzio.... ( mette le lettere sul cuore ) perché continui  a tormentarmi con  le  tue  parole...?! Il  mio  cuore  sta  impazzendo...  anch’io ti voglio bene, Venanzio... anch’io... e il Signore lo sa quanto desidero scappare via  con te...  ma...ma ...non posso  no... non  posso no...no...no...( piange )
Rosa ( entrando dopo aver bussato )
Come va Gertrude? Che fai? Piangi?
Gertrude :( asciugandosi gli occhi)Insomma....
Rosa:Ma che cosa è successo?  Dimmi? Guarda un  po’ che faccia  che hai!  Hai litigato ancora con tuo marito? Sei bianca come uno straccio!
Gertrude:No! Non è nulla!...Ho...ho appena finito  di tagliare le cipolle per  il risotto...
Rosa:Mi stai mentendo... La tua non è  una faccia che abbia appena  terminato di pulire le cipolle...( al pubblico )
Guardate, guardate anche voi...( Le  gira il volto verso  il pubblico  ) Non mentire a  tua sorella...  E poi  ... sai  chi ho  incontrato  sulle scale? Il signor Venanzio...
Gertrude:( trema ) Ma...ma...Io... Insomma...lascia perdere...
Rosa :Lascio perdere un bel niente!
Gertrude:Lascia perdere, ti scongiuro...se mi vuoi bene...
Rosa:Ma è proprio per il tuo bene che mi permetto di mettere i puntini  sopra le “i”. Sono  ancora la  tua sorella maggiore,  se non  mi sbaglio...  e posso darti dei consigli... Mi pare che tu stia sbagliando tutto.
Gertrude :Come?
Rosa:Dai! Non fare la commedia  con me! Guarda che prima  o poi a seguire  il signor Venanzio finirà male per te...
Gertrude :Ma io non seguo nessuno...
Rosa:Bugiarda! Bugiarda e falsa! Il Venanzio mi ha confidato tutto,  credendo di farmi fare il suo e tuo gioco... razza d’uno stupido. Nella mia vita non ho mai  fatto la ruffiana  per nessuno,  tanto meno per  lui, o  per te!
Gertrude :Che sciocco!
Rosa :E tu allora!?
Gertrude :Ma è tutto finito, è acqua passata...
Rosa:Sì, ma tuo marito?... tua figlia?
Gertrude:( piangendo ) Ma io... no...
Rosa :Vedi? E adesso che intenzioni hai? ( rumori dal fondo )Sta arrivando qualcuno...  Non farti  trovare in questo  stato...Vai  in camera a rimetterti un  po’ in  ordine. Senti che  baccano sulle  scale!  Deve essere sicuramente  tuo marito...e  sarà meglio  per te  non  farti trovare in lacrime! ( Gertrude esce )
scena settima
( detti, Aldo e Venanzio )
Rosa:Povera donna! Povera sorella! Che cosa ha mai combinato! ( rumori dal fondo sempre più forti, risate fragorose)   Questo è mio cognato. Lo distinguo distante un miglio: è la sua risata!
Aldo:( entrando ) Avanti, avanti signor Venanzio! Senza paura, avanti! Faccia conto di stare a casa sua, senza complimenti!
Venanzio:( timido ) Permesso?
Aldo:Ah! Rosa,  ci sei  anche  tu? Bene,  benissimo! Siamo  al  completo.  Le presento mia cognata: Rosa Strampalezzi, vedova Tibiletti...
Venanzio:Ci siamo già visti... già presentati... e... conosciuti
Aldo:Ah, sì!? Allora meglio! E’ come stare in famiglia...E... la mia “ragazza” che fine ha fatto?
Rosa:E’ in cucina... a trafficare con le pentole
Aldo:Bene  bene,  benissimo!  Se  Gertrude  traffica  con  le  pentole,   noi trafficheremo  con  quello  che  c’è  dentro...e  senza  complimenti!  I complimenti li lasciamo fuori dalla  porta...Ma intanto che  aspettiamo, prendiamoci un aperitivo...Cosa posso offrire?
Venanzio :Niente!
Aldo: Ma che niente!? Un bel Martini...
Venanzio:Se va bene per lei, va bene anche per me...
Aldo :Bravo! ( mentre prende l’occorrente per bere )Ho incontrato il signor  Venanzio in piazza  della  chiesa,  appena  terminata la  messa.  Così  mi  sono permesso di invitarlo a pranzare insieme a noi... Anche se oggi non  si tratterà di un pranzo del  giorno di Natale... ma un  piatto alla  buona per gli ospiti di riguardo in questa casa c’è sempre
Rosa :( freddamente ) Hai fatto bene...
Venanzio:Veramente, io non volevo accettare...
Rosa:Ecco: non doveva accettare
Aldo:No! No! Cosa dici mai, Rosa!? Già il signor Venanzio è timido, ha paura di  disturbare...(alzando  il  bicchiere  dell’aperitivo  )  Che   beva, su...che beva
Venanzio:Salute!
Rosa:Salve
Venanzio:( timoroso ) E sua moglie?
Aldo:Tè! Non ci ho nemmeno  pensato... Va bè! Berrà  dopo!...da sola  ...Rosa fammi un  piccolo piacere...  Va’  a vedere  cosa  sta  combinando  tua sorella...Dille che abbiamo ospiti,  di non farsi  attendere troppo,  di venire almeno qua  a salutare,  altrimenti il signor  Venanzio  potrebbe andar in giro a spifferare che siamo dei maleducati.
Venanzio :Io?! No di certo! ( Rosa via )
Aldo :( fissa negli occhi Venanzio )No! Lei no!!  Lei è  un bravo ed  onesto  uomo ...e  un bravo  e  onesto viaggiatore...Certe volte fin troppo insistente...Ma...  ma...lei non  è sposato?
Venanzio:No.
Aldo:Ecco: mi pareva!  Troppo timido!...Ma  perché non si  dà una  mossa?  Mi scusi eh se  mi intrometto...  Con  le donne,  sa?, non  bisogna  essere timidi, ci vuole coraggio...prenderla dalla parte giusta e ... via!  Non lasciarsele scappare...Come dice il  proverbio .... quando  il corpo  si frusta, l’anima si  aggiusta...  Allo stesso  modo bisogna  trattare  le donne...Una frustatina ogni tanto e poi via!...A cavallo...!
Venanzio:Questa poi!
Aldo:E’ perché, non si offenda, lei non ha esperienza colle donne... Ma io...  come prenderle, come tenerle...
( entrano le due donne )Ah! Finalmente: ecco Gertrude...
Venanzio:( impacciato  )  Buongiorno,  signora  Gertrude,  suo  marito  ha  tanto insistito... ha voluto disturbarsi
Aldo:E dai...!
Gertrude :( imbarazzata ) Che bella sorpresa...!
Aldo:( a Venanzio che sta per parlare) Senza problemi... eh! Senza problemi!
Gertrude:Ma sì...è...è ...un piacere...stare qui... tutti insieme
Aldo:Sente che cosa  dice la mia  signora? E’  un piacere! E  lei che  voleva andare a mangiare  in un  alberghetto di quarta  categoria! Di  domenica poi!...Solo e soletto come un cane...E poi... le faccio una  confidenza tutta speciale... lo sa che  mia moglie ha  una devozione  straordinaria per il  signor  Venanzio?...Che  quasi  quasi  sarei  tentato  d’essere geloso?
Gertrude:Via! non dire stupidaggini!?
Aldo:Ma sì! Dai! E’ inutile  nascondercelo! Lei, signor  Venanzio, è  l’unico viaggiatore che mia moglie  rispetta... Nessun altro  viaggiatore ha  il rispetto che  riesce ad  ottenere  il signor  Venanzio...Ma  con  lei  è diverso...Per lei c’è una venerazione  speciale! Non si può  nasconderlo!  E’ la verità!
Venanzio:Mi mette in imbarazzo...
Gertrude:Io pure sono confusa... Dai, Aldo, smettila!
Aldo:Non voglio mettere in confusione nessuno!  Oggi è festa e bisogna  stare allegri...Rosa cosa ne dici?
Rosa:Una volta alla settimana un po’ d’allegria si può pur fare...
Aldo:Meno male che  la mia  cognatina ragiona bene  per san  Giusto!...Allora (alza il bicchiere ) Allegria!
Venanzio:( alza il bicchiere ) Allegria!
Aldo:E crepi l’avarizia! E l’invidia e la malinconia! Hei! ( con una spallata a Venanzio ) Quello che  ci vuole ci vuole! Su  con la vita! Abbasso  la malinconia!...Anzi...dopo pranzo  sapete cosa  facciamo?  Accendiamo  lo stereo e facciamo  quattro salti  tra noi...E’  capace lei  di  ballare, signor Venanzio?
Venanzio:Non troppo...
Aldo:Non fa nulla! Ballerà ugualmente! Le  presto mia moglie, le insegnerà  a ballare come si deve! Hei! Nient’altro, ma la mia Gertrudina balla che è una   meraviglia!   Per   mezza   giornata   è   tutta   sua,   la   mia mogliettina...Solo per mezza giornata, eh!? Non è contento?
Gertrude:Ma...
Venanzio:Ma non è il caso...
Aldo:Via la timidezza! Per oggi!  Non abbia paura...signor Venanzio...Via  la timidezza e... allegria...allegria...!
                                   TELA
_


ATTO III
Scena prima
(Nino e Antonella )
Nino:Come sta il papà?
Antonella:S’è lamentato tutta notte.
Nino:E’ stato un brutto colpo, eh?
Antonella:Non sembra vero, guarda! Io certo non lo sospettavo minimamente...
Nino:Eppure il  signor  Venanzio  sembrava una  persona  così  dabbene,  così compita...Ed anche timido per giunta...
Antonella:E mia mamma che si è lasciata trascinare nella rete...Ma come ha potuto?
Nino:Povero papà! Tanto  sicuro di  sé, dei  suoi princìpi:  con i  piedi  per terra, non tra le nuvole, come soleva dire...Con le sue sentenze, la sua esperienza, i suoi esempi...Ti ricordi  quello che citava sempre?  della vela in mare aperto? Ti ricordi? diceva:  Quando tutto va bene, la  vela sta su dritta, ma quando  qualcosa incomincia ad  andare storto,  allora ecco che la vela va giù, si rovescia, cola a picco...Io il dialetto  non lo so pronunciare bene, però  ripeteva sempre: diritto e rovescio...diritto e rovescio ...Adesso...
Antonella:Adesso è lui  che è  finito con le  gambe all’aria.  E ha  la  sconfitta scritta sulla faccia. E’ un animale ferito... e ferito mortalmente...
Nino:Certo però che anche tua madre...
Antonella:Ma io sono convinta che la colpa non sia tutta di mia madre...
Nino: La difendi pure?
Antonella:No! Non la difendo! La condanno, anzi! Anche perché alla sua età...  non sono cose che si devono fare...
Nino:Alla sua età? Esiste un’età in cui si  può abbandonare casa e marito  ed una invece che non si può?
Antonella: Non dico questo... Ma lei ormai... Stavamo così bene insieme...da più di vent’anni...( nel frattempo appare Aldo, visibilmente depresso, cammina  trascinando i piedi )
scena seconda
( detti e Aldo )
Antonella:Ti avevo  raccomandato  di  stare  ancora  in  letto...Anche  il  dottor Biscotti t’ha...
Aldo:Non nominarmi i biscotti, ti prego... Che sono stati la mia rovina...
Antonella:Se il dottore si chiama così non è colpa mia...
Aldo:Ebbene! che cambi nome...Altrimenti in casa mia non entra! Glieli faccio vedere io i biscotti
Antonella:Senti, papà, è ora che te ne faccia una ragione...
Aldo:Una ragione, dici?!... Quale ragione?  Come posso, io, ragionare?  Prova tu al mio posto se ne sei capace...
Nino:Antonella non ha tutti i torti...Quel che è successo è successo...Ora si tratta di ricominciare a  vivere,anche se  non tutto è  andato per  il verso giusto, bisogna  incominciare a  raddrizzare la  barca,  cambiar vela...e via!
Aldo:Via!? E dove? Dove posso andare io? Alla mia età?  E poi non lo sai  che appena metto piedi fuori di casa tutto il  viale Valganna è lì pronto  a saltarmi addosso e a mangiarmi in quattro bocconi? Non ti rendi conto di quanto sia contenta la gente delle disgrazie altrui? Ridono, loro, questi villani che non stanno più  nella pelle! E i bambini  Anche loro come  i grandi, anche loro, peggio dei  padri! L’altro ieri, ad  esempio, me  ne
stavo tranquillo nella mia bottega quando entra un bambinello di otto  o nove anni.  Mi  dice:  con  buona  educazione,  si  capisce:  vorrei  un gelato...Pronto, gli rispondo  io... questo  qui è di  tuo gusto?...  No insiste lui, vorrei un cornetto, che vedo che ce ne ha tanti lei...  Hai capito? Anche i bambini si sono messi d’accordo per prendermi in giro...
Nino:Sarà stato un caso... E poi è inutile rimuginare il passato....
Aldo:Certo, eh! Lo  devo confessare:  anch’io ho avuto  le mie  debolezze,  ho fatto i miei sbagli! Non  sono certo nato per San  Perfetto... Non  sono stato un marito molto sentimentale...a  volte sono stato un po’  brusco, poco tenero, ...Ogni tanto mi dimenticavo  di dare a mia moglie  qualche bacio, o  qualche  anellino,  o  un  piccolo  braccialetto  per  il  suo compleanno o per il suo onomastico...Va’ bene, lo confesso... avrò anche
sbagliato...!  Però   lei...  lasciarmi   qui   così...   scappare   via improvvisamente... senza dire  né bè  né tè! (tragico )  Abbandono  di tetto coniugale!
Antonella:Non pensarci più adesso. Prendi qualcosa da bere per il momento e  cerca di dimenticare... ( Aldo scuote la testa ) Dai! Bevi qualcosa per tirarti su! ( Aldo di nuovo rifiuta ) ( campanello )
scena terza
( Benedetto e detti )
Benedetto :Permesso? Si può?
Aldo:Avanti! ...Oh! Ecco qua il mio amicone!  Sei venuto a portarmi gli  oli santi?
Benedetto:Che cosa vuoi dire? Sì, sei un po’ pallido, però nonostante ciò ti  vedo abbastanza in gamba...?
Aldo:( si alza ) Sì,  per quello....le gambe ce  le ho! Ma  ogni tanto  fanno Giacomo Giacomo, soprattutto in questi momenti...
Benedetto:Bè! Cosa pretendi? Non sei più un ragazzino! Hai i tuoi anni!
Aldo:Io? Io non pretendo nulla, io!! Io son sempre rimasto al mio  posto...In prima linea...a combattere...  cioè a lavorare...  Piuttosto c’è  stato qualcun altro che non si accontentato di  rimanere al suo posto.. che  è venuto in casa mia e mi ha portato via la mia roba, tutto quello che mi era rimasto: mia moglie...
Benedetto:Senti,  Aldo!  Ti  parlo   da  amico,  ma   da  vero   amico...Dimentica tutto...Quel che è successo è successo....Mettici una pietra sopra  e...  ricomincia a vivere... una nuova vita...
Antonella:E’ quello che gli abbiamo suggerito il Nino ed io...
Aldo:Non posso! E’ come se mi avessero conficcato  qui un chiodo ( indica  la testa ) e qui ( indica il cuore ) Non posso!... Com’è triste la vita!  E pensare ... e pensare che il Venanzio, quella bestia, l’avevo presentato io  a  Gertrude...   alla  mia   Gertrudina  (   si  commuove   )   quel viaggiatore...quel...quel porco! E  sono proprio  stato io,  con  questa bocca che gli suggerivo...che vada da lei, che non faccia il timido, che non abbia paura...Hei! Altro che  paura! Altro che  timidezza! Era  una finzione unica per imbrogliarmi... in casa mia... sotto i miei occhi..., sotto  ai  miei  baffi...Mi  ha   combinato  proprio  un  bel   servizio quel...quel porco! Un bel servizio a domicilio...
Benedetto:Se devo  farti ricordare  tutti  i brutti  avvenimenti  che  hai  dovuto sopportare, non  vengo più  in  casa tua  a  trovarti...Anzi,  vado  via immediatamente,  subito...   Non  voglio   vederti  piangere   o   farti soffrire...
Aldo:Non piango, no! Non ho  più lacrime per poter piangere..  ( in  maniera melodrammatica ) Guarda  se non è  vero! (  si avvicina con  il volto  a Benedetto )
Benedetto :Le lacrime non le avrai più, però hai una faccia
Antonella:Per forza: non mangia più...
Aldo :Taci!
Antonella:Oh già! Per te io non conto nulla! Devo solo tacere e basta!
Aldo :Non l’ho detto...
Antonella :Ma...
Aldo:Cosa vuoi dire con questo “ma”? Che ti ho trattata male? Che ti ho fatto patire la fame? Che ti ho mandato in giro senza vestiti?
Antonella:Ma...
Aldo:Ma on corno! Non sai riconoscere i sacrifici che ho sostenuto per  te...Non hai il diritto di parlare così a tuo padre...!
Benedetto:Aldo, scusami se m’intrometto.... ma non mi pare che tua figlia  t’abbia offeso per trattarla così...
Aldo:No? So già ben io che cosa volesse dire con quel “ ma” ...
Antonella :Se non posso parlare esco!
Aldo:E già lei esce, se ne va! Come sua madre! Lei non dialoga! Lei scappa!  ( Antonella  via, seguita  da  Nino che  vorrebbe  trattenerla,  ma  non riesce)
Nino:Antonella, Antonella...!
scena quarta
( Aldo e Benedetto )
Benedetto :Hai visto che cosa hai combinato?
Aldo:Io?! Ma io  non ho combinato  proprio un  bel niente! E’  stata lei  a cominciare!
Benedetto:L’hai offesa con i tuoi discorsi strampalati...( Aldo reagisce ) No! Non credermi in cattiva fede, adesso! Capisco: stai attraversando un momento del tutto particolare, ... Però non puoi trattare in questa maniera  una figlia che ti vuole un bene dell’anima...
Aldo:Sì? Ma...ma è scappata!
Benedetto:E dai! Ma non ti accorgi che sei tu che fai scappare le persone da  casa tua?
Aldo :Mi offendi...
Benedetto:Ricominci? Parlare  da amico  significa  per te  offenderti? E  come  ti dovrei parlare  ? Sentiamo!  Come  ti parlano  i vicini  di  casa,  o  i clienti, che quando  ti incontrano  ti fanno dei  grandi inchini  e  dei grandi salamelecchi  e  poi,  dietro  le spalle  non  hanno  timore  di macchiare il tuo nome, quello di tua figlia ed anche quello di Gertrude?  ( Aldo dà segni di scontento )Sì,  sì! Maledicimi  pure! Intanto  però  mi sfogo!  Perché  sono  il  tuo egoismo, la tua cecità, la tua voglia di non ascoltare mai gli altri che hanno causato tutti i guai...( Aldo alza le spalle )Abbi almeno un  po’ de  riguardo verso  tua figlia,  visto che  per  tua moglie non ne hai mai avuto... (pausa) Non parli?  ( Aldo alza le spalle )Fai orecchie da  mercante? ...Mi  si  stringe il  cuore a  parlarti  in questa maniera...ma è forse l’unica per farti rinsavire un po’! Ho torto o ragione?
( Aldo si gira dall’altra parte offeso )Bene! Non rispondi... ti stringi nelle spalle... mi dai torto...Vedo  di aver buttato via il mio fiato... vorrà dire  che me ne andrò anch’io  da questa casa!...Addio!( Aldo solo )
Aldo:( nervoso, cammina avanti e  indietro, borbotta fra  sé, gesticola,  poi mentre si sta per accomodare su di una sedia, squilla il telefono ) Pronto! famiglia Trevalli... se si può chiamarla famiglia!...Lei chi  è?  ...L’avvocato Pompetta? ...Come... parli in italiano per favore che  non riesco a capire....Ah!  Trombetta!... Ah! ...Tra pompare  e trombare  non c’è molta differenza...  Come?...No! ...Non  dicevo a lei...No!  Che  si spieghi... l’avvocato di chi? ...Di mia moglie? ( interrompe di scatto la telefonata ) ( risquilla il telefono )
Pronto!...   Sì...no...sì...è   caduta   la   linea...Che   dica...   Un incontro?...Va bene... Sì...no...sì...no...Che dica...Non mi dica... che dica...  Convengo  con   la  di  lei   discrezione  e   sollecitudine...  D’accordo... L’aspetto... bene ...a  presto ...( ripone  il ricevitore  )Quando si mettono di mezzo gli avvocati, va sempre a finire male...
scena quinta
( Aldo ed Ernesto )
Aldo:( campanello: si avvia al telefono ) Ancora! Adesso gliene dico quattro! ( Alza il ricevitore)Pronto, pronto! (campanello ) Ah! suonano alla porta! ( va ad aprire )
Ernesto :Trevalli Aldo?
Aldo:Sono io!
Ernesto:Raccomandata espresso per lei!
Aldo ( prende e firma ):Che cosa sarà mai? Devo pagare qualcosa?
Ernesto:No! Niente che non si disturbi! ( allunga la mano)Le mance non posso accettarle...  ( Tiene sempre la  mano allungata  con intenzione ) però se arrivano sono sempre bene accette...
Aldo:Se le cose stanno così, tanto di guadagnato! Arrivederci!( prende la mano del postino in segno di saluto )
Ernesto:( divincolando la mano e riponendola in atto di chi aspetta la mancia  ) Tanto più che qui non  ci sta nessuno  che vede.. che  potrebbe fare  la spia... E poi... la lettera è importante...è una lettera della banca...e a occhio  e croce  si  tratta di  una qualche  cambiale  che scade  o  è scaduta...
Aldo:Tè! Menagramo! ( Gli dà la mancia ) ( Ernesto via )In che tempi bui siamo  finiti! Non c’è  più religione, non  c’è più  di rispetto per nessuno! Più di intimità! I segreti? Non si sa cosa  siano!  La discrezione? Ha cambiato faccia! I ladri? Sono brava gente! Ti rubano perfin la moglie...e tu sei  obbligato a tacere!... Come siamo caduti in basso!( legge velocemente la lettera )Hei! Aveva ragione l’Ernesto, il postino! La banca mi avverte che ho  il conto in rosso... Ma come  è possibile? Che non sia  più capace di  fare quattro operazioni? Ma...  ma...No!   Fino  a   questo  punto?   Anche questo!...(  lascia  la   scena,  trascinandosi   come  un  cadavere   sui   piedi malfermi...La lettera rimane sul tavolo, ben in vista )
scena sesta
( Rosa e Antonella )
Antonella:( sospettosa )  Non c’è.  Forse è  andato  di là  in stanza,  oppure  in retrobottega.   Vieni,   vieni,   zia,   che   possiamo    chiacchierare tranquillamente tra noi...
Rosa:E sì che che glielo avevo raccomandato a tua madre! Sta attenta, sorella, le dicevo,  sta attenta!  Guarda  che sbagli  a  comportarti  così!  Non ragioni bene... un marito è sempre un marito...
Antonella :E la mamma...?
Rosa:E lei niente! Testarda  come suo  padre! Che Dio  l’abbia in  gloria.... Quando tuo nonno si metteva in testa una cosa, non c’era nulla da  fare: nessuno era in grado di smuoverlo dalle sue idee!
Antonella :( nel frattempo vede la lettera e legge )Non ci posso credere... Eh  no!... Non  può essere vero  quello che  c’è scritto...
Rosa:Dammi ...fammi leggere anche a me...fammi vedere... ( legge a sua volta )Con la presente ecc...ecc..  che sono  stati prelevati a nome di  Gertrude Niada... mia sorella... trecento milioni... trecento milioni?...oh!!  Ma qui c’è  lo zampino  del  Venanzio...mia sorella  non avrebbe  avuto  il coraggio di fare un  torto così  grande a suo  marito...Però...ne ha  di soldi tuo papà!
Antonella :Chissà se l’ha letta...
Rosa:Non fare l’oca,  dai! E’  un espresso: per  poterlo ricevere  ha  dovuto firmare e quindi l’ha letta senz’altro...
Antonella :Povero papà!
Rosa:Povero disgraziato!
scena settima
( Nino - Benedetto e detti )
Benedetto:Ma state  ancora rivangando  nelle  disgrazie? Non  si  può  consigliare l’Aldo di  mettersi il  cuore in  pace  se poi  voi donne  continuate  a rimestare nel letame!
Nino:Tanto il signor Aldo è assente, non può ascoltare questi discorsi...
Benedetto:E tu non arruffianarti con l’Antonella!
Antonella:E’ sorta una complicazione...Se  stiamo ancora parlando  di disgrazie  è perché in questa casa...
Rosa:In questa  casa  la  civetta  ha fatto  i  suoi  bisogni,  con  rispetto parlando...
Benedetto:Oh! Diana! Cos’è successo di nuovo?
Antonella :Legga... ( Benedetto legge e successivamente dà al figlio )
Rosa :Ecco: che cosa dicevo?
Nino:Qui ci vuole un rimedio...
Benedetto:Bravo! Ha parlato voscienza! Secondo me...
Rosa e Antonella ( all’unisono ):Secondo me...?
Benedetto:Secondo me ci vuole un avvocato...  Cosa ne pensi tu, Antonella?
Antonella : Ma...
Rosa:Ben detto! Nino, per caso, non ne conosci qualcuno, dato che frequenti, se nono mi sbaglio, quella gente lì...
Nino:Ci sto pensando... Forse...ma no...Però... può darsi...certo che...
Rosa:Allora?
Benedetto:Sbrigati se no facciamo notte...
Antonella:Lasciatelo pensare, no?
Nino::Ecco: ho trovato...Un mio compagno di  corso ha il padre avvocato...  Si chiama Trombetta...
Benedetto :Il nome è un programma...
Nino:Però, a parte  la fama,  mica  lo conosco...Non  so se  potrebbe  essere adatto al caso nostro...Personalmente non so nemmeno che faccia abbia...
Rosa:Fa’ niente: tentar non nuoce...
Antonella:Sì, ma... il papà sarà d’accordo?
Benedetto:Pensiamo noi a tutto... Anche a pagarlo...
Rosa:Oh, allora, sarà d’accordo senz’altro...
Antonella:E’ proprio un vero amico, lei...
scena ottava
(Aldo e detti )
Aldo:( vestito da mendicante, occhiali  scuri, bastone, cappello sdrucito  in testa, abiti trasandati...)Fate la carità, fate la carità al povero Aldo...fate la carità
Antonella :Ma sei matto?
Rosa:Stai dando i numeri? Dammeli giusti, almeno li metto al lotto!
Aldo:Non sto dando i numeri!  Ancora non sono pazzo! Ma  se vado avanti  così forse lo diventerò veramente... Voi non conoscete ancora quello che mi è capitato...
Antonella:Purtroppo, invece, sappiamo quello che ti è successo, papà... e  stavamo appunto riflettendo sul da farsi...
Aldo:Non avete letto bene... Non  c’è più nulla da  fare...tutto tempo  perso inutilmente...Va’ a cambiarti: vestiti  da scimmietta in  modo da  poter andare in giro a cercare la carità ...
Rosa:Mi prudono le mani quando sento parlare in questo modo...
Benedetto:Quello, che ti è successo è molto grave, ma ad ogni male si può  trovare un rimedio...
Aldo:No, per quello che mi  è accaduto il rimedio  è solo questo  ( butta  in terra il cappello, prende una sedia, si siede col bastone fra le  gambe, allunga una mano )  Fate la  carità signori e  gentili signore,  abbiate pietà d’un  povero  cristo  che  è andato  in  malora  grazie  alla  sua generosità...Fate la  carità a  un  povero becco...  Questa  qui  è  mia figlia...frutto d’una debolezza...guardate come è  conciata da  sbatter via!...Ha ventun anni e pare che ne abbia quaranta...Povera bambina!  Si è camuffata da  scimmia per  la vergogna di  assomigliare ad  un  essere umano, in specie  a una  donna... le fa  schifo l’umanità...e  le  donne soprattutto...( Benedetto cerca di intervenire  per fermare la  sceneggiata, ma  viene fermato col bastone )
Come  dice,  lei,  signore?...  Chi  devo  ringraziare  per  questo  bel servizio?... Mia moglie,  naturalmente... Perché continuo  a  piagnucolare come un bambino...?
Benedetto:Basta! ( Gli  prende il  cappello e lo  zittisce )  Basta! Non  fare  il pagliaccio! Non è in questo modo che si risolve la faccenda!
Rosa:Ma come ha potuto mia sorella arrivare a tanto...?
Aldo:E’ bastata una firma...Ecco  come ha potuto...Fate  la carità...Fate  la carità al povero Aldo Trevalli, che è stato denudato dagli sciacalli...!
Benedetto:Ho detto che è ora di guardare in faccia alla realtà e prendere di petto la questione...
Nino:Io potrei  consultare quel  mio  amico...Meglio: suo  padre,  l’avvocato Trombetta...
Aldo:Non si può!
Antonella:Aspetta prima di dire che non si può...ascolta!
Aldo :Non si può!
Nino:Ma devo solo mettermi in contatto e...
Aldo:Non si può!
Benedetto:Sei ostinato come un mulo! Ma perché ripeti in continuazione che non  si può?
Aldo:Perché è l’avvocato di mia moglie...Meglio... della mia ex moglie...  Mi ha fregato anche sul tempo...
Rosa:Non  sarà certo l’unico avvocato?! Cerchiamone  un altro ( Nino va a prendere la rubrica del telefono)
Aldo:Bene! Intanto  che  voi  cercate  un avvocato,  io  esco  a  cercare  la carità... (esce)
Benedetto:Nino,  io  ti  consiglierei  di  metterti  ugualmente  in  contatto  con l’avvocato Trombetta... per un consiglio, da amico, non si sa mai...
Nino:Bene, allora vado in cerca del Trombetta...Antonella, mi accompagni?
Antonella:Sì, vengo con te... se rimango qui impazzisco di più
Benedetto:Intanto studierò con calma la  situazione... ma non qui...  vado a  casa mia...dove starò un po’ più tranquillo...E lei, signora Rosa?
Rosa:Uscirò anch’io. Dovrei far shopping...e ( guarda l’orologio ) non vorrei far tardi... Andiamo... ( escono tutti)
scena nona
( Aldo, Trombetta, Gertrude )
Aldo:( entrando con Trombetta)Se arrivava qualche istante dopo non mi trovava in casa. Che si accomodi avvocato Trombetta...( si affaccia sulla comune Gertrude )Tu no! Ferma lì! Non un passo in più che ti sparo!
Trombetta:Che la mi  scusi, signor  Aldo, ma avrei  desiderio che  la sua  gentile consorte la stesse un po’ più vicino... Permette?
Aldo:Se proprio è necessario! Ma mettiamo  subito in chiaro che il  permesso io a quella lì non gliel’ho dato!
Trombetta:Glielo concedo io! Va bene  ? Assumo ogni responsabilità!  Ma che  venga avanti signora Niada, su...!
( Aldo si sposta quando vede avvicinarglisi la moglie ) Oh! Finalmente stiamo accomodati! Ora, qui riuniti, noi ragioneremo  con calma, tra uomo e uomo...
Aldo:E allora cosa c’entra lei?
Trombetta:Lei c’entra perché è  oggetto del  contendere...E poi bene  o male  sarà l’ultima volta  che  la  vede...  quindi gli  domando  solo  un  piccolo sforzo...Intesi?
Aldo:Se la poniamo su questo tono...
Trombetta:In qualità di  rappresentante della  signora Niada qui  presente  vorrei mettere per iscritto due o tre cose...
Aldo:Di che si tratta?
Trombetta:Si tratta di definire la questione finanziaria, dato l’accrescimento  di ricchezze e mobili  e immobili  che in vent’anni  si sono  riprodotte...  Facciamo dei conti, in parole povere...
Aldo:Aspetti un attimo che vado a prendere carta e penna. ( ritorna mostrando con enfasi al pubblico la lettera di cui sopra )Ecco fatto
Trombetta:Dunque, la sua bottega ha un valore di seicento milioni ( Aldo annota  ) Il  terreno  di   Bizzarone,  con  annessa   cascina  rustica,   diciamo cinquecento (Aldo annota ) Due appartamenti in via Milano ( Aldo  annota e  mostra  al  pubblico  la  lettera)  trecento  milioni  cadauno...Ecco possiamo iniziare da qui...
Aldo:Io incomincerei un po’ più a monte...
Trombetta :Cioè?
Aldo:Sarebbe a dire quanto segue...Che  prenda appunti, signor avvocato,  non si sa mai...Il qui presente Aldo Trevalli, in qualità di  rappresentante di se stesso, dice conferma e sottoscrive che: punto primo: che dal  suo conto corrente  numero... (  prende  la lettera  ) numero  376189  barra uno... mancano bensì  trecento milioni...sottratti, non  è uno  scherzo, dalla qui presente Niada...
Gertrude:Non è possibile io non ho fatto nessuna firma...
Aldo:Ah, no!? E questa qui che cos’è? Il ritratto di Michelangelo? ( Gertrude prende la lettera poi la passa all’avvocato )
Trombetta:Ciò cambia alcune  cose... Ma  signora perché  non mi  ha mai  detto  di queste sottrazioni?
Aldo:Chiamale sottrazioni tu!
Gertrude:Io non ne sapevo niente...
Aldo:E ora?
Trombetta:Bisogna studiarci sopra...
Aldo:Quanti studenti oggi in questa casa!
Trombetta:Posso prender nota?
Aldo:Prenda quello che vuole...
Trombetta:( dopo aver preso appunti ) Bene! Sono a posto! Le chiedo scusa,  signor Trevalli, anche a nome  della mia cliente...Ritornerò  quanto prima  per ridefinire le cose...
Aldo:Quando decide di venire sono a sua completa disposizione...
Trombetta:Andiamo, signora Niada, andiamo...( Gertrude e Trombetta via )
Scena decima
( Aldo, Nino, Antonella )
Aldo:( visibilmente soddisfatto )Mi son tolto un peso  dallo stomaco! Quasi quasi  mi sento  rinascere... Eh! Mi pareva, a dir la verità, che  la faccenda puzzava un po’  troppo!  Anche perché la  Gertrude  è sì  una donna  irriconoscente,  sgradevole, strega, però...pur con tutti i difetti di questo mondo, non è mai  stata capace di rubare....Si  sentiva lontano  un miglio  che c’era  sotto  lo zampino del Venanzio...( al pubblico  ) Vi farò  una confidenza...In  un primo momento il  Venanzio m’aveva  fatto una  buona  impressione...Dopo però, non riuscivo più a  togliermelo dal negozio...ed è  stato in  quel frangente che  m’è  venuto persino  un  dubbio...un  sospetto...Ma  cosa volete mai?  Io  non  sono  come  quei  napoletani  gelosi,  sospettosi, morbosi...Ho lasciato andare l’acqua secondo  il suo corso  naturale...E così l’acqua, cioè  il Venanzio,  m’ha portato  via la  moglie...Sì,  ma adesso, se mi viene nelle mani... gli spacco la schiena, e un po’ più in giù, gli  spacco! Questa  è  la storia,  chiara e  netta...altro  che  i biscotti latte e miele!
Nino (d.d.):Permesso? ( entra insieme con Antonella) Non sono riuscito  a rintracciare  quel mio amico,  né  tanto  meno  suo  padre,  l’avvocato...Gli  ho  lasciato comunque un bigliettino da visita nel caso che...
Aldo:Di quale avvocato parli?
Nino:Ma del Trombetta, no?
Aldo:Sfido io che non lo trovavi... E’ appena uscito da qui, un momento fa...
Antonella :C’era qui il Trombetta?
Aldo:Certo! Seduto su quella sedia...E con tua mamma per di più...
Antonella:.E cosa volevano?
Aldo:( indifferente ) Niente...Niente di  speciale... Si trattava di fare  un po’ di conti...tutto lì...E intanto che  facevano i loro conti, si  sono accorti che  mancava  l’oste...cioè che  trecento  milioni  erano  fuori posto... Passati, chissà  come, da  una mano all’altra....Senza  che  la sinistra sapesse quello che faceva la destra... Proprio così!
Nino:Gli ha parlato del conto corrente?
Aldo:E’ proprio lì che li ho presi in fallo!
Antonella:E la mamma?
Aldo:La ma...( colpo di tosse ) la ma...( tosse ) la mamma ... la sta bene... Mi sembrava un po’ ingrassata
Antonella:Ingrassata?
Aldo:Saranno stati  certamente i  biscotti  latte e  miele  che  mangiava  di nascosto dal Venanzio...
Antonella:E i trecento milioni? Li ha presi davvero lei?
Aldo:Su questo giurava e spergiurava di no...Però qualcosa ha preso.. .te  lo assicuro...
Antonella:Beh! Meno male che col conto corrente lei non c’entra...
Aldo:Come? Non c’entra ? Non c’è ancora nessuna testimonianza a suo favore!
Nino:Ma la  signora Gertrude  non  sarebbe mai  stata  capace  di  commettere un’azione così ignobile...Sono pronto a mettere la mano sul fuoco...
Aldo:Per la verità  penso anch’io  la stessa cosa...  Gertrude avrà  tutti  i difetti del mondo... ma ladra no... non ha la stoffa...
Nino:Dopo la tempesta, finalmente un po’ di quiete...
Aldo:Bravo! La mia barchetta s’era voltata  con le gambe all’aria... il  culo rivolto verso  il cielo,  ed  io stavo  già andando  a  fondo...  quando all’improvviso... ecco: la vela sembra che stia raddrizzando...
scena ultima
( Calcaterra e detti )
Nino( campanello):C’è qualcuno alla porta.
Antonella:Vai tu ad aprire?
Aldo:Fallo venire avanti, chiunque sia, anche il diavolo...
Calcaterra:Si può? Posso entrare? Permesso... Disturbo forse la quiete familiare?
Aldo:Ormai è qui! Cosa desidera, di grazia?
Calcaterra:Mi presento...Mi chiamo Calcaterra e sono il nuovo rappresentante  della premiata ditta Melchiorre e Gioia, di Milano, rinomata soprattutto  come ditta dolciaria... Voilà  i suoi  prodotti...( Calcaterra  dispiega  dei depliant  sul   tavolo  )   Cioccolatini   ripieni,   fondenti,   alla crema...biscotti latte e miele...
Aldo:Non nomini i biscotti latte e miele in mia presenza!
Calcaterra:Ma perché? Non li ha mai assaggiati i biscotti latte e...
Aldo:Ho detto che non voglio sentir parlare di quella roba lì...
Calcaterra :Ma...
Aldo:Ma un corno! Via! Ho detto...Via! ( si mette a rincorrere il Calcaterra per la scena ) Via! Via!
 
CALA LA TELA


DRIZZ E INVERS
Commedia in tre atti
di Giuliano Mangano

Dramatis personae

ALDO, bottegaio
GERTRUDE, la moglie
ANTONELLA, sua figlia
BENEDETTO, un amico
NINO, figlio del Benedetto
VENANZIO, rappresentante
SCIORA FERRI, una cliente
SCIORA MOIOLI, una cliente
ROSA, sorella di Gertrude
TROMBETTA, avvocato
ERNESTO, postino
CALCATERRA, un altro rappresentante

L'azione si svolge nella periferia di Varese, negli anni sessanta.
Primo atto : La scena rappresenterà una bottega di alimentari. Ci sarà un banco dove si venderà al dettaglio, una porta che condurrà sul retrobottega, mentre la comune sarà utilizzata come ingresso principale. Il banco dovrà essere sistemato in modo che gli attori non diano in continuazione o con facilità le spalle al pubblico.
Secondo e terzo atto: La scena rappresenterà. un salotto borghese. Sul fondo la comune, a destra e a sinistra le porte, che condurranno rispettivamente una in una camera, l'altra in retrobottega. In mezzo ci sarà un tavolo, quattro o cinque sedie ( ma che non siano d'ingombro ) e uno scrittoio-credenza sul fondo (a destra o a sinistra ). Sullo scrittoio primeggerà una foto del capo famiglia. Qualche vaso di fiori. Un brutto quadro.



ATTO I

Scena prima
( Aldo e Nino )
Aldo
Me raccomandi! Sta poeu mia in gir a giogatà come ‘l tò solit!
Nino
Quel che comanda, signor Aldo!
Aldo
Ma sul seri, neh!? Mia come l'ultima volta che t'ho cattà a giogà al baloon insema ai fioritt de l'oratori!
Nino
Quel che comanda, signor Aldo!
Aldo
Quel che comanda, quel che comanda! Te set bon de dì domà stì dò parol chì, ma poeu te fet quel che te voeuret istess! Regordas che te tegni chì al mè servissi per fagh on piasè al tò pà, che l'è ol mè amis e ... ( colpo di tosse) ...e... per fagh on piasè anca (colpo di toss) ... anca a la mè tosa che l’è cota de tì, pora matoca! E poeu, sincerament, me piasaria anca a mì che, quand ghe sarò pù, te continuasset 'sto mestè d'or...Te capì!? E...e adess va', moeuves, ch'inn già mò i noeuv ur e gò bisogn che te finisset ol gir prima di vundess, che gò de fatt faa di alter misterei... va'...va'!
Nino
Quel che comanda, signor Aldo!
Aldo
Ma s'ciopes tì e ol tò comanda! Disi mì! Che ballandran d'on fioeu!( Nino via )

scena seconda
( Ferri- Moioli - Aldo )
Ferri
(a Moioli, entrando) La me dev cred, cara la mea sciora Moioli! La fonte l'è sicura al cent per cent! Ghe'l giuri! Ghe'l podi anca rivelaa in d'ona oregia, tè! (sussurra )
Moioli
Oh! Se l'è quella la fonte ghè no bisogn de giurà: ghe'l credi, come se 'l fudes ol vangel! (segno di croce affrettato )
Aldo
( al pubblico ) Ore 9.30: edizione mattutina del Gazzettino padano. ( alle donne ) Buongiorno, donn! Cossa podi servì?
Ferri
Buongiorno!
Moioli
Giorno!
Ferri
A mì che 'l me daga el solit pan all'oli, e in pù on para d'etti de bologna, de quela che la fa mia vegnì sù ol fà, però!
Aldo
Bologna sensa fa! ( esegue )
Moioli
Del rest, l'eva inscì anca la soa mama. Come se dis: tallis mattris, tallis fillia!
Ferri
Ma la naga mia in gir a spifferà che 'sta borlanda ghe l'ho cùntava mì! La sa, sont ona amica de familia de vecchia data e... e vorarev mia che...
Aldo
( al pubblico ) Bela amisa, ovej!
Moioli
Mì, comunque, sont la discrezion in persona.
Aldo
( al pubblico ) Quand la dorma.
Moioli
Lee la me cognoss! Quando mai voo in gir a zabettaa i fatti di alter?
Aldo
( al pubblico ) Semper!
Ferri
( con intenzione ) La cognossi! La cognossi! Ma la sa, di volt, la lengua... chì la tegn? A lasala andaa, dis ol proverbi, la dis la verità..
Aldo
( al pubblico ) Mì, ai donn, la lengua ghe la taiarìa volentera! (alle clienti, gentile ) Ecco servita la signora! L'è assee per incoeu?
Ferri
Par mì sì!
Moioli
Che 'l me taja giò anca a mì dò fettin de bologna, a vedi che la gà on bel aspett, stamattina. Ma do fettin de numer, eh?! Mia de pù!
Aldo
Sarà fatto ( esegue )
Ferri
Comunque, la mea sciora, ghè nient de faa! Quand la radisa l'è marada, la vegn sù bel’e che marscia anca la pianta
Moioli
( annuisce ) ( poi ad Aldo ) Gavarìa bisogn anca de on liter de lacc, quel pastorissato, e ona scatola de biscott, de quej secch, che se poden puciaa giò in del cafè e lacc a la matina.
Aldo
( esegue )
Moioli
(assaggiando dal banco) Oh! Come hinn moresitt 'sti mondeghili chì...che i e saggia, sciora Ferri.
Aldo
( mentre Ferri assaggia ) Riessi no a trovaa la marca de biscott secch che lee la preferiss, sciora Moioli... Che scusè on attim, donn, che voo de là in retrobotega a cercaj... ( Aldo via )
Ferri
La ciapa ad esempi l'Antonella, la tosa del scior Aldo. La gà traj, la ga traj, fin quand l'è reussida a vegh chì in bottega ol sò ( con affettazione ) ragasso...
Moioli
Ragasso... ? Par modo di dire: al gavarà ona trentena d'ann... Altro che ragasso!
Ferri
A na dimostra pussee, ma trent'ann gà i ha no.
Moioli
Al par pussee vecc de sò pader però!
Ferri
Saran tucc i sò studi che 'l faa.
Moioli
Parchè? El studia ammò? A la soa età? El savevi mia!
Ferri
La saveva no? E sì che ol scior Aldo al suguita a menala par quel..
Moioli
Come mai?
Ferri
Al dis che a studiaa se diventa scemi in d'ol coo: a l’è ol lavorà che conta, mia i liber, segond ol scior Aldo.
Moioli
Oh! Alora l'è par quest che 'l tegn chì ol moros de la soa tosa in botega: al gà fa imparaa ol sò mestè. (gesto significativo che indica rubare)
Ferri
Bisogna pùr rispettaa la tradizion... e tramandala: da pà in fioeu...
Moioli
E da suocer in genar...
Aldo
(rientrando ) E dagh e dagh sont reussì a trovaa i biscott par la sciora Moioli. Voilà! Tej chì! La ved come trattom ben i noster client, numm piccoli commercianti? Alter che i giesse, i stande, e i vari supermercaa, cara lee! Bottegh piccol e poeu pù!
Moioli
( falsamente gentile ) Al sa fa in quatar ol scior Aldo par num, eh!?
Ferri
Tra tucc i botegar d'ol vial Valganna, ol scior Aldo l'è 'l pussee simpatich e...onest!
Moioli
Bisognarìa segnalaghel ai autorità par fagh on monument in piazza
Aldo
Pian, pian, o donn! Chi ti loda più di quel che suole o t'ha ingannato o ingannar ti vuole.
Ferri e Moioli
Numm!?
Moioli
Mì no da cert!
Ferri
Cossa el dis mai?
Moioli
Cossa ghe salta in ment?
Aldo
Mia paura, donn, l'è domà on proverbi!
Moioli
Alora, quanto ghe devi?
Aldo
( fa i conti ) Tremila franch giust
Moioli
( rifà i conti fra sè ) ma... ghè aumentà on quaicoss?
Aldo
I biscott, sciora Moioli. I biscott: hinn aumentà stanott… L'è su tucc i giornaj in prima pagina, tè chì (estrae un giornale ) a lettere cubitali!
Moioli
( sulla comune)La mea pension però l'è mia aumentada stanott! ( Moioli via)
Aldo
Se la pretend cos'è? La gà la pension de trì marì: la vorarà mia che ghe faga el sont della triplice vedovanza, no?

scena terza
(Antonella e detti )
Ferri
(porgendo un libretto blu) A mì che 'l me marca giò chì: pagherò la prossima volta tutt on cunt sol
Antonella
E' ritornato Nino?
Aldo
Te vedet no che l'è mia chì?
Ferri
Scusè se interrompi: ma prima de 'ndà via, intant che me regordi, gavaria bisogn, per domeniga che vegn, on para d'eti de mist, cont el solit salam da la grana grossa che l'è on butèr: ma la po mett via, par piasè?
Aldo
Certament
Ferri
Grazie! Alora... alora mì voo. Arrivederci ( via )
Aldo
De nient... Sont chì per servila. Saluti!
Antonella
E' un po' di giorni che tratti male il Nino. Perché? Cosa ti ha fatto?
Aldo
Sa'l ma faj?... Nient ...Nient al ma faj!
Antonella
E allora perché ce l'hai a morte con lui?
Aldo
Mì? A mort cont lù? Mì voeuri domà fagh imparà ol mestè ... parchè... parchè al tegni come ol mè fioeu... donca ghe voueri insegnà a stà al mond, che l'è mia facil al dì d'incoeu. Te disi la verità: a me piang ol coeur vedel semper lì cont la testa in di liber e i liber in la testa ... Certi volt , tel disi in tutta confidenza, riessi no a capil, a comprendal, sto benedetto fioeu!...Varda, t'el giuri, ghe la bruseria mì tuta quela cartascia che 'l gà davanti. Al gà quasi trent'ann e 'l studia ammò! L'è mai possibil? Te me credet che gò vergogna par lù?
Antonella
Forse stai esagerando un po', papà! A parte il fatto che il Nino ha solo venticinque anni, e non trenta, come dici tu, e che fra tre o quattro mesi è già bell'e laureato, io non so perchè disprezzi così tanto i suoi studi...o la cultura... perchè? Non è per caso che ne provi gelosia?
Aldo
Te ghe la ciamet cultura a traa via ol co in di liber? La scienza, cara la mea tosa, l'è no in di liber, ma in de la vita...l'è no fada de astruserji, ma de roba pratica, concreta, che la se toca coi mann...
Antonella
( ostentando il dialetto ) Come i danè!
Aldo
Brava! Come i danè.
scena quarta
( Gertrude e detti)
Gertrude
( cantando ) Marina, Marina, Marina, ti voglio al più presto sposar...
Aldo
Uccel che canta in gabbia o canta per amore o canta per la rabbia. Vist che a la toa età de amore ghe n'è restaa ben pocch, par mia dì nient del tutt, alora al voeur dì che l'è la rabia che te faa cantaa
Gertrude
Sì! La rabbia! Che te me fet ciapaa tì quand te parlet inscì de stupid.. Lifrocch!
Aldo
A l'è on parlà onest, veritiero. Ma già: la verità, se sa, la faa mal!
Antonella
Stamattina il papà ce la su con tutti.
Aldo
Mett la gent davanti ai sò responsabilità me par no che 'l voeura dì avegala sù con tucc.
Gertrude
Ma bisogna vess anca obietiv in di giudizi
Aldo
Pussee obietiv d'inscì!
Antonella
Adesso! Non mi sembra proprio che la mamma sia tanto vecchia come vuoi descriverla tu!
Aldo
Tì, la mea cara tosa, te parlet per 'l tò interess (reazioni da parte di Antonella) Mò te spieghi: giovina lee, pussee giovina tì! Chiaro? E comunque, prevegni ogni toa protesta, se la toa mama la fudess mia tanto vegia, la staria mia sù di ur intregh in camera da lecc a pastrugnass la soa faccia. E mett su de chì .... e tiraa via de là.... e ona rughetta qui... e vuna là... e ona lisciatina ...e ona peneladina ...Te l'è mai vista quand la se deslibera de la pancera? La par incinta de quater mes! Che di volt, quand sont mia tant in sentor, me ciapa adòs on stremizzi... ma on stremissi...!
Gertrude
Quand te podet parlaa mal de mì te set tutt content..Te ringiovanisset, perfina...
Aldo
Magari 'l fuss vera! Ghè vendaria ol brevett al mond intero...E saria sommers da ona valanga de danee...
scena quinta
( Benedetto e detti )
Benedetto
Danè. danè, danè! Ma parchè te eriget mia on monument ai danè? In diventà ol tò Dio, ol tò principal, la toa filosofia...
Aldo
Forsi ol paragon l’è un poo esagerà, ma te set andà visìn istess alla verità
Benedetto
Alora, quand te moeurat, digh a la toa miee de fatt faa ona cassa tuta tapesada de bigliett da mila...
Antonella
No!No! I soldi servono a me!
Aldo
T’'è sentì? Nanca dopo mort me voeuren contentaa
Gertrude
Già! Ma intant te moeuret mia istess!
Aldo
Te ghet inscì premura?
Gertrude
L'è des ann che te senti borbotaa: me fà mal el coeur, gò le coronarie che funzionan pù ...e i ven... te set no m'hinn fragil i mè ven... e la flebite... la circolazion... ol diabete... A moeuri, Gedìn... Gedìn a saria mì... a moeuri...E poeu te crepat mai!
Benedetto
A la ta voeur ben la toa miee!
Aldo
Un ben da morì!
Antonella
Son cose che si dicono così, signor Benedetto, per stare, come si dice, un po' allegri.
Benedetto
La me par on'allegria on poo macabra, cara tì. Ma intant che sont chì, e per cambiaa discors, famm on piasè: tajom giò on para d'etti de formagg, de quell svisser, cont la gota, e on etto da stracchìn, de quel dolz...
Antonella
Questo? Va bene? ... E questo?
Benedetto
Brava, propi chi duu chì ( ad Aldo ) E ol mè fioeu? Se pò savè come el và nel suo nuovo ruolo de garzon de botega?
Aldo
( incerto ) Ma... se po no dinn in mal.. Ma s'el fudess on pu pussee svelii e on pu pussee balos.. l'andaria mej...
Antonella
( premurosa, rimproverando ) Papà!
Benedetto
No! No! Difendal mia! Voeuri savè la verità!
Aldo
Me par, se te voeuret savè la verità, che ol tò fioeu al viaggia cont la testa in di nivor... o mej... in di libar: Mì, t'el confidi con tuta franchezza, al vuraria videl on pu pussee pratich, concreto, attent ai fatti materiali..
Benedetto
S'el gà la testa in di nivor, forsi l'ha imparaa da mì... Ma almenn... al lavora o no? O l’è iscritt alla società del guai a chi suda?
Aldo
Par lavorà, al lavora. Soratutt quand l’è 'nsema a la mea tosa: se cascen là, nel retro, in de par lur, e stan lì di ur inter a travaiaa. Sbatten, frughen, freghen, pastrugnan, fan e disfan: insomma, alla fin de la fera, la merce l’è pronta par la consegna.
Antonella
Due etti e trenta grammi: va bene così?
Benedetto
Benissim! Marca giò sul librett che alla fin del mes vegni a pagaa.
Gertrude
Marca giò nient, Antonella. Ol scior Benedetto l’è on amis: par on quaj para d'etti de formagg l’è mia ol cas
Aldo
Che 'l Benedetto al sia on amis, quest l’è vera. Ma se 'l voeur pagaa, lassa che 'l paga: al sarà on pagaa de amis..E poeu...i afari hinn afari! Se ved propi che i danè te i maneggiat mia tì!
Gertrude
Che la scusa, scior Benedetto! Al mè marì ghè no come parlaa de scont e de regaj par fagh desmetegaa i sentiment (tragicomica ): te set on giuda! On...On giudeo de la Madona dol Mont!
Aldo
E già! Parchè i tratt ai maneggi mì! Ghè i hoo mì sui spall! Alter che! Proeuva andaa là da quej de la Galbani a pregaj de fat on scont o addirittura de regalat on scatolon de formagitt! Varda chì! Varda! ( apre il cassetto ) Chisti chì in tucc i tratt che gò de pagaa, al primm lunedì del mes..Ol don Enrico al festeggia el primm venerdì del mes, e mì a festeggi el primm lunedì...in banca... domandal on pu al cassee... s'emm diventà persina amis.. de tant che se frequentom
Gertrude
Ol Benedetto sì che l’è on tò amis! Possibil che t'el set nanca recognoss? Possibil che te podet no offrigh on para d'etti de formagg?
Benedetto
Che la lassa a buj, sciora Gertrude, cognossi ol mè amis Aldo, e so cossa 'l voeur significaa... me la ciapi no a mal, la ma creda...
Gertrude
Oh! Ma l’è ona figura troppa granda!
Antonella
Papà! Non sei capace nemmeno di rispettare i sentimenti
Aldo
Oh! Bella! Ma sa l’è lù che 'l voeur onoraa ol sò debit? Parchè mai propi mì dovaria refudaa? Se refudi, al sa offend e mì voeuri no offend i amis. ..Certo che se dovessi imitaa i esempi de la toa mama...! Beh! Cont i sò amicizi, lee la faria mangiaa gratis tutti i operari del Dansi... a patto che sian bej, fort e robusti e soratutt valt, almenn ona spanna pù de mì!
Benedetto
Via,via! L’È mia ol cas de mettas adree a tacaa lid (ad Aldo) Andemm al bar che te offrissi on caffè
Aldo
Sì. Gò propi necessità d'on calmant... ( via entrambi )

scena sesta
( Gertrude e Antonella )
Gertrude
Alora ol Nino al s'è decidùu finalment a fissaa l'ann del matrimoni, o l’è ammò tut in alto mare?
Antonella
Non abbiamo ancora parlato di questo.
Gertrude
Ma che tipi che see, tucc e du! Se specee? Quand l’è ora de menavv a la bagina?
Antonella
Penso che prima di prendere qualche decisione, Nino debba per lo meno essere laureato e a posto col lavoro.
Gertrude
Ma se l’è già mò trij ann che 'l seguita a promett de ciapaa sta benedetta laurea e poeu al se laurea mai?
Antonella
Via! Non esagerare anche tu come papà. E’ solo un anno fuori corso...
Gertrude
Mì, quij robb là a i capissi mia... ma me par che tra tucc e du formì ona bella cobbia
Antonella
Del resto, è meglio aspettare che sposarsi senza ben conoscersi...senza un avvenire...
Gertrude
Quest chì l’è giust! Al recognossi! Ma mì me par che se specì ammò on pù, andee a finì de sposav quand sarè in pension...
Antonella
Mi pare di sentirlo arrivare. Chiedilo a lui, se vuoi...

scena settima
( Nino e dette )
Gertrude
Nino! Nino, te se tì?
Nino
(dìdì) In persona.
Gertrude
M'ha ditt la mea tosa che doman o dopo te gavarisset on esam: l’è poeu l'ultim?
Nino
(entrando ) Se Dio vuole, sì! E poi la tesi, finalmente!
Gertrude
Sicur?
Nino
Certo!
Gertrude
Meno mal! Inscì dopo te podaret pensaa a sistemat
Nino
Eh,sì! Sto già cercando una qualche sistemazione, magari a part-time, presso lo studio di qualche avvocato...
Gertrude
E sistemat dalla part dol coeur, te ghè pensat mia?
Nino
Da quella parte sono già sistemato. E comodamente, devo confessare.
Gertrude
Va là che te set on bel balòss!
Antonella
Bello sì, furbo... non lo so...
Nino
Faccio quel che posso...ma adesso, con permesso, vorrei ritirarmi a studiare, mentre aspetto il padrone...
Antonella
Mi ritiro anch'io...
Gertrude
No! Tì te stet chì. Te ghè fet perd la concentrazion in de la materia.
Antonella
Ma se l'ho sempre stimolato, io, con la mia materia!
Gertrude
L’è vera?
Nino
Non posso negare. La sua presenza è stimolante e di conseguenza favorisce l'apprendimento della materia stessa. Se non avessi timore di plagiare nostro padre Dante, direi che la donna è come un angelo che ci guida alla scoperta della verità...
Gertrude
Ben! alora va de là a stimolal: de materia me par che te ne g'abiat assee.

scena ottava
( Venanzio e Gertrude )
Venanzio
Buondì, sciora Gertrude. Il maritino non c'è?
Gerrtrude
L’è sortì on attim insema a on sò amis
Venanzio
E al gà minga paura de lassaa chì in de per lee ona sì gentil beltade?
Gertrude
Al gà voeuia de scherzaa, stamattina, ol scior Venanzio...
Venanzio
Sont mai staa inscì seri come adès!
Gertrude
Via,via! In no compliment de fagh a ona dona sposada!
Venanzio
Anzi! L’è propi parchè l’è sposada che se i a merita sti compliment!
Gertrude
L’è adree a daa foeura de matt! Caro lu! E poeu semm chì in botega, podaria vegnì dentar de la gent, podarissa entraa improvvisament ol mè marì...cossa 'l podaria pensaa?
Venanzio
Al pò pensaa quel che 'l voeur! L’è pussee de quindas ann che foo el viaggiator, e hinn pussee de quindas ann che la vedi lee, sciora Gertrude, sotta ai grinfi de quel balabiott d'on Aldo, sò marì. Alter che angiol de la casa...lee l’è ona schiava... ghe'l disi mì... Quindas ann che l’è semper là, de dree del scagn, a segnaa sui libritt di client, a ciapaa i danee, a dà via el rest, sottomessa in tutto e per tutto a quel schiavista d'on marì... (proteste deboli da parte di Gertrude ) Che la me lassa parlaa, sciora Gertrude,che la me lassa dì: l’è ora de cambiaa vela, de ribelas..Ona bellezza pari a la soa l’è minga fada per dagh a d'intend ai client strepenà de 'sta botegheta chì... Lee l’è fada per i nobil altezz... per andaa pussee in valt ..ma ghe sont chì mì che la porterò foeura de stà ruvedera, vers i altitudin pùr del ciel, vers i vett sublimi de la nobiltà...
Gertrude
Ch'el vaga pian, ch'el vaga pian, scior Venanzio! lù al ma confond, tanto che al ved, adès, riessi pù nanca a ragionà
Venanzio
Ghè nient de ragionaa... ghè nient de capì....( in ginocchio) per l'amore sconfinato che ti porto, per questo cuore malandrino che ti vuole, per il mio spirito solitario che ti cerca, Gertrude, (comicamente tragico ) fuggiamo, fuggiamo verso lontani lidi, esotiche sponde, la nostra alcova preparata è già, nessuno può fermarci: nè il tempo, nè l'ora, nè i falsi affetti:fuggiamo,l'oradell'amore, del vero amore, è scoccata anche per te (s'inchina verso terra nell'atto di abbracciarle i piedi)

scena nona
( Aldo e detti )
Aldo
(entrando) L'ha perdìu quaicoss,scior Venanzio?
Gertrude
Una lent a contatt
Aldo
Tè! Al savevi no che'l portava chi robb lì.
Gertrude
Mò te'l set
Venanzio
Ecco: l'ho trovada ( da parte, finge di rimettersi la lente)
Aldo
(dopo aver scrutato incuriosito Venanzio)L’è tornaa quel balandrann d'on Nino?
Gertrude
L’È andaa de là cont l'Antonella, a studiaa par on esam che 'l dev daa doman.
Aldo
De che esam se tratta? De anatomia, forse?
Gertrude
So no, ma l'ha mia vursù dì.
Aldo
E te se informet mia? Ma che mama te set, donca? Va' de là subit a domandaghel, sont curios de savel (Gertrude via)(a Venanzio) E lù, scior Venanzio, come mai l’è vegnì chì anca incoeu? L’è mia ol sò dì de ripos?
Venanzio
Num viagiator ghem nessun dì da ripos, sem minga equiparà ai stataj. Vurevi vidè se ghe bisognava i biscott lat e mel che vann inscì a ruba...
Aldo
Andrann a roba in di alter botegh, chì no.Al dì d'incoeu quel che rovina i piccoli commercianti hinn tutti stì grandi magazzit, stì supermercà de l'ostrega ch'hinn vegnù sù mè fung. Oltre alla concorrenza sleale in di prezzi porten via ol liquido contante. La gent, quand la resta senza liquid, la vegn chì da num botegar piccoli a faa marcaa sul librett
Venanzio
E lù che 'l venda la merce pronta cassa...
Aldo
Vegnaria chì pù nissun a compraa... (entra Gertrude) Ma ecco la mè miee…. Gertrude, famm on piasee: va' de là a fagh vidè tutta la quantità di scatol de biscott latt e mel che ghè restaa invenduda. Ol scior Venanzio al ga cred no...L’ècome ol sant Tomas in persona: toccare per credere...
Gertrude
Ma... l’è mia ol cas...
Aldo
(a Venanzio) Che 'l vaga de là... e tì compagnel, sù, faa no la maleducada (Venanzio e Gertrude via ) Intant mì n'approfitti par faa sì du contasitt ..Me sa che sta settimana chì a gò smenà mia mal..Ol giesse la faa ol ribass de tutta la carna de maial e mì sont restà a sech.. Fortuna che ghè ammò l'abitudin de fass servì a domicili... In del servizzi ghe meti ol des par cent in pù e me rifò on pu i oss.. (squilla il telefeono)pronti!...Sì! Sont mì...chi parla, prego? Ah! la sciora Bottasini... sì, che la ma disa... Tri etti de ravioeu fresch de giornada... par incoeu?... Ah! ecco... parchè sa l'era par incoeu avevi già finì la scorta... la sa?...A vann, a vann... Ol solit mist par ol sanguis d'ol sò fioeu,... ghe inserissi anca la lengua? L’è rivada giusta stamattina (fa un gesto come per dire: non è vero, ma non importa) Poeu?... Hoo mia capì... La pò favorì de ripet, par piasee? La canella?... Sì, ghe l'ho la canella... e come!...Va ben .... inserissi anca quella...E on chilo de pan...A ben vedercela sciora Bottasini, i miei rispetti al signore. Ecco fatto (soddisfatto ). Nino!? Nino! Vegn scià in svelta che ghè on servizzi de preparaa! Sù moeuves!

scena decima
( Nino e Aldo)
Nino
(entrando) Eccomi! Quel che comanda, signor Aldo!
Aldo
( mostrandogli il foglietto ) Tè! Prepara tuta sta roba chì e desmentega nagott, te capì? Che la sciora Bottasini la abita lontan... fin quasi giò a la Valgella, e la benzina la costa andà sù e giò do volt fina a là... Te capì.?
Nino
Sarà fatto
Aldo
Ben va' pur a preparaa... Ah! no, Ferma on moment Me desmentegavi mì, ades: .che esam l’è che te set adree a preparaa?... De anatomia di volt? Vist che te vurùu la consulenza de la mea tosa...
Nino
Sociologia del diritto...
Aldo
Oela! Roba da trà via ol co...verament! E la sociologia del rovescio te la studiet mia?
Nino
Non esiste una simile materia.
Aldo
Ah no!? E alora la dovarian inventala... Possibil che a tutti stì genioni de professoron de cattedratica al gabbia mai saltà in d'ol coo che insema al diritto ghe staa anca ol rovescio? Epur l’è inscì facil de capì! Diritto e rovescio, rovescio e diritto: drizz e invers..
Nino
Ma il diritto che si studia all'Università non ha niente a che vedere con queste sue teorie strampalate, tanto che sembrano barzellette...
Aldo
Hinn mia barzelett, mè caro fioeu! A l’è la realtà! Incoeu te va ben tuscoss ...e l’è ol diritto... doman te va tutt de travers.... e l’è ol rovescio...no?
Nino
E' una filosofia un po' troppo semplicistica, questa...E poi il diritto che studio io ha a che fare con i grandi nomi della cultura umana...Weber, Durkeim, Rousseau...
Aldo
( fermandolo ) E stì grandi professoroni de l'umanità, come te diset tì, han mai pensaa che ona vela, in mare aperto, quand ghè su ona bela burasca de quej giust, la va a gamb par aria e la mostra ol cù al ciel al post de l'alber de maestra?
Nino
Lei sta confondendo le carte in tavola.
Aldo
No! Propi no!
Nino
Io dico di sì...perchè vuol dimostrare che i miei studi non valgono niente... vuole confondermi... ma si sbaglia
Aldo
E tì provumel!
Nino
Gielo proverò Intanto vado a preparare il servizio...

scena undicesima
( Gertrude, Venanzio, Aldo)
Gertrude
(entrando) Al ved, donca, che par ol moment podum no faa ulteriori acquisti...
Venanzio
Sarà per la prossima volta...
Aldo
Alora, scior Venanzio, l'ha vist, l'ha tocaa coi mann come ol sant Tomas? Tì, Gertrude, te ghe l’è fada ben vidè la merce? Te ghe l’è fada tucaa? ( a Venanzio ) L'ha tucà, l'ha tucà?
Venanzio
Ho tucà!
Aldo
Alora l’è a post? Mia poeu doman matina de pretend ammò de vendum di biscott de lat e mel! L'ha sazià i sò occ? La vist ben? Cal scusa se insisti, ma vuraria mia aveghel tra i pee on alter dì...
Venanzio
Ho vist, ho tucà e me sont sazià
Aldo
Bravo! L’è inscì de faa! Chisti chì in frasi storich come se dev!
Venanzio
Donca, ripassi tra ona quaj settimana?
Aldo
Ca'l disa pur fra on para de mes, o pussee in là. Gertrude, compagna il signore alla porta che mì voo avanti a faa sù i mè cunt..
Gertrude
Ca'l vegna scior Venanzio, che 'l compagni fin a la macchina...
Aldo
Fra on para da mes.. A semm intes?
Venanzio
Hoo capì.... Addio! ( Venanzio e Gertrude escono )
Aldo
Rivederci... ( esce da una parte laterale, dopo aver preso carta e matita)

scena dodicesima
(Antonella e Nino )
(inizialmente la scena rimarrà vuota per qualche secondo, rumori dal fondo, e un'auto che parte)
Antonella
Devi proprio avere una pazienza di Giobbe per sopportare quel rustico di mio padre!
Nino
( melodrammatico ) E' il tuo amore cara che mi dì la forza e il coraggio...
Antonella
Oh! Nino
Nino
Se non avessi te, se non ti amassi, di sicuro l'avrei già aggredito, se non con le mai, certamente con le parole. Ma...pensando a te, mi freno. Vedo tutto sotto un altro aspetto... e... e riesco a sopportare anche tuo padre... e un po' anche tua madre... (Antonella cerca di riprenderlo ) Sì, anche tua madre...che spesso mi soffoca, mi opprime con quel suo:( scimiottando) quando la sposi, quando la sposi...? Non c'è noia maggiore e peggiore di questo ritornello
Antonella
Ma almeno mi vuoi bene?
Nino
E come potrei altrimenti?
Antonella
( fingendo serietà) E allora quando mi sposi?
Nino
( La guarda un po' stupito, poi intuisce lo scherzo) Mai e poi mai!
Antonella
( fingendosi risentita ) Malvagio e crudele!
Nino
( stanco delle finzioni ) Ti amo!
Antonella
( tenera ) Anch'io, sai? Molto! ( si abbracciano e baciano a soggetto)
scena tredicesima
(detti e Aldo )
Aldo
Ah! A l’è inscì che se studia? Quasi me fo student amca mì. Che facoltà te me consigliat? Quella de anatomia? L’è interessanta?
Antonella
Via! Papà!
Nino
Signor Aldo, lasci che le spieghi...
Aldo
Spiegass de cossa? Tel set, caro el mè giovanottello, che te me piaset on mond quand te baset sù la mea tosa? Mì a ragioni inscì: brasela, basela, spusala e portatela in lett! Ragioni mal? Me par de no. Se sbagli coregiom..E poeu, mia par dì, a l'hoo metuda al mond mì l'Antonella: l’è la mea tosa... e chi de roba da studiaa ghe ne on sacch e ona sporta...altar che i libar...! I libar...sì! Tutti fantasticherij, tutta falsitì...roba marscia... Eccola qui la verità...chesta chì l’è la vita! Godìla intant che see giovin...intant che ghè temp e voeuja… Parchè dopo a una certa età...(gesto significativo) te resta pocch o nagott... s'è stracch, s'è sloffi, sa gà pù voeuja. Damm a trà a mì che gò esperienza e cognizion... lassa a staa tutti i tò libar, tutta quela cartascia bona a nient.. Ta regali la botega, va', se te me scoltet ... Insemma, naturalment, a la mea tosa...
Antonella
( tra il rimprovero e la gratitudine ) Papà...
Nino
Grazie, ma non posso accettare.
Aldo
( riscaldandosi ) E parchè no? sa pò savè, eh!?
Nino
Primo parchè, senza offesa, non ci sono portato per fare il commerciante...
Aldo
De quest me sont già corgiù...ma cont on pu de pratica...
Nino
Secondo perchè sarebbe sciocco, mi scusi, da parte mia, interrompere gli studi proprio ora che ho quasi terminato, che sono agli sgoccioli...Terzo
Aldo
Calma! ( pensieroso ) Te parlet ben... l’è vera... quasi quasi sont tentà de dat rason... ma (accalorandosi ) la mia esperienza la ma dis..
Antonella
( tappandogli la bocca gentilemente) Lascia perdere la tua esperienza, papà...lasciaci fare di testa nostra... non siamo più bambini...
Aldo
Ma...
Antonella
Non c'è ma che tenga... Consigli di questo genere il Nino ed io non li accetteremo mai...
Nino
Oggi come oggi, una laurea...
Aldo
No, no! Porca malora! Avè capì nient!...Nient ..La laurea...sì! L’è carta strascia. Quela che var (va nel cassetto e ne estrae moneta) l’è questa de carta... E poeu... (accalorandosi ) se vurì mia scultamm, andì pur via, foeura da cà mea...maridevas pur... ma senza de mì...Alora sì v'acorgerì quel che var la mea esperienza in confront de la vostra cecità!... Ve ne vegn in sacogia tanti de danè cont i vostar libar! La vostra scienza... i vostar diplomi...Puah! ( finge di sputare ) Roba bona domà de tacà sù in del cess ..Ricordevas che... (alza il braccio quasi profetivamente, ma viene fermato dalla figlia )
Antonella
Basta! Papà, basta! Sono stanca di sentirti fare questi discorsi ( accena al pianto )
Aldo
Mò se te ghet? Sa po pù sostegn on piccol ragionament in che la cà chì che subit tachen a piang. L’è tuta la soa mama! ( a Nino ) T'.è vist? Adès te le fada anca piang la mea tosa, cont i tò discors foeura de proposit..
Nino
Ah! sarebbero miei i discorsi fuori proposito!?
Aldo
Certo! E da chi se no? Mì a sont bon de ragionaa, se te credat? Cont tuta...
Nino e Antonella
( all'unisono, ma con toni differenti ) la mea esperienza...
Aldo
Ma tì...tì te set senza cervel, ona testa in aria... tra i nivor...anzi: tra i libar...Studia, studia che te riempisset la cà da danè! Matòch! (prende Nino per le spalle e lo butta violentemente tra le braccia della figlia. Poi se ne va)
TELA




ATTO II
scena prima
( Gertrude e Aldo )
Gertrude
Com’è? Te nammò finì de faa sù i tò cunt? Tutti i domenigh che ha creaa ol Signor tì te i dopèret in chesta bela manera chì: faa sù i cunt!
Aldo
E tì inveci tutti i domenigh che ha creaa ol Signor tì te i dopèret par rompom i ball a mì!
Gertrude
Vilan quadar!
Aldo
Ovej! L’è vent'ann ca semm insema e l’è vent'ann che me senti ripet 'sto ritornell, con conseguente abominevole turpiloquio
Gertrude
Infatti, l’è vent'ann che te respondet in malo modo, come se mì fudessi, mia tò miee, ma ol tò cann, o pegg ol tò asnìn..
Aldo
Sempre di bestia si tratta...
Gertrude
Ecco! Te vedet? te se bonn domà de ofend!
Aldo
(cantando) Vieni piccina mia, vieni dal tuo papà... (cerca di avvicinarsi alla moglie per stringerla ai fianchi )
Gertrude
E stà fermo! Par chì te m’è ciapaa? Par la toa schiava personal?
Aldo
La sarissa mia ona cattiva idea...
Gertrude
Ma te'l set no che lo schiavismo è abolito su tutti i mercati dol mond? Lo sai o non lo sai? Dì....
Aldo
A dì la veritò al savevi no.... Ma se te vet avanti a parlaa par nagott te me lasset no concentraa in di operazion.. E poeu cossa l’è mai tutta 'sta storia dello schiavismo che te me la menet già da on po' de temp? sa ghè sott cos’è?
Gertrude
( incerta ) No...ma... ( suono di campane ) Sent ca sona messa. L’è già ol terz: te voeuraret mia arrivà tardi a messa anca stamattina?
Aldo
Sa l’è tutta 'sta presa de casciamm via? Te speciaret mia ol moros, diolmai?
Gertrude
( imbarazzata ) Aldo...dai!?... A l’è già la terza domeniga consecutiva che te perdet messa...parchè te rivat in ritard
Aldo
L’è assee arrivaa al Vangeli: la messa la var istess, tutta integra...
Gertrude
Su, sù...piantala lì cont i tò cunt...ebreasc d'on ebreasc...
Aldo
Oh! Ma alora te set davvera in attesa d'ol moros..
Gertrude
No, no! ( ancora imbarazzo ) me preoccupi... me preoccupi de la toa anima puttost .... ades che te diventat vecc...
Aldo
De la mia anima? Voeuj mia morì incoeu! ( guarda l'orologio ) Gò ammò tutt ol temp de faa sù on oltima operazion de matematica applicada... applicada naturalment ai mè interess.
Gertrude
Ma te faret tardi, lendanonn!
Aldo
Te disi de no...E poeu anca se rivi dopo ol Vangeli basta che in la bazila ghe foo borlaa dentar on quaj cent franch ... e la messa la var come se l'avessi scoltada par inter...
Gertrude
In mia ragionament de faa chisti chì! Proeuva a dighal anca al don Franco e poeu te me savaret respond.
Aldo
Ma se l’è stà propi lù a consigliam 'sta penitenza chì par tutt i volt che rivi in ritard in gesa?
Gertrude
Gà credi no e... e comunque aggrava mia la situazion, ades..
Aldo
( si alza a fatica, guarda l'orologio, indugia ) Ben a voo...(prende il cappello, poi quando . sull'uscio) Me raccomandi ol risott: fammel mia crù, parchè riessi no a digeril.
Gertrude
Al farò diventò come la cola di manifest, se l’è inscì che'l te pias.. Ma sbrigat se da no te rivet quand la messa l’è già finida...
Aldo
Oh! Che gata pressosa! A voo... a voo...! (via)
scena seconda
( Gertrude e Antonella )
Gertrude
(rimane un po' pensierosa, poi va all'apparecchio telefonico. Mentre sta per prendere il ricevitore entra Antonella, visibilmente addormentata. Riattacca il ricevitore ) I ur piccol anca stanott, eh!?
Antonella
(sbadigliando ) Insomma, mamma non siamo più dei bambini!
Gertrude
L’è no par quell! Ma se te vett avanti inscì te rovinaret la toa salud, asnona. Conservet, dai, che l'è mej!
Antonella
A chi volevi telefonare?
Gertrude
M'era vegnì in ment de invidaa la Rosa...
Antonella
Oh! sì! La zia Rosa! Sono contenta di rivederla!
Gertrude
Te'l set, dopo che ghe s'è sposaa i fioeu, me par che la soffrissa on po' tropp de solitudin, pora dona!
Antonella
Mah!?...Telefona, allora...perchè non telefoni?
Gertrude
Ma... magari l’è mia a cà...
Antonella
Dove vuoi che vada? Certo non dalle nuore... Dicono che noi siamo bottegai... quasi con disprezzo....come se fosse meno nobile vendere che comprare...
Gertrude
Te ghè rason! L’è grazie alla botega che la Rosa l'ha tiraa grand i sò fioeu!
Antonella
Però che strano! Possibile che il Gianni e il Nando non pensino alla loro madre?
Gertrude
Eh! Cara la mea tosa! Ghè tanto egoismo incoeu, in di famili che se guarda in faccia pù a nissùn.. nanca a la soa mama...!
Antonella
Io non agirò così! Te lo giuro!... E nemmeno il Nino...
Gertrude
Giura nagott! A giura se faa peccà! E poeu on doman se sa no come se vaga a finì (pausa) I giurament (pausa) la fedeltà (riflette pensierosa) Via, via... l’è mia ol moment (scaccia con la mano i pensieri)Puttost a ghè ona quaj novità o no tra vialter dù? Quand ve maridaree?
Antonella
Oh! Adesso mi viene in mente... sono in ritardo...Devo uscire con Nino...che mi aspetta in piazza...forse è già lì ad aspettarmi... ( via )
Gertrude
Quand tochi certi argument l'ha me scarliga via come ona savonetta bagnada. Mah!

scena terza
( Gertrude e Venanzio )
Gertrude
(ritorna al telefono e compone il numero) Pronti? Rosa?... sont mì, Gertrude... Ciao...Come te stet?...Benè.. sì, anca mì...Eh? ...Mah?! So no... So no quand la sa sposarà....sarà quand Dio voeur...Mì par mì gò piasee da videla a post, bel’e che sistemada... Ol Nino?...Ah! L’è on bravo fioeu... al lavora... al studia...eh!già! L’è on grand dono quest, te ghè rason!....No... Sì... sì, certo(suona il campanello) Vegni subit!(al telefono) A sonen, ciao! Devi mett giò la cornetta...Oh! Che oca! Desmentegavi ol vero motivi de la telefonada...Te voeurat vegnì incoeu a pranzo de num?...Sì? Ben, te speci, alora!...Ciao, ciao (riattacca, poi di fretta corre ad aprire ) Rivi!(apre la porta e appare Venanzio) Lù? Lù chì?! Ma se'l voeur ammò da mì? Gò già dit che desideravi pù videl ... Quel che ghe stà ghè stà...infra de num ... Ma ades.. Basta! L’è finì tuscoss.. E poeu che faccia tosta, fina a chì... in cà mea!...
Venanzio
Lassa che te spieghi, calmes! Mì, come te sentet, me permetti ammò de dat dol tì, mia do la sciora... dopo quel che hemm passaa insemma.... ( romantico, ma forzato ) Mì e tì...Insemma!... Hoo minga desmentegà quej bei moment che hemmm vivù.. i tò basitt, come eren dolz... Gertrude, pussee di biscott latt e mel che t'hoo vendù... e i tò oeucc, i tò diditt, i tò mann.. i tò ...
Gertrude
Che'l tasa! Basta! Che'l me faga mia soffrì!
Venanzio
No! Voeuri andaa avanti! In dei regord...perché oramai...(triste, recitativo )Ormai tì t'è cambiaa atteggiament vers de mì...
Gertrude
Sont sposada, Venanzio... Gò i mè dover... i mè compiti de responsabilità
Venanzio
Ma te seret ben sposada anca trij mes fà quand nel retrobotega te me basavet sù... te me sbausciavet.. cont tutta la toa passion.. e l'ardor... te se scaldavet.. e la toa boca l'era on'armonia piena de...
Gertrude
Ca'l tasa on bott! Basta!
Venanzio
Ghè no de basta! O te seret impostura alora, quand te me disevat: t'ami, Venanzio, pussee de la mea vita!...O te set busarda adess nel dimm : basta...
Gertrude
Che'l me faga no sti discors chì... Come al ved, mì ghè doo dol lù... anca parchè a hinn intervegnù certi robb...hoo capì d'avee sbaglià....sont stada tropp ona stupida... hoo agì cont leggerezza...Sì, sì... che'l me interrompa no, par piasè, al so quel che lù al voeur dì: la colpa l’è mea,tutta, tutta mea... ma ades.. me tiri mia indree, i mè responsabilità sont bona de ciapaj... Verament.. Però, ades, basta!...Hoo sarà sù ol cunt col passà...
Venanzio
No,no! L’è mia possibil ona borlanda compagna! Al vedi domà di tò oeucc... che ghè passà nagott, che ghè ammò tutt avert.. che quel che ghè stà intra de num l'ha lassà ol segn.. e visibil. On segn sora de tì... e de mì...E l’è per quest che me sont decidù de vegnì chì a fatt ona proposta...
Gertrude
Ona proposta!?
Venanzio
Sì! Vegn via insema de mì, Gertrude! L’è on mes, da quand se semm lassà, che riessi pù a dormì, a ciapaa sogn, che pensi semper a tì... ai tò mann inscì tenar, ai tò oeucc inscì dolz, ai tò basitt..( la guarda teneramente)
Gertrude
Chel me guarda mia inscì! Chel me faa accaponà la pell!(suona ilcampanello)
A sonen...Mò se la dis la gent che la troeuva chì in cà mea...mì e lù insema...in de per num?
Venanzio
Che la disa quel che la voeur...quel che la gà de dì: la verità!(cerca di afferrare una mano di Gertrude che si divincola e va ad aprire)
scena quarta
(Ferri e detti)
Ferri
(entrando) Oh! La gà visit! ( con malizia ) Buongiorno, scior Venanzio, come mai da 'sti part chì?
Venanzio
Sont vegnù a portaa della merce mancante
Ferri
Che bravo lavorador che l’è lù! Al lavora anca de domeniga
Venanzio
Se fa quel che sa po...Cont i ciar de luna che ghè al dì d'incoeu ghè minga tant da spujaa verz...
Gertrude
( seccata ) La gà bisogn?
Ferri
Sì! Sont vegnuda giusta chì a tòeu quel pachett che ol sò marì a l'avrìa dovù mett via...L’è on mist.. tant par faa on quaj sanguis per ol mè fioeu...
Gertrude
Voo in botega a vidè. Che'l me scusa scior Venanzio... ( via )
Venanzio
( visibilmente imbarazzato ) Bela giornada, incoeu...vera?
Ferri
Come tucc i altar: nè bela nè bruta...
Venanzio
Vorevi dì: finalment on po' de soo...
Ferri
(maliziosa) Da on mes a questa part ol soo al ghè sempar staj, almen in di chi paraggi chì...So no se a cà soa, al sò paes..
Venanzio
( deciso ) No! ecco: al paes no!...Gh'era giò 'na nebbia fina all'altrer
Ferri
Nebbia? Ah sì? Anca d'està? Ma in che paes al viv lù, scior Venanzio?
Venanzio
Sì,sì! Nebbia anca d'està! L’è ona specialità de Magenta
Ferri
Ah! Perchè lù l’è de Magenta? Al savevi no?
Venanzio
Sì, de Magenta, magentino...
Ferri
E a Magenta, vera?, a Magenta, come al dis lù, l’è mia inscì bel come chì, in vial Valganna?
Venanzio
Propi, propi... ol soo, chì a Vares, l’è divers da quel de Magenta...
Gertrude
(rientrando) Ecco ol sò pachett dol mist. Speremm che ghe sia tuscoss giust
Ferri
E parchè no? Ol scior Aldo l’è on tesor de botegar! (maliziosa ) Fortunata lei, che ha un uomo d'oro, sciora Gertrude...
Gertrude
( che non raccoglie ) Già fortunata...
Ferri
Che me la segna già chì ( le porge un libretto blu ) al saldarò doman ol mì debit .. .a l’è mia tanto, vera?
Gertrude
( controlla ) Sesantamila e tresent cinquantacinqu franch
Ferri
Va ben.. Grazie!...Arrivederci...
Gertrude
A lei...
Venanzio
Buongiorno... ( Ferri via )
Gertrude
E mo'? L'ha vist? Mo' chesta chì la informerà tut ol vial Valganna!
Venanzio
E lassa che la informa anca tutta Vares..! A mì me importa propi on bel nagott... a mì me importa domà de tì! (Tenta di abbracciare Gertrude, che si oppone con forza)
Gertrude
Che'l me lassa stà. Ghè l'ho già ditt! L’è finida la faccenda. L’è tutt finì.
Venanzio
Ma per mì ghè finì nagott! mì te voeuri on ben de l'era...!(tenta di nuovo di abbracciarla. Gertrude si oppone, ma più debolmente)
Gertrude
Che'l parla no inscì, scior Venanzio...Che'l pensa che sont sposada...!
Venanzio
Brava! E l’è propi quest che me faa andaa in bestia! Pensaa a tì che te set lì in di brasc d'on balandrann simil (accenna a una foto del marito)
Gertrude
Hoo sbaglià e ades purghi i mè peccà...Ma che'l vaga via de chì, se verament al ma voeur ben se'l voeur videmm felice...
Venanzio
Ta voeuri ben..sì,ta voeuri ben(l'abbraccia e Gertrude non si oppone più )
Gertrude
(con uno scatto ) O Dio! s'hoo faj? Venanzio! No! Te me... al m'ha faj perd ol coo, ona segonda volta!
Venanzio
Lassa pur daa sfogo al sentiment, parchè, te vedet, a l’è ol sentiment che'l parla
Gertrude
No! Che'l disa no di scemà.... l’è ol demoni...
Venanzio
Via...via... ( cerca di riabbracciarla )
Gertrude
No!...Sont ona dona perduda...l’è vera... ma ades voeuri acquistaa la pas..Voeuri 'stà sola in di mè peccà, 'n dol mè dolor, nel mè sbalij...Gò già de faa ona bela penitenza domà al penser d'avè tradì ol mè marì,la mea famiglia...
Venanzio
Che gran peccà! Tradì tò marì.... L’è minga on marì chi faa viv la sò miee in la... la palta... (Gertrude ha un debole cenno di protesta )Bel marì quel lì...Al pensa domà a se stesso, a la soa botega...che la var pussee de la sò miee... ai sò danè ...Chisti chì hinn orizzonti limitati da...(campanello )
scena sesta
( Moioli e detti )
Gertrude
Ghè ammò gent..Se'l troeuvan chì ghe n'hoo pù do la bona...Addio! Che'l vegna de là, in del retro...Che'l se faga mia vidè chì!
Venanzio
A voo domà a on patto... ( campanello )...che dopo...
Gertrude
(spingendo fuori di forza Venanzio ) Via...Via...!( va ad aprire ) Che la se comoda sciora Moioli...La gà bisogn de quaicoss?
Moioli
(guardandosi attorno ) Sola?
Gertrude
Sì, parchè?
Moioli
Me pareva de avè sentì di vus..
Gertrude
Di vus..? ( tra sè ) Pettegola! ( ad alta voce ) La sarà stà la radio...
Moioli
Ma sa l’è nanca pizza?
Gertrude
L'hoo smorzada ades ades ...prima de dervigh a lee
Moioli
(titubante ) Al sarà ...Me sarò sbagliada...
Gertrude
Sì! ( energica ) Alora, cosa podi servì?
Moioli
Sont restada senza pan e gò ospiti...La sa...? Ol mè fioeu l'ha invidà on po' de amis e inscì...
Gertrude
Voo de là in del retro a vidè se diolmai ghè avanzà dol pan
Moioli
Ghe vegni drè...
Gertrude
( spaventata ) No,no! Che la se incomoda mia...
Moioli
Ma da chi la gà paura? La nascond forsi ol moros?
Gertrude
Se la dis cos’è? La ma offend... Ol fatto l’è... ol fatto l’è...
Moioli
Ol fatto l’è...?
Gertrude
La sa... de domeniga... se capita la finansa...
Moioli
Se l’è par quell, alora me fermi chì... Voeuri mia metala in di pastizz...
Gertrude
Ecco...Grazie!...Voo e vegni...
Moioli
( al pubblico ) Sì, la stà fresca, se ghe credi...La finansa!...Te me la cuntet mia giusta!...(va a spiare attraverso la porta)Mì soo no m’è se faa a vess inscì sfaccià!...Povar scior Aldo! Che razza d'ona miee l'ha sposà!? ...La finanza! sì! ...Ma catan scià pù da ball! (Sta per affacciarsi di nuovo quando Gertrude torna)
Gertrude
Hoo faj prest? Ecco ol sò pan...Sperem che'l basta. Se diolmai al bastass no... o se la gavaria bisogn de quaicoss d'altar, che la staga mia lì a faa tuta la strada par nient, incoeu ol Nino al se ferma chì a mangiaa...l’è assee ona telefonada e ghe foo on bel servissi a domicilio, a gratis par giunta
Moioli
Grazie...Ma credi che me bisogna pù nagott.. quanto al vegn?
Gertrude
Cent franch..
Moioli
( dà il dovuto ) Grazie ammò...E che la me scusa se sont vegnuda a diturbala
Gertrude
La se figura! L’è mia ol cas de scusass (tra sè) Bisbetica!
Moioli
Rivederci. (tra sè) La finansa, sì!? ( via)
Gertrude
Rivederci.(aspetta che Moioli sia uscita, poi va a chiamare Venanzio)
Cessato allarme...Al po tornaa.(Venanzio esce ) Ecco! Al ved? Alla Ferri la se giunta la Moioli: L’è completo ol panorama di zabett! Chì doo lì insema in bonn de trà già ol president de la Repubblica...
Venanzio
Mì m'han freghi...
Gertrude
E a mì al ghe pensa no? Sa na frega anca de mì?
Venanzio
E come podaria?
Gertrude
E alora che'l me lassa in pas, che'l me tormenta pù!
Venanzio
Voeuri no tormentat! Voeuri domà che te vegnet via con mì!
Gertrude
Al ghe ciama pocch, lù!?
Venanzio
Ghe ciami: amor...
Gertrude
Al parla a vanvera adess
Venanzio
Parli con cognizione di causa...
Gertrude
Basta! Sont costretta a buttal foeura de cà...
Venanzio
Andarò....Vist che ghè pù nient de speraa...
Gertrude
Ghè mai stà nient de speraa...
Venanzio
Vist che i port dol tò coeur in sarà sù ben strecc, che nanca la carica dei mille la podaria sgominaij...L’è l'oltima parola? (Gertrude nasconde la faccia) T'hoo domandà se l’è l'oltima parola...
Gertrude
( senza alzare il volto ) Che'l vaga via per piasee...
Venanzio
Andarò....andarò....L'hoo promettù... e quel che prometti, mantegni ... mì!( Gertrude vorrebbe intervenire, ma Venanzio la ferma ) Ma... almen per sta volta... per l'ultina volta, lassom portaa via con mì on bel regord de tì...Prima de tutt.. sorrid.. dai sù... sorrid (Gertrude abbozza un sorriso un po' freddo, poi via via più convincente) Ecco, inscì, brava, brava... te vedet che te set ammò bona de sorrid..? (adesso Gertrude sorride apertamente ) e ... (Venanzio le si avvicina e la bacia. Gertrude dapprima cerca di respingerlo, poi cede, affettuosamente) Addio, Gertrude, addio!(Venanzio via )
scena settima
( Gertrude e Rosa)
Gertrude
( rimane sulla scena evidentemente commossa. Poi va ad un cassetto dello scrittoio e ne estrae un involucro di lettere, ne scorre alcune...Si commuove maggiormente fino alle lacrime... Poi tra sè...) Venanzio, Venanzio (mette le lettere sul cuore) Te m’è strascià ol coeur cont i tò paroll..altar che! Anca mì te voeuri ben, Venanzio... anca mì... e ol Signor le sa quanto desideri scappà via cont tì... ma...ma podi no... podi no...no...no (piange)
Rosa
( entrando dopo aver bussato ) Permess? Sa po? Come la va Gertrude?
Gertrude
( asciugandosi gli occhi) Insomma....
Rosa
Ma che faccia te ghet!? S’è succes? Dì? T'è tacà lid col tò marì? Te set bianca come on pagn de bogada!
Gertrude
No! L’è nient!...Hoo...hoo pena finì de perà i scigol par ol risott..
Rosa
Te me la cuntet mia giusta... La toa l’è mia ona faccia che l'abia apena finì de perà i scigol ( al pubblico ) Vardì, vardì anca vialtar...(Le gira il volto verso il pubblico ) Dì mia i busij a la tò sorela, neh? Te credat che sia sguerscia?... Te set chi hoo pena incontrà sui scar?... Ol Venanzio...
Gertrude
( trema ) Ma...ma...Mì... Insomma...Lassa a buj...
Rosa
Lassi buj nient!
Gertrude
Lassa perd, te scongiuri...se te me voeurat ben
Rosa
Ma l’è propi par quel che me permetti de mett i puntitt sora gli "i"...Me dispias rimproverat ...ma par mì te set adrè a sbaglià tuscoss
Gertrude
Come?
Rosa
Dai! Fa' mia la finta con mì! Varda che prima o dopo te s'ceparet ol firon ad andagh adree al Venanzio come te fet
Gertrude
Ma mì ghe voo adree a nissùn
Rosa
Bosarda! Bosarda e falsa! Ol Venanzio al m'ha confidà tutt, credendes de tiramm da la soa part... razza d'on stupid... Hoo mai faa la rofiana, mì!
Gertrude
Che balandrann!
Rosa
E tì alora!?
Gertrude
L’è acqua passada...
Rosa
Sì, ma ol tò marì... la toa tosa...Come la mettom?
Gertrude
( piangendo ) Ma mì... no...
Rosa
Te vedet? E ades che intenzion te ghet? ( rumori dal fondo ) Ades vegn gent... Fass mia trovà consciada in che la manera chì...Va de lì a metas a post... Sent che bacaneri in sui scar! Al dev vess certament ol tò marì...e sarà mej par tì fass mia trovà tutta magonenta... Va'! ( Gertrude esce )
scena settima
( detti, Aldo e Venanzio )
Rosa
Povera tosa! Povera sorela! Dove l’è andada a cascà! ( rumori dal fondo sempre più forti, risate fragorose ) Chest chì l’è lù: ol mè cugnà. Al recognossi distant on miglio: l’è la soa pedana!
Aldo
( entrando ) Avanti, avanti scior Venanzio! Sensa paura, avanti! Al faga come se 'l fudess a casa soa, sensa compliment!
Venanzio
(falsamente timido ) Permes?
Aldo
Ah! Rosa, te set chì anca tì? Ben, benissim! Semm al completo. Ghè presenti la mia cognata: Rosa Strampalezzi, vedova Tibiletti...
Venanzio
A semm già vist...se cognossom già...
Aldo
Ah,sì!? Alora mej ammò! L’è come vess in familia. E la mia dona che fin l'ha fàj?
Rosa
L’è de là a maneggià coi padell
Aldo
Ben ben, benissim! Se la Gertrude la maneggia i padel, num maneggerem quel che ghè dentar...e senza complimenti! I complimenti se lassan foeura do la porta...Ma intant che speciom a bevom on aperitiv...Cosa ghe podi offrì?
Venanzio
Nient!
Aldo
Ma che nient? On bel Martini...
Venanzio
Se 'l va ben per lù, 'l va ben anca per mì...
Aldo
Bravo! ( mentre prende l'occorente per bere ) Hoo incontrà ol scior Venanzio in piazza de la gesa, pena finì la messa. Inscì me sont permettù de invidal a disnaa insema de num... Anca se incoeu l’è mia on pranzo dol dì de Nedal... ma on piatt a la bona pai ospiti de riguardo chì inscì al ghè sempar...neh, Rosa?
Rosa
( freddamente ) Te faj ben.
Venanzio
Verament, mì vorevi minga accettà...
Rosa
E l’avarìa fa ben a mia acettà, vera scior Venanzio?
Aldo
Se te disat cos’è? Cata mia scià stori tanto pu che ol scior Venanzio l’è on timid ma on timid da quej... al gà paura de disturbaa...(alzando il bicchiere dell'aperitivo ) Ca'l beva, sù...ca'l beva
Venanzio
Salute!
Rosa
Salve (sempre più fredda)
Venanzio
( timoroso ) E la soa miee?
Aldo
Tè! Gò nanca pensà... Va bè! La bevarà dopo!...In de per lee...Rosa famm on piasee... Va' de la a vidè sa la combina la toa sorela...Digh che ghemm ospiti, de fass mia speciaa tropp, de vegnì almen scià a riverì....mia che dopo ol scior Venanzio al vaga in gir a dì che semm ona casa de maleducà
Venanzio
Mì? Propi no! ( Rosa via )
Aldo
( fissa negli occhi Venanzio ) No! lù no! L’è on bravo omm.. e on bravo viaggiator...Certi volt fina tropp insistent ... Ma... ma...lù l’è mia sposà?
Venanzio
No.
Aldo
Ecco: al disevi mì! Tropp timid!...Parchè al sa da mia da faa? Coi donn, al sa?, bisogna vegh coragg... ciapaj da la part giusta e... via! Lassasej mia scappà...Come dis ol proverbi...Quand ol corp al sa frusta, l'anima la sa giusta...Istess bisogna faa coi donn: Ona quaj frustada ogni tant e poeu via!...A caval!
Venanzio
Questa poeu!
Aldo
L’è parchè, al sa ofenda mia, lù al gà no esperienza coi donn.. Ma mì... mì so come ciapaj, come tegnij (entrano le due donne) Ah! Finalment: ecco la mea miee...
Venanzio
( impacciato ) Buongiorno, sciora Gertrude, ol sò marì l'ha vurù disturbass
Aldo
E dai...!
Gertrude
(imbarazzata ) Che bela sorpresa...!
Venanzio
L'ha tanto insistì...
Aldo
Che'l se faga mia di problema...
Gertrude
Ma sì... A l’è...a l’è on piasee...aveghel chì insema in cà nostra...
Aldo
Al sent se la dis la mea sciora? A l’è on piasee! E lù che 'l vureva andà a mangiaa in albergo...De domeniga...Sol e solett come on can..E poeu...al sa che la mè miee la gò ona divozion tutta special par lù?...Che quasi quasi saria tentà de gelosia?
Gertrude
Via! se te disat cos’è?
Aldo
Ma sì! Dai! L’è inutil a nascondal! Me son curgiù ormai d’on pezz! Lù, scior Venanzio, l’è l'unigh viaggiator che la mè miee la rispetta...La mè donna la po no sopportà i viaggiator... l’è ona robba pussee forta de lee...Ma con lù, scior Venanzio, l’è divers...A lù la ghè porta rispett! Inutil nascondal! L’è la verità!
Venanzio
Al ma mett in confusion
Gertrude
Anca mì...
Aldo
Voeuri mett in confusion nessùn... Incoeu l’è festa e bisogna staa alegar...Rosa se t'henn disat?
Rosa
Ona volta alla settimana on po' d'allegria la ga voeur...
Aldo
Meno mal che la mia cognadina la rasona giust...Alora (alza il bicchiere ) Allegria! Va ben inscì?
Venanzio
( alza il bicchiere ) Allegria!
Aldo
E crepi l'avarizia! E l'invidia e la malinconia! Oei! ( con una spallata a Venanzio ) Quel che ghe voeur ghe voeur! Su con la vitta! Abbasso ol mortuori! Anzi...dopo disnà savì sa femm? Tacom ol giradischi e femm quatter salt intra de num...L’è bon lù de balaa, scior Venanzio?
Venanzio
Mia tropp..
Aldo
Fa' nagott! Al balarà istess! Ghe presti la mè miee, la ga insegnarà lee a balaa come se dev! Oei! Nagott d'altar, ma la mia Gedìn la bala che l’è ona meraviglia! Par ona mezza giornada l’è tutta soa, la mà miee...L’è content? Oej! Ma domà par una meza giornada, eh!?
Gertrude
Ma...
Venanzio
L’è mia ol cas
Aldo
Via la timidezza! Par incoeu! Al gabbia mia paura...scior Venanzio...Via la timidezza e... allegria...allegria...!
TELA



ATTO III
Scena prima
(Nino e Antonella )

Nino
Come sta il papà?
Antonella
S’è lamentato tutta notte.
Nino
E' stato un brutto colpo, eh?
Antonella
Non sembra vero, guarda! Io certo non lo sospettavo minimamente...
Nino
Eppure il signor Venanzio sembrava una persona così dabbene, così compita... Ed anche timido per giunta...
Antonella
E mia mamma che si è lasciata trascinare nella rete...Ma come ha potuto?
Nino
Povero papà! Tanto sicuro di sè, dei suoi princìpi: con i piedi per terra, non tra le nuvole, come soleva dire...Con le sue sentenze,la sua esperienza, i suoi esempi...Ti ricordi quello che citava sempre? della vela in mare aperto? Ti ricordi? diceva: Quando tutto va bene, la vela sta su dritta, ma quando qualcosa incomincia ad andare storto, allora ecco che la vela va giù, si rovescia, cola a picco...Io il dialetto non lo so pronunciare bene, però ripeteva sempre: drizz e invers....drizz e invers... Adesso...
Antonella
Adesso è lui che è finito con le gambe all'aria. E ha la sconfitta scritta sulla faccia. E' un animale ferito... e ferito mortalmente...
Nino
Certo però che anche tua madre...
Antonella
Ma io sono convinta che la colpa non sia tutta di mia madre...
Nino
La difendi pure?
Antonella
No! Non la difendo! La condanno, anzi! Anche perchè alla sua età non sono cose che si devono fare...
Nino
Alla sua età? Esiste un'età in cui si può abbandonare casa e marito ed una invece che non si può?
Antonella
Non dico questo... Ma lei ormai... Stavano così bene insieme...da più di vent'anni...
( nel frattempo appare Aldo, visibilmente depresso, cammina trascinando i piedi )
scena seconda
( detti e Aldo )
Antonella
Ti avevo raccomandato di stare ancora in letto...Anche il dottor Biscotti t'ha...
Aldo
Menzionum mia i biscott, te preghi... Che hinn stà la mè rovina...
Antonella
Se il dottore si chiama così non è colpa mia...
Aldo
E ben! che 'l cambia nom. Se da no in cà mea al vegn dentar pù! A ghe dò mì i biscott!
Antonella
Senti, papà, è ora che te ne faccia una ragione...
Aldo
Rasoni no! Mì!...Podi no rasonaa! proeuva tì, al mè post! Se te riessat
Nino
Antonella non ha tutti i torti...Quel che è successo è successo...Ora si tratta di ricominciare a vivere...anche se non tutto è andato per il verso giusto, bisogna incominciare a raddrizzare la barca, cambiar vela...e via!
Aldo
Via!? E dove? Dove gò de andaa mì? A la mè età? E poeu te'l set no che pena voo foeura de cà, tutt ol vial Valganna l’è lì pront a saltamm ados e famm in quatar bocconi? Te'l set no come l’è contenta la gent di disgrazij di altar? A riden, loor, stì balabiott, che stan pù ne la pell! E i fioritt? Anca loor, anca loor, pegg di sò gent! L'altrer, ad esempi, s'evi lì in bottega quand entra on fiorell de vott o noeuv ann. Al ma faa: - in buon taliano, se capiss - a vorarei un gelato...Pronti, ghe foo mì... quest chì al va' ben?... No 'l dis lù, vorarei un cornetto, che vedo che ce ne ha tanti lei...Tè capì? Anca i fioeu s'hinn mettù d'acordi par toeuvum in gir...
Nino
Sarà stato un caso... E poi è inutile rimuginare il passato....
Aldo
Certo, eh! Al confessi, anca mì gò avu i mè debolezz, i mè sbalij! Sont mia nassùù par santa perfetta... sont mia stà on marì tropp sentimental...a volt s'eri on pu brusch, mia tropp tenar...Ogni tant me desmentegavi de dagh a la mea miee on quaj basìn, on quaj anelìn, on quaj oregìn par ol sò onomastich o compleann...Va' ben, al confessi... avrò anca sbaglià...! Però lee... lassàm chì inscì... d'on bott scappaa via... senza dì nè bè nè tè! (tragico) Abbandono di tetto coniugale!
Antonella
Non pensarci più adesso. Prendi qualcosa da bere per il momento e cerca di dimenticare... (Aldo scuote la testa) Dai!Bevi qualcosa per tirarti su!( Aldo di nuovo rifiuta) (campanello)
scena terza
( Benedetto e detti )
Benedetto
Permèss? Sa po?
Aldo
Avanti! ...Oh! Tè chì 'l mè amis! Tè set vegnì a portamm i olii sant?
Benedetto
Se te disat cos’è? Sì, te set on pu pallidin, però tant e tant te vedi in gamba...no?
Aldo
( si alza ) Sì, par quell i gamb gà i hoo! Ma ogni tant fanno giacomo giacomo, soratutt in di stì moment chì...
Benedetto
Bè! Se l’è che te voeuret? Te set mia pù on fiorell! Te ghet i tò ann anca tì...Se te pretendat coss’è?
Aldo
Mì? A pretendi nagott mì! Mì sont sempar stà al mè post… In prima linea...a combatt... cioè a lavoraa... Puttost l’è staa on quaividùn d'altar che l’è mia staa al sò post.. che l’è vegnù in cà mea e al m'ha portà via la mea robba, quel che l'eva de mì: la mè miee...
Benedetto
Sent, Aldo! Te parli de amis, ma da vero amis .Desmentega tuscoss... Quel che ghè staj ghè staj. Mett ona preja sora e ricomincia a viv ona noeuva vita.
Antonella
E' quello che gli abbiamo suggerito il Nino ed io...
Aldo
Podi no! A l’è mè on ciod piantà dentar chì (indica la testa) e chì (indica il cuore) Podi no!... Mè l’è triste la vita! E pensaa ... e pensaa che ol Venanzio ghe l'evi presentà mì a la Gertrude... a la mè Gedìn (si commuove) quel viaggiator...quel..quel porco! E sont propi stà mì, con 'stà boca che ghe disevi...che'l vaga,che'l faga mia ol timid, che'l gabbia no paura...Ovej! Altar che paura! Altar che timidessa! A l'era ona finzion uniga par famela a mì... in cà mea... sotta i mè oeuccà.., sotta ai mè barbis... Al m'ha fà propi on bel servizzi quel quel porco! On bel servizzi a domicilio
Benedetto
Se gò de regordat tutti i brutti avveniment che t'è passè mì vegni pù in cà toa a truvat. Anzi,voo via bel e che subit.Voeuri no videt piang o fatt soffrì
Aldo
Piangi no! Gò pù de lacrim par pudè piang (in maniera melodrammatica) Varda se l’è mia vera! (si avvicina con il volto a Benedetto)
Benedetto
(ritirandosi disgustato) I lacrimm magari te ghè i avaret pù, però te ghet ol fiaa ca spusa...
Antonella
Per forza: non mangia più...
Aldo
Tì tass!
Antonella
Oh già! Per te io non conto nulla! Devo solo tacere e basta!
Aldo
Hoo mia dit quest
Antonella
Ma...
Aldo
Se te voeurat dì cos’è cont sto "ma"? Che t'hoo tratada mal? Che t'hoo faj patì la famm? Che t'hoo mandada in gir biota?
Antonella
Ma...
Aldo
Ma on corno! Tì te ricognossat mia i sacrifizi che hoo faj par tì. Te ghè mia diritto de parlaa inscì a to pader...!
Benedetto
Aldo, scusom se m'intrometti.... ma me par no che la tò tosa la t'abbia offendù in quaicoss
Aldo
No? So già bè mì cossa la vureva dì cont quel " ma" lì...
Antonella
Se podi no parlaa, mì voo!
Aldo
E già lee la va via! Compagn de soa mama! Lee la discut no! Lee la scapa! (Antonella via, seguita da Nino che vorrebbe trattenerla, ma non riesce)
Nino
Antonella, Antonella...!
scena quarta
( Aldo e Benedetto )
Benedetto
Vist se t'è fà?
Aldo
Mì? Mì hoo fà nient? L’È stada lee a cominciaa!
Benedetto
Ma tì te l’è ofenduda coi tò parol ( Aldo reagisce ) No! Ciapom mia in mala fed anca mì, ades! Capissi che te attraverset on moment del tutt particolar, che te set tutt sott sora... Però te podet no trataa inscì ona tosa che la t'ha voeur on ben de l'era...
Aldo
Sì? Ma...ma l’è scapada!
Benedetto
E dai! Ma te se corget no che te set tì che te fet scapaa la gent de cà toa?
Aldo
Te set adrè a bozonam anca tì...
Benedetto
Te ricomincet? Parlaa de amis significa par tì bozonaa la gent? E come te dovaria parlaa alora? Come te parlenn i visitt de cà, o i client, che quand te veden a se scapelen davanti a tì e de drè g'hann mia tema de spantegaa sora ol tò nom, quel de la toa tosa e de la toa miee, ogni sorta de velen? (Aldo dà segni di scontento ) Sì, sì! Maledissom pùr! Intant però a spoj ol goss! Te capisset no che l’è ol tò egoismo che l'ha causà tutti i guai? ( Aldo alza le spalle ) Abbi almen on poo de riguard vers la toa tosa, vist che par la toa miee te ghe n'è mai avùu...Te parlat no? (Aldo alza le spalle ) Te fee oregia da mercant? Me sa streng ol coeur a parlaa in che la manera chì epùr...Gò tort o rason?(Aldo si gira dall'altra parte offeso)Ben!Te me det tort, hoo buttà via ol mè fiaa, al voeur dì che scaparò anca mè da questa cà! Addio!
scena quinta
( Aldo solo )
Aldo
(nervoso,cammina avanti e indietro,borbotta fra sè, gesticola, poi mentre si sta per accomodare su di una sedia,squilla il telefono) Pronti!Famiglia Trevalli, se sa po ciamala famiglia!... Lù chi l’è? L'avvocato Pompetta?Come...Ca'l parla talian par piasee che capissi no....Ah! Trombetta!...Ah! ...Tra pompaa e trombaa ghè poca differenza... Come?...No! ...Non dicevo a lei...No! Che'l se spiega..l'avvocato de chi?...Di mia miee?(interrompe di scatto la telefonata, risquilla il telefono ) Pronti!... Sì...no...sì...ghè andà giò la linea...Che 'l disa...On incontro?...Va ben... Sì... no ... sì ... no ...Che'l disa... Non mi dica... che'l disa. Convengo con la di lei discrezione e sollecitudine. D'accordi... Al speci... ben a prest..(ripone il ricevitore)Quand se mett da mezz i avocatt, la va semper a finì malament...
scena sesta
( Aldo ed Ernesto )
Aldo
(campanello: si avvia al telefono) Anca mì! Ades ghen disi quatar! (Alza il ricevitore ) Pronti, pronti!(campanello) Ah! sonen a la porta! ( va ad aprire)
Ernesto
Trevalli Aldo?
Aldo
Sont mì!
Ernesto
Raccomandata espresso par lù!
Aldo
( prende e firma ) Se l’è mai? Gò de pagaa quaicoss?
Ernesto
No! Nient che'l sa disturba minga! (allunga la mano)I manc podi no accettaj (Tiene sempre la mano allungata con intenzione) però se vegnen hinn sempar ben accèt
Aldo
Se l’è inscì ben! Tant de guadagnà! Arrivederci ( prende la mano del postino in segno di saluto)
Ernesto
( divincolando la mano e riponendola in atto di chi aspetta la mancia ) Tanto pù che chì a ghè nessùn che ved... che podaria fa la spia... E poeu... la lettra l’è importanta... L’è ona lettra de banca...e a oeucc e crus se tratta de ona quaj cambiàl ca scad
Aldo
Tè! Menagramm! ( Gli dà la mancia ) ( Ernesto via ) In che tempi buj siamo finiti! Ghè pù de religion, pù de rispett par nessùn! Pù de intimità! I segreti? Se sa no cossa sian! La discrezion? La cambià facia! I ladar? Hinn brava gent! Te roben perfin la miee...e tì te tasat! Come semm borlà giò in bass al dì d'incoeu! ( legge velocemente la lettera ) Ovej! Al gaveva rason l'Ernesto, ol postìn! La banca la me vertiss che gò ol cunt in ros... Ma come l’è possibil? Che sia bon pù de faa sù i mè cunt?...Ma... ma... No! Fin a sto punto chi? Anca quest!... ( lascia la scena, trascinandosi come un cadavere sui piedi malfermi...La lettera rimane sul tavolo, ben in vista )
scena sesta
( Rosa e Antonella )
Antonella
(sospettosa) Non c'è. Forse è andato di lì in stanza, oppure in retrobottega. Vieni, vieni, zia, che possiamo chiacchierare tranquillamente tra noi...
Rosa
E sì che mì ga l'avevi raccomandà a la toa mama! Sta attenta, tosa, ghe disevi, sta attenta! Varda che te se sbagliet a comportatt in che la manera chì! te rasonat mia giust... ol marì l’è sempar ol marì...
Antonella
E la mamma...?
Rosa
E lee nient!Crapona mè sò padar! Che Dio l'abbia in gloria.... Quand ol tò nono al sa fissava ona roba in coo, gh'era nient de faa: nissùn la smoveva da lì!
Antonella
( nel frattempo vede la lettera e legge ) Non ci posso credere... Eh no!... Non può essere vero quello che c'è scritto...
Rosa
Damm scià....famm legg a mì...fammm vidè... ( legge a sua volta ) Con la presente ecc...ecc...che sono stati prelevati a nome di Gertrude Niada...la mea sorela... trenta milioni... trenta milion?...oh! Puttasca! Ma chì ghè ol sciampìn dol Venanzio...La mea sorela la gavaria no faa ona roba d'ol genar a so marì ... Però...ga n'ha de danè ol tò papà!
Antonella
Chissà se la letta...
Rosa
Fa' no l'oca, dai! A l’è on espress: par pudè avel in di mann l'ha dovù firmaa... e quindi l'ha legiuva senz'alter...
Antonella
Povero papà!
Rosa
Poar disgrasià!
scena settima
( Nino - Benedetto e detti )
Benedetto
Ma sii drè ammò a menala? L’è inutil raccomandaa all'Aldo de mett ol coeur in pas, se poeu vialtar donn seguitì a rugaa col legnett in la caghetta!
Nino
Tanto il signor Aldo è assente, non può ascoltare questi discorsi...
Benedetto
Fa' no ol roffian tì!
Antonella
E' sorta una complicazione...Se stiamo ancora parlando di disgrazie è perchè in questa casa...
Rosa
Ghè cagaa dentar la scigueta, con rispetto parlando...
Benedetto
Oh! Diana! s’è succes?
Antonella
Legga... ( Benedetto legge e successivamente dò al figlio )
Rosa
Ecco: se gà disevi mì?
Nino
Qui ci vuole un rimedio...
Benedetto
Bravo! L'ha parlaa vosscienza! Segond mì
Rosa e Antonella
( all'unisono ) Segond mì...?
Benedetto
Segond mì al necessita on avocatt. Se t'henn disat tì, Antonella?
Antonella
Ma...
Rosa
Ben detto! Tì Nino, par cas, te ghè mia sott mann on quajvun, dato che te frequentat, se me sbagli no, quela gent lì...
Nino
Ci sto pensando... Forse...ma no...Però... può darsi...certo che...
Rosa
Alora?
Benedetto
Dis'cioles on poo...
Antonella
Lasciatelo pensare, no?
Nino
Ecco: ho trovato. Un mio compagno di corso ha il padre avvocato.Si chiama Trombetta...
Benedetto
Ol nomm l’è on programma...
Nino
Però, a parte la fama, mica lo conosco...Non so se potrebbe essere adatto al caso nostro ... Personalmente non so nemmeno che faccia abbia...
Rosa
Fa' nient: tentar non nuoce...
Antonella
Sì, ma... il papà sarà d'accordo?
Benedetto
Ghè pensom num a tuscoss... Anca a pagàl
Rosa
Oh, alora, a l’è d'acordi senz'altar...
Antonella
E' proprio un vero amico, lei...
scena ottava
(Aldo e detti )
Aldo
( vestito da mendicante, occhiali scuri, bastone, cappello sdrucito in testa, abiti trasandati...) Fate la carità, fate la carità al pover Aldo...fate la carità
Antonella
Ma sei matto?
Rosa
Te set adrè a daa i numer? Damej giust almen che ghe metti al lott
Aldo
Dò no i numar! Sont nammò matt! Ma se voo avanti inscì forse al diventi sul seri...Vialter a sav. no quel che m'è capità
Antonella
Purtroppo, invece, sappiamo quello che ti è successo, papà... e stavamo appunto riflettendo sul da farsi...
Aldo
T'è mia leggiù ben...Ghè pù nient de faa...tutt temp perdù inutilment...Va' de là a cambiass: vestisset de scimbietta in modo da pudè andaa a tùrna a cercaa la carità ...
Rosa
Me prurisna i mann quand te senti parlaa in che la manera chì...
Benedetto
Quel, che t'è success l’è molto grave, ma ad ogni mal se poo trovaa on rimedio...
Aldo
No, par ona roba compagna ol rimedi l’è domà quest ( butta in terra il cappello, prende una sedia, si siede col bastone fra le gambe, allunga una mano ) Fate la carità signori e gentili signore, abbiate pietà d'on poar crist che l’è andaa in malora grazie alla soa generosità. Fegh la carità a on poar becch. Questa chì l’è la mea tosa...frutto d'ona debolessa ... vardè come l’è consciada da sbatt via!...La gà vent'un ann e par che ga n'abbia quaranta...Pora nana! La s’è cammufada de scimbia par la vergogna de vess on essere uman, in specie ona dona... ghè fa schivi l'umanità...e i donn soratutt ( Benedetto cerca di intervenire per fermare la sceneggiata, ma viene fermato col bastone ) Come 'l dis, lù, scior?... Chi devi ringraziaa par 'sto bel ervissi? ... La mè miee, naturalment ... Parchè suguiti a sbragiaa come on lifrocch..?
Benedetto
Basta! (Gli prende il cappello e lo zittisce) Basta! Sbràgia no! L’è mia inscì che se risolv la question!
Rosa
Ma come l'ha podù la mea sorela arrivaa a tanto...?
Aldo
L’è bastaa ona firma...Ecco come l'ha podù...Fate la carità...Fegh la carità al por Aldo Trevàll, che la sò miee l'ha sbiotà come on ciall..!
Benedetto
Hoo ditt che l’è ora de guardaa in faccia alla realtà e ciapaa de petto la question..
Nino
Io potrei consultare quel mio amico.Meglio: suo padre, l'avvocato Trombetta...
Aldo
Se po no!
Antonella
Aspetta prima di dire che non si può...ascolta!
Aldo
Se po no!
Nino
Ma devo solo mettermi in contatto e...
Aldo
Se po no!
Benedetto
Te set ostinà mè on mul! Ma parchè te ripetat in continuazion che se po no?
Aldo
Parchè l’è l'avocatt do la mè miee...Mej... do la mia ex miee...La m'ha ciolà anca sul temp
Rosa
Beh! Al sarà mia l'unigh avocatt de Vares?!...Cerchèmann on altar...(Nino va a prendere la rubrica del telefono )
Aldo
Ben! Intrattant che vialtar cerchì on avocatt, mì a voo foeura in cerca de la carità... (esce)
Benedetto
Nino, mì ta consigliaria de mettes a contatto istess con l'avvocatt Trombetta... par on consili, inscì, se sa mai...
Nino
Bene, allora vado in cerca del Trombetta...Antonella, mi accompagni?
Antonella
Sì, vengo con te... se rimango qui impazzisco di più
Benedetto
Intrattant studiarò con calma la situazion... ma mia chì... voo a cà mea...dove star. on po pussee tranquillì..E lee,sciora Rosa?
Rosa
Sortirò anca mì. Gò in pee on certo negozi...e ( guarda l'orologio ) voeuri no fa tardi...'Ndem ( escono tutti )
scena nona
( Aldo, Trombetta, Gertrude )
Aldo
( entrando con Trombetta) S'el rivava on moment pussee tardi 'l me catava no. Che 'l se comoda avocatt Trombetta... (si affaccia sulla comune Gertrude) Tì no! Ferma lì! Mia on pass da pù cala che ta spari!
Trombetta
Che la me scusi, signor Aldo, ma avrei desiderio che la sua gentile consorte la stesse un po' più vicino...Permette?
Aldo
Se propi l’è necessari! Ma mettèm in ciar che mì ol permess a che la lì ghe l'hoo mia daj!
Trombetta
Glielo concedo io! Va bene ? Assumo ogni responsabilità! Ma che venga avanti signora Niada, su...! ( Aldo si sposta quando vede avvicinarglisi la moglie ) Oh! Finalmente stiamo accomodati! Ora, qui riuniti, noi ragioneremo con calma, tra uomo e uomo...
Aldo
Se la c'entra lee?
Trombetta
Lei c'entra perchè è oggetto del contendere...E poi bene o male sarà l'ultima volta che la vede... quindi gli domando solo un piccolo sforzo... Intesi?
Aldo
Se la mettom sul sto tono...
Trombetta
In qualità di rappresentante della signora Niada qui presente vorrei mettere per iscritto due o tre cose...
Aldo
De che se tratta?
Trombetta
Si tratta di definire la questione finanziaria, dato l'accrescimento di ricchezze e mobili e immobili che in vent'anni si sono riprodotte... Facciamo dei conti, in parole povere...
Aldo
Che'l specia on cicinin che voo a toeu carta e penna... ( ritorna mostrando con enfasi al pubblico la lettera di cui sopra ) Ecco fatto
Trombetta
Dunque, la sua bottega ha un valore di cento milioni ( Aldo annota ) Il terreno di Bizzarone, con annessa cascina rustica, diciamo cinquanta (Aldo annota ) Due appartamenti in via Milano ( Aldo annota e mostra al pubblico la lettera) trenta milioni cadauno...Ecco possiamo iniziare da qui...
Aldo
Mì cominciaria on poo pussee a monte...
Trombetta
Cioè?
Aldo
Sares a dì quanto segue...Che'l ciapa appunti, scior avocatt, se sa mai...Il qui presente Aldo Trevalli, in qualità di rappresentante di se stesso, dice conferma e sottoscrive che: punto primo: che dal sò cunt current numar... ( prende la lettera ) numar 376189 barra trij màncan ben trenta milioni...sottratti, mia par dì, dalla qui presente Niada...
Gertrude
L’è impossibil: mì hoo mai faa nessuna firma...
Aldo
Ah,no!? E quest chì s'ha l’è cos’è? ( Gertrude prende la lettera poi la passa all'avvocato )
Trombetta
Ciò cambia alcune cose... Ma signora perchè non mi ha mai detto di queste sottrazioni?
Aldo
Ciamala sottrazion tì!
Gertrude
Mì savevi nient..
Aldo
E mì?
Trombetta
Bisogna studiarci sopra...
Aldo
Quanti student incoeu in 'stà cà!
Trombetta
Posso prender nota?
Aldo
Che'l ciapa quel che'l voeur...
Trombetta
( dopo aver preso appunti ) Bene! Sono a posto! Le chiedo scusa, signor Trevalli, anche a come della mia cliente...Ritornerò quanto prima per ridefinire le cose...
Aldo
Quand al voeur vegnì sont a soa completa disposizion
Trombetta
Andiamo, signora Niada, andiamo... ( Gertrude e Trombetta via )
Scena decima
( Aldo, Nino, Antonella )
Aldo
( visibilmente soddisfatto ) Hoo trà giò ona preja dol stomigh! Quasi quasi me senti rinass. Eh! Me pareva, a dì la verità, che la faccenda la spusava de grass! Anca parchè la Gertrude l’è sì ona donna irriconoscente, sgradevol, strìa, però...pùr con tutt i difett de sto mond, l’è mia bona de faa la ladra....Se sentiva lontan on mija che ghera sott ol sciampìn dol Venanzio...( al pubblico ) Ve farò ona confidenza...In on primm moment ol Venanzio al m'aveva faa ona bona impression..Dopo però, reussivi pù a distoeul do la botega...e l’è in quel frangent lì che m'è vegnì parfina on dubbi...on sospett. Ma sa vorì mai? Mì sont no on napoletan gelos, sospettos, morbos... Hoo lassà andaa l'acqua segond ol sò cors natural ... E inscì l'acqua, cioè ol Venanzio, al m'ha portà via la miee...Sì, ma ades, se 'l me vegn in di man ghe s'cepi ol fotton, ghè s'cepi! Questa l’è la storia, ciara e netta, altar che i biscott latt e mel!
Nino
(d.d.) Permesso? (entra insieme con Antonella) Non sono riuscito a rintracciare quel mio amico, nè tanto meno suo padre, l'avvocato. Gli ho lasciato comunque un bigliettino da visita nel caso che...
Aldo
De qual avocatt te parlat?
Nino
Ma del Trombetta, no?
Aldo
Sfidi mì che te'l trovavat no...L’è appena andà via on moment faa...
Antonella
C'era qui il Trombetta?
Aldo
Certo! Setà giò lì...E con la toa mama par giunta...
Antonella
E cosa volevano?
Aldo
(indifferente) Nient ... Nient de special... Se tratava de faa sù on poo de cunt...tutt lì E intrattant che fasevan sù i sò cunt, a s'hinn corgiù che ghe mancava l'ost: cioè gh'era ona trentena de milioni foeura post
Nino
Gli ha parlato del conto corrente?
Aldo
L’è propi lì che i hoo catà in fallo!
Antonella
E la mamma?
Aldo
La ma...(colpo di tosse) la ma...(tosse) la mamma sta bene ...l’è on poo ingrassada (tosse) M'è vegnù on strangojon chì in gora...
Antonella
E' ingrassata?
Aldo
Saran stà certament i biscott latt e mel che la mangiava de strafuion in cà mea
Antonella
E i trenta milioni? Li ha presi davvero lei?
Aldo
Su quest lee la giurava e spergiurava de no...Però on quaicoss l'ha ciapà...te'l sicuri mì
Antonella
Beh! Meno male che col conto corrente lei non c'entra...
Aldo
Come? La c'entra no? Ghè ammò nessuna testimonianza a sò favor!
Nino
Ma la signora Gertrude non sarebbe mai stata capace di commettere un'azione così ignobile...Sono pronto a mettere la mano sul fuoco...
Aldo
Par la verità pensavi anca mì la stessa robba...La Gedìn la gavarà tutti i difetti d'ol mond... ma ladra no... la gà no la stoffa...
Nino
Dopo la tempesta, finalmente un po' di quiete...
Aldo
Bravo! La mea barchetta la s'era vultada in sù, col cù par aria...s'evi già mò tutt ingarbuj.... quand all'improvvisa ecco: la vela la s’è radrissada...
scena ultima
( Calcaterra e detti )
Nino
( campanello ) C'è qualcuno alla porta.
Antonella
Vai tu ad aprire?
Aldo
Fall vegnì avanti, chiunque al fudess, anca ol diavol
Calcaterra
S'ha po? Permess? A disturbi la quiete familiar?
Aldo
Ormai l’è chì...S'al voeur, de grazia?
Calcaterra
Me presenti...Me ciami Calcaterra e sont ol noeuv rappresentant do la premiava ditta Melchiorre e Gioia, de Milan, rinomada soratutt come ditta dolciaria... Voilà i sò prodotti... (Calcaterra dispiega dei depliants sul tavolo ) Cioccolatitt ripien, fondent, alla crema...biscott latt e mel...
Aldo
Ca'l manzona mia i biscott latt e mel in mè presenza!
Calcaterra
Ma parchè? I ha mai assaggià? I biscott latt e...
Aldo
Hoo ditt che voeuri mia sentì manzonà che la roba lì...
Calcaterra
Ma...
Aldo
Ma on corno! Via! Hoo ditt...Via! ( si mette a rincorrere il Calcaterra per la scena) Via! Via!
CALA LA TELA
NOTE ESPLICATIVE SUI PERSONAGGI
ALDO, tipo classico del bottegaio, vive in funzione del guadagno. Spesso taccagno, il più delle volte egoista, ma non privo di slanci di bontà. Nei primi due atti spavaldo e sicuro di sé. Nel terzo atto completamente affranto, ebete, scioccato dalla sventura occorsagli.
GERTRUDE, sui cinquant'anni, ma si rifiuta ostinatamente d'averli e soprattutto di dimostrarli. Combattuta dall'amore per la famiglia - in particolar modo per la figlia - e dall'amore per se stessa che sfocerà, poi, in un aperto quantunque travagliato adulterio.
ANTONELLA, vent'anni circa. Bella giovine di classica educazione, sebbene non rifiuti ciò che la modernità le offre in fatto di divertimenti e svaghi. Molto attaccata alla famiglia.
BENEDETTO, ha quasi sessant'anni. Sa essere amico sincero, comprende i difetti degli altri e li giustifica. Sempre pronto ad aiutare in caso di necessità
NINO, venticinque anni. E' all'ultimo anno di università Lavora per non essere di peso al padre, ma anche per poter essere più vicino alla propria ragazza, che ama sinceramente. Ha il carattere buono del padre. Un po' sognatore e forse troppo intellettuale.
VENANZIO, tra i quaranta e i cinquant'anni. Classico rappresentante che, pur non amando il proprio lavoro, cerca di trarne il più possibile profitto. Falsamente timido, falsamente innamorato, raggiunge, grazie alla poca scaltrezza di Gertrude, il suo malefico scopo.
FERRI, è la classica " zabetta " del rione. Non più giovine, ma non ancora vecchia, le sue energie le impiega per sapere, conoscere e divulgare i fatti degli altri.
MOIOLI, vedi sopra.
ROSA, quasi sessant'anni. Lungimirante, vorrebbe salvare la sorella, ma non ne ha la forza morale sufficiente.
TROMBETTA, circa cinquant'anni. Mostra la sicumera dell'avvocato. Piccolo, panciuto, un po' calvo, occhi furbi, veste vistosamente elegante. Possiede un accento fortemente meridionale.
ERNESTO, il solito postino
CALCATERRA, il solito rappresentante inopportuno


Torna ai contenuti