Carlo Banfi
Personaggi in quanto appartenenti ad una finzione, persone in quanto autenticamente veri.
Li puoi (o li potevi) incontrare camminando per strada, sul treno, nei negozi.
Possiedono la semplicità, la voglia di vivere, il desiderio di fantasticare a volte.
E soprattutto la fatica del quotidiano, la bellezza della natura, la malvagità degli uomini che dominano le sorti:
e l'autodifesa, a tratti forte a tratti sommessa, dei poveri cristi.
All'inizio mi ha spiazzato, come lettore, l'uso della prima e della terza persona del protagonista.
Poi, ripensando alle possibili motivazioni, mi sono detto
che il passaggio dalla prima alla terza persona (e viceserva)
è come un mettersi davanti allo specchio, vedersi riflesso, oppure sdoppiarsi
per vedersi come in un sogno (e anche di sogni nel romanzo si parla, perché il sogno appartiene alla vita)
A livello teatrale questa è un'operazione che gli attori di stampo brechtiano
conseguono non senza difficoltà. E' il famoso straniamento
(un testo in prima persona lo porto in terza: mi serve per uscir fuori dal personaggio
e far capire al pubblico che io non sono quel personaggio,
ma lo sto interpretando, gli do voce)
Anche i dipinti di Magritte, quando dice "questa non è una mela", ottengono lo stesso effetto.
Così il risultato è uno spaccato di mondo prealpino.
Il capanno diventa quindi una scusa per guardare dall'alto
(una specie di privilegio) e per mostrare, non dico per giudicare:
il giudizio, semmai, è dentro la storia, nei gesti, nelle parole, nei rapporti famigliari e familiari.
Sarà forse l'appartenenza alla mia stessa generazione
(il romanzo mi ricorda lo stesso pezzo di storia che abbiamo fatto,
gli stessi sentimenti che, pur non avendoli confrontati, collimano)
sarà la passione che i nostri maestri, pur diversi, ci hanno inculcato,
sarà la scrittura priva di ridonanti pedanterie,
ma posso dire senza paura che il capanno mi ha trasmesso vere emozioni.
Enea Biumi
Biobibliografia
Carlo Banfi è nato nel 1949 a Caronno Pertusella in Provincia di Varese.
Laureato in Lettere presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
con una tesi in Storia del Giornalismo, ha insegnato Italiano e Storia
nelle Scuole Superiori della Provincia di Varese.
Coniugato con due figli, vive nei pressi di Luino sul Lago Maggiore.
Nel 1992 è stato tra i finalisti
del Premio "Candoni" con il radiodramma La fuga.
Nel 1993 si è classificato al primo posto
nel Premio letterario "Atheste" con il romanzo inedito
Sogno d'estate.
Nel 2007 il suo primo romanzo pubblicato,
IIcapanno, entra nella rosa dei semifinalisti del Premio "Campiello".