Benito LAMANTIA - "Arte e Cultura: Poesia, Romanzo, Scrittura, Musica e Teatro"

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Benito LAMANTIA

è nato a Palermo nel 1940. Ha pubblicato le seguenti opere di poesia: Lindos (Rebellato, 1981), Knossos (Moderna, 1983), OF (TraccEdizioni, 1989), Taccuino (TraccEdizioni, 1990), Ou tòpos (TraccEdizioni, 1992).
È presente nelle antologie: Poeti contro la guerra (Comune di Torino, 1985), Discorso Diretto n. 9 (Canova, 1985), Pelasgi (Maggioli, 1986), 9 Poetas Italiano! (Catoblepas, Madrid, 1987),
Ho sognato Freud (Essegi, 1989), Bisogna armare d'acciaio i canti del nostro tempo (Edizioni Rapporti Sociali, 1991), Disfattisti (TraccEdizioni, 1992.)
Per i tipi di TraccEdizioni ha inoltre curato l'antologia Poeti del dissenso (1987), pubblicato il romanzo Prima di andar giù (1988) e la silloge di racconti Hanno fatto fuori Dostoevskij (1989).
Pino Bertelli ha dedicato uno studio all'opera di La Mantia in II fuoco di Prometeo (TraccEdizioni, 1991).
Benito La Mantia e Gabriella Cucca
Libri Proibiti. Quattro secoli di censura cattolica.
Prefazione di Lidia Menapace.
Stampa Alternativa. 2007


         Con l'enciclica “Libertas” del 1888 di Leone XIII, in cui viene denigrata
la libertà di pensiero, di stampa, di parola e di culto, considerandola "innaturale",
si può affermare che inizia la storia della censura moderna.
         Ma “Libri proibiti”, non si ferma qui. Benito La Mantia eGabriella Cucac narrano con piglio giornalistico e con scientificità storica, quattro secoli di censura cattolica, che vanno dalla metà del 1500, secolo in cui fu inaugurato “l’Indice”
da papa Paolo IV, fino al 1966, secolo in cui fu abolito da parte di Paolo VI.
I nomi sono quelli di famosi scienziati, scrittori, filosofi, poeti. Da Giordano Bruno
a Thomas Mann, da Ariosto a Galileo, dal Corano a Sartre, per arrivare
a quelli attuali "sconsigliati dalla chiesa", come Il Codice da Vinci.
(Si può contestare il romanzo, ma censurarlo no).
         “Libri proibiti” ripercorre sia l’attività censoria sia le sue conseguenze: migliaia di volumi al rogo, è vero, ma anche autori, stampatori, lettori, divulgatori. (L'ultimo rogo dei libri, avvenne nel 1957 nel cortile della questura di Varese,
in cui si bruciò una raccolta di racconti di De Sade).
         In tal modo avremmo avuto, come conseguenza, una morte totale
della cultura e delle coscienze. Fortunatamente invece si è avuta una resistenza,
sia pur drammatica, all’oscuramento culturale. Tanto è vero che oggi, paradossalmente, l’Indice potrebbe rappresentare un percorso scientifico
per chi intende conoscere e studiare il pensiero non solo del perseguitato,
ma anche di una cultura a margine, o come si direbbe in termine moderno
border line.
         E’ interessante,poi, la conoscenza anche delle opere cosiddette purgate, che vengono proposte nel prima e nel dopo "purga", e alle parole dei censori
o di chi ne subiva la censura.
         Da qui si intuisce come ancor oggi la volontà censoria della Chiesa
non sia venuta meno, nonostante l’abolizione dell’Indice. Infatti, il suo pensiero,
più o meno teologico, condiziona o vorrebbe condizionare leggi, politica,
società ed etica, anche nel terzo millennio.
         Così come esiste un altro tipo di censura, ben più sottile, che è quella dell’indifferenza, del menefreghismo, dell’egoismo sociale.
La voce di Pasquino: un'indagine di Salvator Rosa nella Roma di papa Chigi
Chigi di Benito La Mantia e Gabriella Cucca
Stampa Alternativa ( www.stampalternativa.it )

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