Anna De Pietri
Con "Rosa fresca aulentissima" Enea Biumi porta agli "Incontri con l'autore" alla biblioteca di Inarzo il suo ultimo romanzo. Il giallo, ambientato in un luogo di fantasia per certi versi familiare a chi vive dalle nostre parti, ruota attorno a un biglietto misterioso. Tutto nasce e si nasconde proprio qui, nella provincia nascosta, perché proprio la provincia come ben scrive Carlo Alfieri nella sua recensione al romanzo: «...è un ben definito tòpos letterario: quel luogo dove si sa più o meno tutto di tutti, ma non si ammette niente di niente. Il luogo che sembra favorire il sorgere di note debolezze umane, il pettegolezzo, la maldicenza, il sospetto, la calunnia, però nascoste dietro un prudente velo di perbenismo. Il luogo dove pubblico e privato sono separati da un confine assai labile e indefinito, dove la verità sembra un concetto evanescente e indecifrabile, almeno finché non ci riesce qualcuno, per la sorpresa del lettore».
Stasera alle 21 alla Biblioteca comunale arriverà proprio Enea Biumi - all'anagrafe Giuliano Mangano - affiancato da Emiliano Pedroni. Mangano, professore, poeta, scrittore, regista e attore varesino residente a Cadrezzate, con "Rosa Fresca Aulentissima"(Genesi) prosegue la sua produzione letteraria che conta numerosi libri di prosa e poesia anche in dialetto.
Giuliano, o forse dovrei dire Enea, il suo romanzo è uscito nel 2018. Cosa apprezza il pubblico di questo libro?
«Trovo bello che un libro vada avanti nel tempo. Finora ha avuto un bel riscontro, la gente ne apprezza il linguaggio e il fatto che fino alla fine nessuno riesca a trovare il colpevole»
Riferimenti espliciti al nostro territorio?
«C'è un vago riferimento: è come se avessi scattato nella mia mente una foto di molti paesi del Varesotto, come Luvinate dove ho vissuto, e da quella ho tratto ispirazione per luoghi immaginari. Nel libro echeggiano parlate di altre regioni, non solo i nostri dialetti»
Nel 1999 ha fondato la compagnia "Il volto di velluto" e per anni ha fatto teatro. ln che modo questa esperienza si sente nella sua scrittura?
«Ci sono parecchi dialoghi e forse sì, questo deriva dalla mia passione teatrale»
È la prima volta a Inarzo?
«Come ospite sì. Ma quando posso partecipo volentieri come spettatore. Abito a pochi chiIometri e sono rimasto piacevolmente colpito dalla vivacità culturale di questo paese».