Alex PAUSIDES
Alex Pausides nació en Manzanillo, Cuba, en 1950. Poeta y editor. Fue director de El Caimán Barbudo, importante publicación del movimiento de la poesía cubana generado por la primera generación en el contexto de la revolución cubana. Vicepresidente de la Asociación de Escritores, coordinador general del Festival de Poesía de La Habana. Dirige la Colección Sur Editores. Ha publicado más de quince libros. Entre sus títulos más recientes se encuentran Pequeña gloria, Canción de Orfeo, Ensenada de mora, La extensión de la inocencia y Caligrafías. Obtuvo los Premios Gaceta de Cuba y de la Crítica, entre otros. Sus poemas han sido traducidos al portugués, francés, italiano, inglés, rumano, ruso y alemán e integran numerosas antologías. Acerca de su poesía el poeta dice: “Comenzó en los setenta con una poesía más cercana a la palabra, a la emoción. Y ha ido derivando a una poesía descarnada, más económica en términos verbales, más conceptual. Ahora estoy haciendo muchos poemas breves, es una poesía más reflexiva. El paso del tiempo implica un cambio en tu propia cosmovisión, en tu visión del mundo.”
(da "Prometeo" Revista Latinoamericana de Poesía Número 88-89. Julio de 2011.)
Io, Faust
Se in cambio della mia povera unica vita Mefistofele
m’accordasse un desiderio
prima di chiudere la sua bocca crudele
gli direi che voglio vederti
perché sono tuo dio mio e m’hai saziato la bocca
ed è stato dolce mordere il tuo nome odoroso in un fresco pasto
ma è meglio che non arrivi Mefistofele con la sua nebbia
e la bugiarda sua luce
e nella sua magia tu ritorni assopita e negli occhi miei ti posi
bagnata nella fame del fuoco
Euridice
E al rotear degli occhi
era il fumo
specchi
niente
La casa dell'uomo
Luomo affolla di volti la sua casa,
varchi, nubi, magie e paesi.
La tenerezza che gli manca
la può incontrare in cucina nel povero cibo
se nelle sue mani sgorga limpida l'acqua
e cacciar via i minuti danni della polvere;
e ardui brandelli di fuoco aprono l'umile cerimonia,
la povera cena del padre generoso e della figlia, che uniti
nel sorriso si ascoltano mangiando.
Comunione più profonda del silenzio stesso
che li riavvolge ora, li illumina
con una luce assai tenue che li fa parlar sottovoce,
e la nostalgia non impone la sua sete.
Esseri colmi di mare e di arie squisite, creature
che unì l'amore più in là del tempo e le
pericolose leggiadre voci del desiderio.
In un istante l'uomo s’è garantito
le pelli, la polvere, le spezie, gli stupori che la luce
non può impugnare in questa sala ben più triste.
E non ci saranno naufragi né diluvi
né magiche rotte né paesi distrutti
che non zittiscano il fragore in questa casa.
Casa che un uomo fonda fra le sabbie
nella terra ancor feconda del suo sogno
dove una bambina regna
come un'aria limpida che lo illumina tutto.
Abitante del vento
Ledita dell'autunno si giacciono nel mio letto
cadono muti i passeri lenti che il vento ha posseduto.
L'autunno è una docile donna un buon amico un'acqua che disseta
un po' d'aria che manca a certe ore.
L'autunno arriva zitto: che succede
all'autunno grave e lamentoso nella mia mano?
Ma non lo contrasto, gli apro la porta
per farlo entrare, divento goffo,
imparo canzoni alla moda,
compro un fiore ogni mattina,
celebro incredibili riti
con gli angeli che popolano i crepuscoli.
Ah! sono quasi ridicolo
aspettando nella penombra della porta chiusa
una donna impossibile.
Andiamo a vedere che succede all'autunno
perché mette le sue dita senza sangue nei miei domini.
Mentre cadono le foglie verdi riempitelo tutto
con il suo silenzioso rumore.
Mettetelo tutto sporco di bellezza ammalato
di foglie morte.
Benvenuti in casa: recitano versi malvagi.
Possono sedersi sulla mia testa sui gangheri della porta
sulle reti del mio letto sulla vecchia remington.
Bevono il loro rum dividono i miei biscotti le mie vesti.
Sono loro i padroni alla fine del mio spazio.
E' l'unico che ho: glielo offro.
Viva l'autunno con le sue foglie vive sulle mie spalle
fra i miei piedi fra i folletti che inciampano con me.
Mi lascino salire su di una foglia e viaggiare nel vento.
Voglio iniziare un viaggio verso la bellezza
delle cose più diafane e semplici.
Traduzione: Loloy Marquina Maria Luz e Enea Biumi