Michele Carofiglio detto Mica - eneabiumi

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Michele Carofiglio detto Mica

MICHELE CAROFIGLIO detto MICA

E' facile, di fronte ad una personalità artistica qual è quella di Michele Carofiglio, rifugiarsi in concetti stereotipati. Cercherò di sottrarmi a questa tentazione, perché Carofiglio merita molto di più delle solite frasi ben compite che si sanno produrre in de terminate circostanze. Lascerò allora parlare le tele stesse dell'artista, le quali sono ben Iontane dalla retorica di cui, spesso, ci si accusa.
Silenzio e riflessione sono le componenti prime che scaturiscono dall'opera di Carofiglio. E il tempo sembra fermarsi, per un secondo solo. Riprenderà, poi,  regolare il cammino. Ma intanto l'attimo che fugge (un volo di gabbiani, una mandria di pecore, un volto intristito dalla vec chiaia, una tempesta) è già stato colto, scrutato, analizzato. lntanto il pescatore od il pastore, i personaggi anonimi del lungo mare o quelli meno anonimi che sostano sulla riva del lago di Ghirla o che sospingono una barca sul fiume, hanno appreso della loro esistenza, della loro partecipazione a quel processo produttivo-creativo che è, nell’insieme, la natura.
Una sensazione d'armonia, di pace, di religiosità pervade ogni tela di questo artista barese. Ln esse i colori si amalgamano con semplicità e spontaneità, «naturalmente». Nulla rimane di forzato, di pasticciato. Di anti-naturale. Sono tentato di dire: nulla è asociale, turbolento, prevaricatore. La stessa burrasca marina riflette già una speranza: il momento della calma. Ecco, in questo equilibrio, che non è solo formale, bensì interiore, di contenuto, sta il fascino e la compiutezza dell'opera di Carofiglio.

Giuliano Mangano

Resterà aperta al pubblico fino a domenica 30 giugno la mostra “Il Mare rappresentato da un pittore” dell’artista barese Michele Carofiglio.
Inaugurata domenica scorsa, 16 giugno, presso la pinacoteca comunale a Palazzo Miani Perotti, l’esposizione raccoglie molte delle opere di MiCa che hanno come principale protagonista il mare: “MiCa focalizza in questa mostra la propria attenzione su una rappresentazione del mare nostrum in chiave verista e romantica al contempo, dando corpo grazie a vividi olii, ad anse di mare che si insinuano in irregolari lembi di terra, a mille riflessi dell’acqua che si configura come specchio malinconico dell’anima”, scrivono gli organizzatori in una nota di presentazione della mostra.
Ma le opere di Carofiglio non sono solo mare: non mancano, infatti, scorci della nostra Cassano (il Convento, la collina di Santa Lucia), perché “Michele Carofiglio è ‘figlio’ della nostra Cassano”, ha affermato il sindaco Di Medio all’inaugurazione della mostra, sottolineando “quest’altra bella e importante occasione per mettere in risalto le nostre bellezze”. Attraverso le opere di Carofiglio abbiamo “un altro modo di vedere Cassano”, ha concluso la Di Medio, ricordando anche le tante opere dell’artista barese che mette a disposizione dei cassanesi la sua arte e l’esperienza che ha trasmesso a tanti ragazzi che sono andati da lui ‘a bottega’.
Entusiasta e commosso, Michele Carofiglio (classe 1926), ha ringraziato i presenti e lasciato un breve messaggio per i giovani e per i meno giovani: “ai ragazzi consiglio di vivere la propria gioventù a pieno, guardando ciò che li circonda e non perdendosi nulla delle bellezze del nostro mondo… per i più anziani, beh, quello che è fatto è fatto” ha concluso, con una battuta, per poi lasciare la parola a Filippo Cacace, già allievo di Carofiglio.
“La pittura non è fatta di parole ma di fatti”, ha affermato Cacace, “l’artista è un intellettuale che dipinge per pensare e attraverso l’arte permette agli altri uomini di sognare”: questo è per Cacace il messaggio di MiCa. L’arte è un sogno, l’arte trasmette un messaggio, l’arte è comunicazione.

Vito Surico

"L'ulivo l'ho riportato su alcune mie tele, perché è un albero di tradizioni millenaria, è presente negli stemmi araldici ed è usato come simbolo di pace, di gloria immortale.
E' un soggetto che mi è sempre piaciuto per la particolarità e per l'eleganza delle sue forme, per il contrasto dei colori che però non rappresento mai come tale, ma in un'armonia cromatica per fare della mia opera un'opera d'arte."

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