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andrea rompianesi

LA SUMÈNZA DU LA NÒCC
IL SEME DELLA NOTTE

Enea Biumi, nel suo passato remoto, è stato un cultore della poesia di Ungaretti. L’accezione di ermetico come “essenziale” lo ha portato ad una frequentazione di versi costituiti nella loro forza incisiva e fulminea. Il senso della vita e del tempo come tracce da seguire nell’approfondimento acuto della scrittura. Il percorso creativo lo ha condotto poi via via verso l’avanguardia, la parentesi narrativa di un appassionato di Gadda e Testori, la poesia d’ispirazione storica. Per approdare ora ad un puro esempio di limpida espressione poetica nella lingua varesina. Ma l’esito raggiunto è quello di un equilibrio quasi classico e tale da porsi, rispetto alla versione italiana realizzata dall’autore stesso, come vero e proprio testo originale a fronte. Tracce che hanno avuto, nel panorama nazionale delle varie lingue locali e nei suoi riferimenti più significativi, gli alti esempi di nomi come Franco Loi, Raffaello Baldini, Tolmino Baldassari, Emilio Rentocchini. Un’apparente semplicità che è, in realtà, come in passato scritto da Vittorio Sereni riferendosi ad un’opera di Paolo Ruffilli, frutto del più raffinato artificio; risultato ottenuto dalla pratica sapiente di un certosino limare. Equilibrio geometrico di significante/significato a contatto con una poesia essenziale intenta a colpire nell’intimo del lettore, coinvolgendolo in una riflessione che si annuncia già oltre il dato. Enea Biumi è uomo di passioni civili che dal quotidiano tendono a coinvolgere temi ampi che molto hanno colto anche da letterature altre, come quelle di area latino americana; ciò si è potuto vedere nella sua militanza svolta per anni dirigendo la rivista online “I poeti nomadi”, in collaborazione con l’artista argentino Poni Micharvegas. Ne “Il seme della notte” un tono bucolico e rievocante minimi dettagli di un sentire panico, si diffonde tenue a fotografare miniature di una limpidezza sostanziale. Così, sensi e sentimenti si denudano di ogni orpello e costruiscono la giusta parola del percepire immediato, l’icastica grazia del riconoscere.

Andrea Rompianesi


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